Ultrasuoni per ricrescita capelli: funzionano? Presentiamo uno studio che li ha testati e analizziamo i risultati.
Suoni non udibili
L’orecchio umano non è in grado di percepire i suoni quando la loro frequenza è troppo bassa o troppo alta. Si hanno così gli infrasuoni sotto i 20 Hz e gli ultrasuoni oltre i 20 mila Hz (20 kHz). Uno studio sudcoreano ha testato gli effetti sui follicoli dei capelli a 20 kHz e a 30 kHz riscontrando un’azione significativa sulla crescita tramite proliferazione cellulare e di contrasto alla morte cellulare (apoptosi), ossia della fase catagen.
Utilizzi degli ultrasuoni
In medicina, gli ultrasuoni sono utilizzati nelle diagnostica per incrementare l’efficacia dell’assorbimento dei farmaci, per il trattamento delle fratture e dei tumori. Di solito si fa uso di un gel per veicolare meglio gli ultrasuoni. Tuttavia, alcuni studi hanno dimostrato che anche la trasmissione attraverso l’aria è capace di modificare le onde cerebrali e i livelli ormonali delle persone. Altri studi hanno mostrato che questi suoni non udibili possono accelerare la guarigione delle ferite con la loro trasmissione per via aerea.
Ultrasuoni per ricrescita capelli: cellule e follicoli
Da qui, l’idea di vedere l’azione sulle cellule umane della papilla dermica e sui cheratinociti della guaina epiteliale esterna coltivati in vitro, nonché sui follicoli interi. Sia le cellule che i follicoli sono state estratti da tre pazienti con calvizie comune durante le procedure per un trapianto di capelli. Appartengono, quindi, all’area donatrice che non dovrebbe essere intaccata dalla calvizie, anche se alcuni studi recenti mostrano che può essere soggetta a uno sfoltimento progressivo con l’età.
Tuttavia, per il test in questione era importante confrontare come dei follicoli normali reagiscono se sottoposti a questo trattamento ultrasonico rispetto ai follicoli parimenti normali, ma non sottoposti al trattamento.
Fig.1: Le apparecchiature utilizzate per somministrare gli ultrasuoni: un generatore e amplificatore e un piccolo altoparlante (dallo studio qui esposto).
Apparecchio e somministrazione
Per verificare l’utilizzo degli ultrasuoni per ricrescita capelli si è sottoposto a questo test cellule e follicoli in coltura utilizzando un normale apparecchio elettrico che genera ultrasuoni collegandolo a un amplificatore. La potenza utilizzata è stata di 144 decibel ponendo i campioni alla distanza di 1 cm dall’emettitore dei suoni per la durata di 4 ore al giorno. Pertanto, si tratta di una ricerca di base per vedere l’effetto degli ultrasuoni sui follicoli dei capelli e non per sperimentare una specifica apparecchiatura da commercializzare. Questa eventualmente potrà venire sviluppata se queste ricerche proseguiranno con esiti positivi.
In prospettiva
Se sarà confermata la durata necessaria dell’esposizione agli ultrasuoni e la loro non nocività per altri tessuti e organi della testa, immaginiamo che potrà forse essere sviluppata una specie di casco o berretto tipo quelli realizzati per i trattamenti con le luci laser, ossia LLLT (Low Level Laser Therapy – Terapia laser a bassa intensità).
La frequenza migliore
I ricercatori hanno individuato in via preliminare la frequenza più attiva sulle cellule in coltivazione utilizzando sia gli ultrasuoni a 20 kHZ, al limite della soglia dell’udibile, che gli ultrasuoni a 30 kHz. Questi ultimi sono risultati più efficaci nel far proliferare le cellule della papilla dermica. Questo è un test fondamentale per selezionare gli attivi più efficaci contro la calvizie comune che vede una riduzione drammatica proprio delle dimensioni della papilla dermica.
Le analisi sulle cellule indotte a proliferare ha mostrato l’aumento dell’espressione del fattore di crescita VEGF, ossia il fattore di crescita vascolare endoteliale. Questo è un fattore che viene incrementato dal minoxidil, l’unico farmaco topico ufficialmente approvato contro la calvizie.
