Rigenerazione dei capelli: un approfondimento

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tutti i diritti riservati riproduzione consentita purchè sia citata la fonte "www.calvizie.net"

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rigenerazione capelli

Il tema della rigenerazione capelli richiede di fare un passo indietro e partire dalle caratteristiche anatomiche dello scalpo. I tessuti principali che costituiscono la cute sono tre: epidermide, derma e ipoderma (o sottocutaneo). Non hanno tutti e tre lo stesso spessore medio: l’epidermide è uno strato piuttosto sottile rispetto agli altri due. Lo spessore della cute varia nelle diverse parti del corpo e a livello dello scalpo stesso, ma in media lo spessore dello scalpo può essere considerato di circa 4 mm. Le biopsie ottimali dello scalpo dovrebbero essere di 4 mm sia in ampiezza che in profondità.

rigenerazione capelli

Fig.1: Gli strati cutanei in dettaglio.

Spessore dello scalpo con calvizie

Uno storico studio del 1972, che ha visto la partecipazione del prof. Alfredo Rebora dell’Università di Genova, ha misurato lo spessore dello scalpo di diverse persone vive e decedute, mostrando che negli affetti da calvizie comune lo spessore è ridotto in modo statisticamente significativo.  Con la calvizie iniziale lo spessore dei vari strati è simile a quello dei soggetti normali. Invece, nella calvizie avanzata lo spessore si riduce soprattutto a spese dell’ipoderma, che è poi il cosiddetto pannicolo adiposo ricco di adipociti, le cellule del grasso corporeo.

Spessore dell’epidermide

Lo strato più superficiale della cute, l’epidermide, ha uno spessore che può a arrivare a un decimo di millimetro. In pratica, ha uno spessore analogo a quello dei capelli non miniaturizzati (non vellus), detti anche capelli terminali. Lo strato più superficiale è lo strato corneo composto, come il fusto dei capelli di cheratinociti senza nucleo, ossia di cheratina identica a quella dei capelli.

rigenerazione follicoli

Fig. 2: Un recente studio giapponese ha mostrato tramite Risonanza Magnetica le differenze tra scalpo senza calvizie e scalpi con diversi gradi di calvizie, qui i due estremi.

Gli strati dell’epidermide

Benché l’epidermide sia sottile come un capello si suddivide in diversi strati. Sotto lo strato corneo di cellule morte si trova lo strato lucido, quindi quello granuloso, poi quello cosiddetto spinoso e, infine, lo strato basale da cui vengono generati gli strati superiori. L’epidermide non è vascolarizzata e, quindi, se attraversata da un ago non sanguina.

Spessore e strati del derma

Il derma è lo strato intermedio della cute e ha uno spessore di quasi 2 millimetri. Si divide a sua volta in due strati: derma papillare e derma reticolare. Il derma papillare è costituito da tessuto connettivo molle, le papille dermiche che lo costituiscono connettono il derma all’epidermide. Lo strato reticolare è costituito da fibre di collagene e di tessuto connettivo denso. Entrambi gli strati del derma hanno vasi sanguigni e nervi, ma lo strato reticolare è più irrorato e innervato di quello papillare. Nel derma affondano i follicoli dei capelli a profondità variabile.

rigenerazione capelli

Fig.3: Lo spessore dello scalpo in Risonanza Magnetica con 1) epidermide, 2) derma e ipoderma, 3) osso cranico. 

Punture: dolorosità e sanguinamento

La penetrazione di un ago da microneedling o da mesoterapia nella sola epidermide non è dolorosa e non porta a sanguinamento. Quando l’ago raggiunge il derma papillare si avverte un po’ di dolore e ci può essere un leggero sanguinamento, ma non si creano ematomi. Invece, la puntura diventa dolorosa e porta a sanguinamento quando l’ago raggiunge il derma reticolare ed è frequente la formazione di ematomi. La puntura che raggiunge lo strato sottostante sottocutaneo risulta meno dolorosa, poco sanguinante e raramente produce ematomi.

Le profondità dei microaghi

Quando circa vent’anni fa si iniziò a usare il rullo ad aghi per il microneedling sullo scalpo per migliorare i capelli, la lunghezza degli aghi era inizialmente di soli 0,3 mm. Le caratteristiche meccaniche del rullo portano a profondità leggermente più basse della lunghezza dei microaghi. Lo standard divenne presto l’utilizzo di rulli con aghi di 0,5 mm, anche perché questa misura fu approvata come la massima per uso domestico e non professionale di questo dispositivo.

