mercoledì, Dicembre 18, 2024
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Capelli bianchi reversibili? I nuovi studi

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Come nei topi?

I ricercatori di questo recente studio della Columbia University sulla pigmentazione di peli e capelli hanno voluto verificare se anche nei follicoli umani avviene quanto è stato rilevato nel pelo dei topi di laboratorio. L’apparire dei peli grigi sul dorso di questi animali è collegato alla differenziazione delle cellule staminali dei melanociti nel rigonfiamento del follicolo (bulge) e nella guaina epiteliale esterna. Invece, dovrebbe avvenire nelle matrice del pelo per apportare il pigmento che lo colora, la melanina.

Stress di vario tipo

Questo fenomeno della differenziazione delle staminali dei melanociti prima di raggiungere il bulbo del follicolo viene provocato da sostanze citotossiche, dallo stress nervoso o dai processi di ossidazione di radicali liberi (ROS). Gli agenti stressanti di vario tipo portano le cellule staminali a differenziarsi prematuramente all’interno del “rigonfiamento” (bulge) del follicolo o lungo la guaina epiteliale esterna dove si evidenziano delle cellule pigmentate che non hanno raggiunto la matrice del follicolo.

Melanociti senza pigmento

Invece, nella matrice del follicolo dei capelli bianchi o grigi si trovano melanociti che non producono melanina. Anche questi melanociti amelanotici sono la conseguenza di diversi tipi di stress chimico, fisico e nervoso che colpiscono il follicolo e che trovano meno resistenza in alcuni follicoli piliferi.

capelli bianchi

Fig.1: La pigmentazione ectopica prodotta in seguito a vari tipi di stress (dallo studio della Columbia Un.).

Follicoli umani

I ricercatori hanno voluto verificare se anche nei follicoli dei capelli umani può avvenire lo stesso fenomeno. Per questo, hanno isolato e coltivato in vitro dei follicoli di capelli umani e li hanno sottoposti a vari tipi di stress. Hanno utilizzato le radiazioni ionizzanti, il perossido di idrogeno (acqua ossigenata) e la noradrenalinaOgni organismo è continuamente sottoposto alle radiazioni ionizzanti, le quali possono provocare danni di vario tipo sia a livello cellulare che genetico. Invece, l’acqua ossigenata, H2O2, è uno dei principali agenti ossidanti prodotti da varie reazioni biochimiche cellulari. Mentre, la noradrenalina è un neurotrasmettitore che rappresenta lo stress di tipo nervoso a cui è sottoposto il corpo umano.

Attivo sperimentale

La noradrenalina sui follicoli dei capelli umani ha prodotto dei melanociti ectopici pigmentati come avviene nel pelo dei topi. Questo effetto è stato del tutto annullato dall’uso della butoxamina, un farmaco antagonista del recettore adrenergico beta 2 a cui si lega la noradrenalina per produrre i suoi effetti. Peraltro, noradrenalina e butoxamina sono state somministrate congiuntamente in questo campione di follicoli umani.

Betabloccanti contro i capelli bianchi?

Finora, la butoxamina è un farmaco che è stato utilizzato solo in analoghe sperimentazioni e non è commercialmente disponibile. Un farmaco simile nell’azione, anche se meno selettivo, è il propranololo, il primo betabloccante efficace tuttora in vendita col nome di Inderal. In generale, i farmaci che agiscono sul recettore adrenergico beta 2 potrebbero avere un analogo effetto. Vi sono però dei betabloccanti che sono degli agonisti parziali di questo recettore e, quindi, lo attivano anche se in minore misura dei neurotrasmettitori come noradrenalina e adrenalina.

Tuttavia, va evidenziato che gli stessi betabloccanti possono causare la caduta dei capelli, mentre la stessa noradrenalina (detta anche norepinefrina) potrebbe favorirne la crescita.

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Fig.2: La butoxamina elimina del tutto i melonociti pigmentati ectopicamente (EPM) (dallo studio della Columbia Un.).