Ultrasuoni contro il DHT
Le cellule di papilla dermica sono state trattate con DHT, l’ormone che alimenta il processo della calvizie comune. Questo ha portato all’espressione di fattori come DKK-1 e TGF-β1 che caratterizzano la calvizie. Gli ultrasuoni a 30 kHz hanno ridotto significativamente le concentrazioni di questi due fattori rispetto alle cellule non trattate.
Fig.2: Da sinistra a destra, follicoli non trattati, trattati con minoxidil e trattati con gli ultrasuoni 30 kHz (dallo studio qui esposto).
Azione sui cheratinociti
Un test è stato condotto anche sui cheratinociti della guaina epiteliale esterna dei follicoli posti in coltura cellulare. In questo caso sono stati somministrati proprio i fattori DKK-1 e TGF-β1 che hanno inibito la vitalità dei cheratinociti rispetto a quelli a cui non sono stati somministrati questi fattori. Gli ultrasuoni a 30 kHz hanno ripristinato la vitalità dei cheratinociti a cui sono stati somministrati i fattori inibenti. Invece, i campioni trattati con DKK-1 e TGF- β1 hanno attivato la morte cellulare (apoptosi) e la fase catagen del ciclo dei follicoli.
Effetti sull’mRNA
I ricercatori hanno riscontrato anche l’effetto degli ultrasuoni sull’RNA messaggero (mRNA) dei cheratinociti della guaina epiteliale esterna dei follicoli. In questo caso sono coinvolti i geni Bcl-2 e Bax che sono in correlazione con i fattori DKK-1 e TGF-β1 e quindi con l’apoptosi cellulare. In particolare, gli ultrasuoni hanno invertito l’inibizione del mRNA di Bcl-2 da parte di DKK-1 e TGF-β1. Invece, Bax è il gene che porta all’apoptosi e, quindi, induce il catagen che invece è stato inibito dagli ultrasuoni.
È, infatti, noto da tempo che l’aumento del rapporto Bcl-2/Bax inibisce la morte cellulare, quindi il catagen, prolungando pertanto la fase anagen, ossia quella di crescita del capello.
Test sui follicoli
Nel test sui follicoli interi coltivati in vitro, gli ultrasuoni sono stati comparati con il minoxidil e con il solo veicolante, utilizzati rispettivamente come controllo positivo e negativo. I follicoli trattati con gli ultrasuoni hanno visto una crescita dei capelli molto più consistente di quella dei follicoli trattati col solo veicolo. Hanno avuto una crescita analoga a quella dei follicoli trattati con minoxidil. In realtà, dai grafici pubblicati la crescita ottenuta con gli ultrasuoni 30 kHz è leggermente superiore a quella ottenuta con il minoxidil.
Fig.3: L’espressione di ki-67 siora la matrice del follicolo si evidenzia nei follicoli trattati con ultrasuoni (dallo studio qui esposto).
Proliferazione della matrice
A conferma dell’effetto visibile sull’allungamento dei capelli trattati con gli ultrasuoni, i ricercatori hanno analizzato il marcatore Ki-67 per valutare la proliferazione dei cheratinociti della matrice dei capelli.
Questo marcatore è risultato espresso in modo molto forte nella parte alta della matrice del follicolo sopra la papilla dermica. I follicoli non trattati dopo tre giorni di coltivazione sono entrati in catagen cessando la proliferazione dei cheratinociti della matrice, mentre nei follicoli trattati con gli ultrasuoni i chetatinociti hanno continuato a proliferare, mantenendo la fase di crescita anagen.
Il prolungamento dell’anagen è, appunto, l’effetto che si ha con l’utilizzo del noto farmaco anticalvizie minoxidil.
Due ipotesi
I ricercatori hanno formulato due ipotesi per l’azione degli ultrasuoni per la ricrescita dei capelli. La prima ipotesi è che le vibrazioni provocate dagli ultrasuoni attivino il percorso WNT/beta-catenina che porta alla crescita dei capelli. In pratica, le vibrazioni degli ultrasuoni potrebbero causare dei cambiamenti strutturali nei recettori WNT analoghi a quelli prodotti dai ligandi veri e propri di questo percorso. Del resto proprio gli ultrasuoni sono utilizzati per guarire le ferite e le fratture ossee con meccanismi simili.