In poco tempo, grazie alla disponibilità dei modelli in rete, il rullo ad aghi venne utilizzato da molti privati con aghi lunghi anche più di 2 m, ma a partire da 1,5 mm sono consigliati solo per il trattamento delle cicatrici e della cellulite. La maggior parte degli utilizzatori si posizionò però su rulli con aghi lunghi 1 mm o 1,5 mm, peraltro utilizzati anche in alcuni test clinici sulla ricrescita dei capelli.

Il brevetto di Follica

Il più recente brevetto prevede l’utilizzo per il microneedling di un dispositivo elettronico ad azione verticale e insiste per una profondità di 0,8 mm. Quest’ultima può essere aumentata fino a 1 mm per compensare la presenza di capelli lunghi che creano un loro spessore esterno.

Cicatrizzazione da evitare

La ragione di questa scelta sta probabilmente in quello che hanno evidenziato molti studi sulla rigenerazione dei follicoli piliferi su modello animale. Tali ricerche hanno visto che la cicatrizzazione delle lesioni non porta alla formazione di nuovi follicoli e un intervento troppo in profondità finisce per stimolare lo strato più profondo del derma, quello reticolare che è coinvolto ne processi di cicatrizzazione.

C’è chi dice no

In realtà, uno studio recente afferma che la formazione di nuovi follicoli in seguito a guarigione delle lesioni e la cicatrizzazione non sarebbero in contrasto tra loro quando viene attivato il percorso biochimico Sonic Hedgehog (Shh). Questo è uno dei percorsi attivi nella neogenesi follicolare insieme al noto percorso WNT, al percorso IL-6/Stat3/acido retinoico e al percorso Hippo che dipende dalle alterazioni meccanico-fisiche.

Percorsi “una tantum”?

Sia il percorso WNT che il percorso Shh andrebbero attivati subito dopo le creazione delle lesioni e la loro attivazione non dovrebbe essere prolungata e continuativa. Almeno nel caso del percorso WNT del derma, si è potuto constatare che l’uso prolungato può portare ad esaurimento delle cellule staminali dei follicoli.

La cura di Curis

La società biotech statunitense Curis aveva sviluppato nel 2006 un composto chiamato SAG (Smoothened Agonist) che attiva il percorso come agonista del recettore Smo (Smoothened). Si tratta di un composto che contiene clorobenzotiofene. La multinazionale Procter & Gamble avrebbe voluto sviluppare un prodotto per favorire la rigenerazione dei capelli a base di questo composto, ma il timore che fosse cancerogeno fece annullare dopo poco la collaborazione con la Curis. Questa poco dopo abbandonò il progetto.

Cortisonici

Il SAG non è però l’unica sostanza che attiva il percorso Shh, anche se è la più efficiente. Risposte analoghe si hanno con dei cortisonici alogenati di alta potenza come l’Alcinonide, il Clobetasolo, il Fluocinolone, il Fluticasone e altri. Questo potrebbe spiegare perché i cortisonici più potenti usati per far ricrescere i capelli con alopecia areata, ma anche androgenetica, portano a risultati consistenti in pochi mesi destinati a perdersi nel giro di poco tempo, portando alla nota atrofia cutanea da cortisonici. Vale a dire che anche l’attivazione elevata e continua di questo percorso può portare a bloccare la crescita dei capelli esaurendo le staminali.rigenerazione capelliFig. 4: I cortisonici topici suddivisi in base alla loro potenza. 

A tal proposito, ricordiamo che nella calvizie comune le staminali dei follicoli dei capelli resisterebbero intatte, ma sarebbe bloccato in gran parte il loro passaggio a cellule progenitrici che rigenerano i follicoli e i capelli.

Rigenerazione capelli: vecchie conoscenze

Fortunatamente ci sono altre sostanze che hanno mostrato di attivare il percorso Shh che porterebbe alla rigenerazione capelli. Una conferma in questo senso è quella del classico minoxidil, la principale cura topica contro la calvizie. Un’altra vecchia conoscenza delle cure anticalvizie è l’acido azelaico, già disponibile da anni in creme e spesso inserito in lozioni galeniche anticalvizie. L’utilizzo di queste due sostanze insieme da risultati superiore a quella dell’uso delle sostanze usate singolarmente.

Infine, c’è almeno uno studio che segnala l’acido alfa lipoico come attivatore del percorso Shh. Questa sostanza già molto usata nelle cure dei capelli di recente si era segnalata anche attiva nell’indurre l’altro importante percorso di rigenerazione, ossia il percorso WNT/beta-catenina.

minoxidil rigenerazione capelli

Fig. 5: Il grafico dello studio che mostra gli effetti di acido azelaico e minoxidil sull’attivazione del percorso Shh nelle cellule del bulbo (a sinistra) e del “bulge” (rigonfiamento) del follicolo dei capelli. L’uso combinato delle due sostanze con minoxdil a 100 microM ha un effetto moltiplicativo.