Vitamine contro i capelli bianchi

Nello studio in questione si citano altri studi che hanno evidenziato come alla base della canizie ci possano essere delle carenze vitaminiche. In particolare, si citano le vitamine del gruppo B, come la B6, la B12 e la biotina (B8), nonché la vitamina D e la vitamina E. All’opposto ci sono essere farmaci che possono contribuire alla canizie precoce e tra questi viene citata la clorochina.

Sostanze che invertono la canizie

Tuttavia, lo studio più significativo a cui rimanda questa ricerca è uno studio molto recente. Quest’ultimo si è occupato di ricostruire tutti i casi di somministrazione di farmaci e sostanze che hanno portato alla ripigmentazione di capelli già bianchi.
Tutti questi casi vengono raggruppati in cinque categorie di sostanze utilizzate.

Capelli bianchi e farmaci antinfiammatori

La prima classe di sostanze che ha dato ripigmentazione dei capelli bianchi è quella dei farmaci antinfiammatori. L’elenco comprende talidomide, lenalidomide, adalimumab, acitretina, etretinato, prednisone, ciclosporina, cisplatino, interferone-α e psoraleni. Gli effetti sulla ricrescita dei capelli della ciclosporina sono noti. Invece, il prednisone è un cortisonico che ha anche un uso dermatologico per il lupus e le dermatiti. Mentre, gli psoraleni sono utilizzati nella terapia PUVA contro la vitiligine e l’alopecia areata.

Stimolatori della melanogesi

In questa categoria, vengono elencati i casi provocati da erlotinib, imatinib, latanoprost, tamoxifen, e levodopa. A livello tricologico, è nota l’azione del latanoprost che è un analogo delle prostaglandine F2-alfa. In pratica, Levodopa è la dopamina che entra nelle reazioni biochimiche che portano alla creazione di melanina, ossia nella melanogenesi. Come farmaco viene di solito utilizzato per il morbo di Parkinson.

Capelli grigi: vitamina B5 e B10

Si è avuta ripigmentazione con il calcio pantotenato (vitamina B5) e PABA (vitamina B10), ossia l’acido paraminobenzoico. Per questa categoria, vengono citati studi di molti anni fa che hanno portato all’utilizzo di queste sostanze in modo abbastanza diffuso anche per contrastare i capelli bianchi.

Altri casi di ripigmentazione

Nelle ultime due categorie, cadono farmaci che si accumulano nei tessuti come la clofazimina e farmaci di cui non si conosce bene il meccanismo come il captopril. Quest’ultimo è un farmaco contro l’ipertensione arteriosa e per l’insufficienza cardiaca congestizia. La clofazimina è usata contro diverse malattie dermatologiche gravi tra cui la lebbra.

I casi non sono la regola

I casi in cui l’utilizzo di queste sostanze ha portato ad avere capelli di nuovo pigmentati non sono la regola, ma appunto dei casi segnalati dai medici e pubblicati su riviste scientifiche. Probabilmente non sono neanche tutti i casi in cui si è avuto questo fenomeno con queste sostanze, ma purtroppo non rappresentano la regola. Infatti, molte di queste sostanze sono utilizzate per patologie che sono più comuni nelle persone di una certa età che si presuppone abbiano appunto normalmente i capelli bianchi.

Lo studio sul proteoma

Un recente studio ha analizzato le proteine più espresse e meno espresse nei capelli bianchi e in quelli pigmentati. Viene confermato che alla base della canizie vi sono cambiamenti a livello di metabolismo dei follicoli dipendenti sia da fattori esterni, ossia ambientali, che neuroendocrini. Questi cambiamenti possono risultare reversibili e portare alla ripigmentazione dei capelli.

Reversibilità naturale della canizie

In questo studio, si sono analizzati capelli che nello stesso ciclo sono diventati bianchi o che viceversa sono tornati colorati. Inoltre, addirittura, hanno studiato capelli con tre segmenti di cui uno o due bianchi e l’altro o gli altri due pigmentati. Questo significa che normalmente si ha reversibilità della canizie a livello di singolo follicolo con relativo capello. Su queste variazioni di colore si pensa che possano agire dei fattori nel tempo di settimane o di mesi.