La seconda ipotesi riguarda l’attivazione delle cellule staminali attraverso le vibrazioni a bassa intensità. Questo meccanismo è stato illustrato da altre ricerche e coinvolge una proteina denominata Yap. Sarebbe lo stesso meccanismo per cui si rinforzano le ossa con l’esercizio fisico.
Ultrasuoni per ricrescita capelli: sono una novità?
Gli ultrasuoni per la ricrescita dei capelli possono non sembrare un’innovazione, ma in effetti lo sono. Questo perché li si può confondere con gli ultrasuoni utilizzati per la sonicazione, ossia per agevolare la penetrazione cutanea degli attivi contro la calvizie. Oppure li si può confondere con dispositivi a frequenze elettromagnetiche e non sonore, che sono stati sperimentati o che sono in fase di sviluppo.
Fig.4: Il cappellino della Un. Wisconsin-Madison per l’autogenerazione di elettricità a basso voltaggio contro la calvizie.
Terapie fisiche
Gli ultrasuoni si aggiungono, quindi, alle altre terapie di tipo fisico-meccanico. Queste si distinguono dalle tradizionali terapie di tipo chimico che sfruttano le attività biochimiche di alcune molecole sintetiche o naturali. Ricordiamo qui sotto alcune terapie di tipo fisico-meccanico che si sono rivelate utili per contrastare la perdita dei capelli.
I massaggi
Alcune ricerche hanno evidenziato l’utilità dei massaggi allo scalpo per riattivare la circolazione sanguigna e contrastare la fibrosi che caratterizza la calvizie comune.
La ginnastica dello scalpo
Un altro approccio contro la calvizie di tipo fisico è la ginnastica facciale o dello scalpo, che consiste nel muovere i muscoli frontali per spostare ripetutamente la galea aponeurotica, una membrana tendinea che aderisce allo scalpo. Anche per questa tecnica si ipotizza che vengano attivati sia la circolazione sanguigna che dei fattori di crescita utili al mantenimento della capigliatura.
La fototerapia
La terapia con luce laser a bassa intensità (LLLT) o anche con luci LED si è molto diffusa negli ultimi anni con la produzione di spazzole, caschi ed elmetti dotati di numerosi diodi luminosi. Dei dispositivi laser sono stati approvato dalla FDA e, quindi, questa tecnica rappresenta la terza terapia ufficialmente riconosciuta contro la calvizie che si affianca ai noti farmaci minoxidil e finasteride.
Il microneedling
Questa è una tecnica di tipo fisico-meccanico che si andata affermando prima con i rulli ad aghi e, quindi, con altri dispositivi come le penne elettroniche ad aghi. Numerosi studio hanno riscontrato l’efficacia di queste terapie in associazione con farmaci e in particolare con minoxidil. Tuttavia, è stata riscontrata anche l’efficacia di questa tecnica usata come monoterapia. Il protocollo di Follica ha posto il microneedling al centro aggiungendolo attualmente all’uso del minoxdil e moltiplicandone l’efficacia.
Considerazioni sulle terapie fisiche
Le terapie fisiche si mostrano come buone coadiuvanti delle terapie di tipo chimico nel contrasto della calvizie. La loro praticità fa comunque la differenza per quanto riguarda la diffusione dell’utilizzo. Terapie che richiedono tempi corti di somministrazione sono preferite rispetto a quelle che richiedono più tempo. Per questo, il microneedling che richiede brevi interventi non quotidiani è diventata la pratica fisico-meccanica più utilizzata da chi vuole trattare la calvizie.
La terapia con gli ultrasuoni per ricrescita capelli potrà avere un certo sviluppo se verranno ridotte le tempistiche di somministrazione o altrimenti se verrà implementata su degli appositi copricapo come caschi, cappelli o berretti, ossia dei capi di abbigliamento che possono essere indossati per più ore.
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Mi sembra di notare che se un articolo non promette ricrescite miracolose e/o complete, tende ad avere pochi commenti! ??
Comunque interessante articolo, è sempre meglio avere più punti di vista e più strumenti.
Si poteva mettere nel titolo che aveva battuto il minoxdil per avere più lettori (ma che poi ti mandavano a quel paese… ?), ma non è nel nostro stile, anche se cerchiamo, nei limiti del possibile, di rendere interessante un argomento anche mettendo titoli che possano richiamare un minimo l’attenzione.
Ciao
MA – r l i n