Perché si può sperare

Perché queste sostanze, già molto o moltissimo conosciute per la cura della calvizie, possono rivelarsi più utili di quanto abbiano mostrato finora? In primo luogo, perché la formazione di nuovi follicoli in seguito a guarigione di lesioni è diversa, quando non opposta, alle cure quotidiane contro la calvizie. Quindi perché questo prevede modi di applicazione differenti e non continuativi che non sono stati ancora testati su vasta scala.

Chi va piano…

Alcune terapie contro la calvizie hanno portato in alcuni soggetti a risultati molto consistenti in tempi brevi, ma non al mantenimento di questi risultati nel lungo periodo. È il caso, ma non solo, dei cortisonici di cui si è parlato sopra. È possibile che cure molto potenti ed efficaci scatenino meccanismi di difesa dell’omoestasi e dai tumori. Alla luce di questo, è anche possibile ipotizzare che sostanze meno potenti nell’attivare i percorsi di rigenerazione capelli, portino a migliori risultati nel lungo periodo.

Sicuramente, l’utilizzo prolungato e continuativo di sostanze già ampiamente testate e sicure come minoxidil, acido retinoico, acido alfa lipoico e acido azelaico, non può portare a brutte sorprese.

Rigenerazione capelli?

Parlando di microneedling e di guarigione da lesioni si sottintende molto spesso che queste terapie portino inevitabilmente alla formazione di nuovi follicoli (neogenesi). Invece, per i ricercatori, la formazione di nuovi follicoli indotta dalle sole lesioni che si rimarginano è attiva solo nei topi e assente nella maggior parte dei mammiferi, uomo compreso. Per riprodurla nell’uomo serve, appunto, l’attivazione dei percorsi di rigenerazione come WNT e Shh, che però hanno delle tempistiche di intervento limitate e precise.

Però c’è Follica

Tuttavia, i test di Follica che si sono susseguiti negli anni sono stati fatti sugli uomini. Questi hanno portato a vari incrementi nella densità in capelli terminali senza l’utilizzo di sostanze topiche. Anzi, l’utilizzo di una sostanza topica per attivare il percorso WNT ha portato a risultati inferiori a quelli dell’utilizzo della sola microdermoabrasione. Questa sostanza topica (litio gluconato) è stata usata in continuazione per un mese. Questo fatto potrebbe confermare che il percorso WNT andrebbe attivato solo subito dopo il aver provocato le microlesioni con gli appositi dispositivi.

Tutti i capelli che ricrescono

Gli esperimenti di Follica sui capelli, quindi sull’uomo, hanno accertato vari tipi di rigenerazione dei capelli:

– nello scalpo soggetto a calvizie si trovano comunque delle formazioni che appaiono come dei rudimentali tentativi di creare nuovi follicoli. Numeri scarsissimi, che però significano che perfino nello scalpo diradato vi è in corso una lotta tra induzione di nuovi capelli e blocco della crescita di tutti i capelli.

– con perturbazioni cutanee di vario tipo, dopo solo due settimane, si ha un numero superiore di questi tentativi di creare nuovi capelli, ma anche l’inizio della rigenerazione di strutture preesistenti e ormai atrofizzate.

– a sei mesi dalla dermoabrasione c’è un incremento del 50% circa di capelli sottili (vellus) con spessore medio tra i 10 e i 20 micrometri. Per Follica sono nuovi follicoli, ma possono essere anche follicoli preesistenti che si riprendono dalla displasia o vellus che escono da lunghe fasi di pausa (kenogen).

– a tre mesi dalla dermoabrasione vi è un aumento dei capelli terminali del +13,27% . Questo incremento precede quindi di tre mesi il grosso incremento dei vellus e a maggior ragione dovrebbe derivare dall’uscita dallo stato di pausa di follicoli dormienti. Possibile però che alcuni vellus siano ricresciuti più spessi e quindi come terminali e che dopo altri tre mesi senza interventi tornino vellus, visto che a sei mesi l’incremento totale di questi capelli risulta ridotto al solo +1,8%.