Tempi della reversibilità

I ricercatori sono riusciti anche a stimare i tempi in cui avviene l’inversione da capello pigmentato a capello bianco. La ripigmentazione in media è del 30% più rapida della decolorazione. I processi più rapidi avvengono in 3-7 giorni, ma in media richiedono circa 3 mesi.
L’analisi dei ricercatori ha potuto dimostrare che le variazioni di colore dei capelli avvengono in modo simultaneo. Anche questo fatto rimanda a fattori locali e sistemici di vario tipo che agiscono sui capelli in un arco temporale che può andare da alcuni giorni a diverse settimane.

Lo stress incide davvero

I ricercatori hanno potuto ricostruire le tempistiche dell’imbiancamento di una parte di qualche capello di alcune persone. I periodi corrispondenti con l’imbiancamento dei capelli sono coincisi con periodi di stress psicofisico ed emotivo. Cessato questo periodo di stress, gli stessi capelli sono tornati a crescere pigmentati con la melanina. Ovviamente questo fenomeno è scarsamente presente negli individui giovani e va aumentando con l’età e con la progressiva predisposizione di un maggior numero di capelli ad essere soggetti alla canizie.

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Fig 3: Un esempio di integratore naturale in grado di contrastare stress e ansia, che si può rivelare utile anche per combattere i capelli bianchi

Un’analisi dettagliata

L’analisi approfondita delle proteine specifiche dei vari segmenti dei capelli scuri, bianchi e tornati scuri ha mostrato che quando i capelli riprendono il colore mantengono alcune caratteristiche dei capelli bianchi non pigmentati. Tuttavia, i processi che portano alla canizie in questa analisi non appaiono come passivi o dovuti alla perdita di alcune funzioni. Essi, infatti, mostrano la maggiore espressione di alcune proteine legate a dei percorsi collegati al metabolismo energetico dei mitocondri e alla biologia dei melanociti.

Capelli bianchi: i fattori in gioco

Per i ricercatori, i fattori che portano alla canizie sono fondamentalmente tre. Il “fattore invecchiamento” della canizie sarebbe rappresentato più dall’accumularsi dei danni col tempo che da una perdita delle scorte di staminali. Vi sarebbe poi una “soglia” che quando viene oltrepassata porta a perdere la colorazione e che caratterizzerebbe le variazioni di colorazione sullo stesso fusto di un capello. Infine, agirebbe il “fattore stress” che incrementa improvvisamente, ma in modo reversibile, il fattore invecchiamento durante gli eventi stressanti.

Caratteristiche individuali

Secondo i ricercatori, il “fattore invecchiamento” deve confrontarsi con un fattore opposto dovuto alle predisposizioni individuali a resistere all’invecchiamento. Viene fatto l’esempio della lunghezza dei telomeri su cui abbiamo scritto di recente. Anche la “soglia”, ossia la sensibilità individuale agli effetti dello stress varia da individuo a individuo e una “soglia” più bassa lascia più esposti alla canizie.

Differenze tra capelli

Il modello dei ricercatori tiene conto anche delle differenze di sensibilità alla canizie tra capello e capello di uno stesso individuo. Secondo questo modello una grande diversità nel livello di invecchiamento dei capelli rende l’intera capigliatura più esposta alla canizie, mentre una maggiore omogeneità la rende meno a rischio di sviluppare canizie precoce.

Capelli bianchi reversibili?

Lo studio si conclude ritornando sulla reversibilità della canizie analogamente a quanto si è potuto osservare per altri processi legati all’invecchiamento. Questo accade, ad esempio, con l’allungamento dei telomeri e la metilazione del DNA intervenendo su dieta ed esercizio fisico. Da questi studi emerge che una buona strategia per posticipare la canizie e ripristinare il colore dei capelli può essere anzitutto il controllo dello stress di tipo nervoso. Questa azione potrebbe essere resa più efficace accostandola all’uso di antiossidanti specifici e delle sostanze di cui è stata provata l’attività contro l’invecchiamento.

 

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Redazione Calvizie.net
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