Cosa importa realmente

La rigenerazione dei capelli può suscitare entusiasmo perché pare potere sostituire i trapianti col vantaggio di non depauperare l’area donatrice. Nei topi, l’asportazione totale della cute porta a ricrescita dei follicoli solo al centro della lesione. Con le tecniche meno invasive usate sull’uomo questo ovviamente non avviene, ma forse non avviene nemmeno una consistente formazione di nuovi follicoli. La cosa diventa però di secondaria importanza se con queste tecniche si riescono a recuperare molti follicoli preesistenti riattivandoli in contemporanea.

Rigenerazione capelli: l’ultimo brevetto

L’ultimo brevetto proveniente dall’ambiente di Follica e nientemeno che dal fondatore prof. Cotsarelis è di pochi mesi fa. Si basa proprio sull’attivazione del percorso Shh con un agonista più potente del SAG. Nel brevetto, si legge che dopo le lesioni c’è una finestra di tre giorni per attivare il percorso WNT/beta-catenina, mentre il percorso Shh andrebbe attivato tra il quinto e l’ottavo giorno.

Una conferma che la lotta alla calvizie basata sulle più recenti acquisizioni passa anche da una rivoluzione nello modalità di utilizzo di sostanze già conosciute e spesso anche già utilizzate per far rispuntare i capelli perduti.

APPROFONDIMENTI

Rigenerazione dei capelli: facciamo il punto

Idrocortisone nella terapia anticalvizie

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5 COMMENTS

  1. Ne deduco che gli ultimi articoli sono stati sfogliati e non veramente letti, se mi fate queste domande 🙂

    Ciao

    MA – r l i n

  2. Per me minox, azelaico e lipoico dovrebbero funzionare dopo il microneedling anche se applicati separatamente, o meglio applicando azelaico e minox in stretta sequenza con due preparati e il lipoico può seguirli anche il giorno dopo. In altre parole non è necessario che finiscano in un unico preparato vanno bene anche tre diversi preparati.

    In questa tecnica non esagererei con gli attivi questi tre bastano per sperimentare. Le staminali potrebbero esaurirsi con un ricorso continuo all’attivazione di questi percorsi, penso possa essere appunto il caso dei cortisonici alogenati con il percorso Shh e coi sali di litio per il percorso WNT. Lo stesso microneedling dovrebbe riattivare le staminali sinché viene fatto saltuariamente. Quanto al percorso mTor per anni abbiamo parlato della sua inibizione, anche perché lo studio che mostrava che con il percorso WNT alimentato di continuo interveniva mTor a proteggere dai tumori è del 2007. Allora io avevo trovato che un’azione del genere l’aveva l’honokiol che si trova abbondante nella magnolia (piuttosto usato nelle cure di rigiovanimento).

    Comunque siccome con questa tecnica non ci dovrebbe essere questo rischio io userei questa cosa solo se dopo un tempo adeguato non si vedessero risultati.

    Ciao

    MA – r l i n

  3. Ma è il vecchio studio di Garza sulla PGD2, da allora si sono sprecati i tentativi sull’uomo di emulare questo studio, il più noto è quello con il Setipiprant e ancora oggi sopravvive l’uso della cetirizina, che uso anche io.

    [QUOTE=”elduderino, post: 1434496, member: 30309″]
    Per quanto riguarda i cortisonici, allora un utilizzo a lungo termine di idrocortisone non è proprio il massimo, anche se è uno dei più deboli
    [/QUOTE]

    E’ abbastanza debole da non dare di questi problemi, ma sopratutto non è alogenato. La Sitri con Marliani ha sempre messo in guardia contro questi cortisonici alogenati (di solito hanno il fluoro), che sono anche i più potenti e sono quelli che possono dare atrofia da cortisonici.

    Ciao

    MA – r l i n

  4. Beh anni fa era scattata la fobia da fluoro anche su questo forum e si cercavano i dentifrici senza fluoro. Non credo che possa essere in dosi tali, visto poi che il dentifricio non lo si mangia, ma lo si sciacqua via, da dare problemi. Gli eventuali problemi comunque sono legati all’antagonismo con l’altro alogeno, lo iodio che sta alla base degli ormoni tiroidei e quindi sulla possibile riduzione dell’attività della tiroide che di certo non favorisce la crescita dei capelli.

    Nei cortisonici topici il fluoro però ne aumenta la potenza e quindi li rende capaci di dare ricrescita anche consistente per un po’ di tempo, le due problematiche non sono collegate, anche perché una è sistemica e l’altra è locale.

    Ciao

    MA – r l i n

  5. Ok, ma è sulla drosofila, capisco che molti studi di genetica partono da questo insetto, ma qui siamo lontanissimi dai mammiferi con i loro follicoli piliferi.

    Ciao

    MA – r l i n

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