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Calvizie femminile: quali cure funzionano?

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Calvizie femminile cure che funzionano? Vediamo cosa dice una recente pubblicazione scientifica che riassume e aggiorna la situazione delle cure contro la calvizie femminile.

Calvizie femminile cure che funzionano?

La calvizie femminile è caratterizzata da una progressiva miniaturizzazione dei follicoli piliferi e da una diminuzione della densità dei capelli, principalmente nella regione centro-parietale del cuoio capelluto.
Una recente pubblicazione da parte di ricercatori brasiliani fa il punto delle terapie oggi disponibili fornendo statistiche sulla loro efficacia.

Un recente studio epidemiologico condotto in Brasile ha mostrato una prevalenza complessiva di calvizie femminile del 32,3% tra le donne adulte. La calvizie mostra un aumento con l’età: dall’ 8% (20—29 anni) al 68% (60—75 anni). La gravità della calvizie è stata associata a uno stile di vita sedentario, all’ipertensione arteriosa sistemica e al fatto di vivere in un’area urbana.

Per la calvizie femminile cure che funzionano ne sono state proposte diverse. In una recente meta-analisi solo il minoxidil topico mostrato un livello di evidenza  adeguato per le sua efficacia.

Minoxidil topico

Il minoxidil topico è l’unico farmaco topico approvato per la calvizie comune sia femminile che maschile.
Tra le calvizie femminile cure che funzionano il minoxidil è stato approvato al 2%, ma è comune utilizzarlo al 5%. Una meta-analisi ha stabilito che l’uso del minoxidil al 2% per 6 mesi porta in media all’incremento di 12 capelli terminali per cm2.  L’effetto avverso del minoxidil più sgradito alle donne è la possibile ipertricosi sul viso o sul corpo. Gli effetti avversi del minoxidil, a seconda degli studi considerati, si verificano nel 1,9% delle pazienti sino al 5,7%.

La temuta caduta indotta, che dura poche settimane all’inizio del trattamento, si manifesta nel 18% delle pazienti che usano questo farmaco topicamente.

Minoxidil orale

L’uso topico del minoxidil nonmiglioramenti dal 30 al 60% (a seconda dello studi e dei criteri adottati) delle pazienti. Anche per questo motivo negli ultimi anni si è puntato sull’uso orale a basso dosaggio. In vari studi comparativi con il minoxidil topico, il minoxidil orale si è mostrato superiore per efficacia. Preso a 1 mg al giorno per 6 mesi ha mostrato incrementi medi, in due studi separati, rispettivamente di 20 e di 27 capelli terminali per cm2.

Calvizie femminile quali sono le terapie migliori disponibili?

Risultati (A=prima, B=dopo) con minoxidil topico (a sinistra) 5% 1 volta al giorno per 6 mesi e con minoxidil orale 1 mg/die 1 volta al giorno per 6 mesi (immagini tratte dallo studio qui commentato).

Finasteride

Per la calvizie femminile cure possibili fanno riferimento al Finasteride.
Il contrasto del DHT che è basilare nella lotta alla calvizie maschile, non pare essere così fondamentale per contrastare la calvizie femminile. Un primo studio con il classico dosaggio di 1 mg al giorno di finasteride su donne in post-menopausa non aveva mostrato efficacia. Si sono invece riscontrati risultati in uno studio che ha utilizzato finasteride a 2,5 mg/die per una anno. In uno studio analogo con un dosaggio di 5 mg si erano avuti risultati ancora superiori, con un aumento della densità in media di 17 capelli terminali per cm2.

Mancano studi per la valutazione di finasteride con minoxidil, sia orale che topico, sulle donne.

Calvizie femminile cure che funzionano: gli antiandrogeni

Gli antiandrogeni possono essere cure per la calvizie femminile quando c’è iperandrogenismo, ossia un eccesso di ormoni androgeni.

Spironolattone

È un diuretico risparmiatore di potassio e antagonista dei recettori aldosteronici e dei recettori nucleari degli androgeni. Le dosi utilizzate per il trattamento della calvizie femminile variano da 25 a 200 mg/die. In uno studio prospettico aperto, 40 donne hanno ricevuto spironolattone 200 mg/die e 40 donne hanno ricevuto ciproterone 50 mg/die (o 100 mg per dieci giorni al mese se in premenopausa) per un periodo di 12 mesi. Nella valutazione fotografica, il 44% delle pazienti ha mostrato un miglioramento con il trattamento e non vi è stata alcuna differenza tra i gruppi.

irsutismo

I farmaci antiandrogeni sono efficaci in caso di calvizie dovuta a iperandrogenismo, di cui una manifestazione può essere l’irsutismo.

Ciproterone

Inibisce il rilascio dell’ormone che a sua volta rilascia le gonadotropine (GnRH) ed è un antagonista competitivo dei recettori androgeni nucleari. L’efficacia del ciproterone è stata valutata in uno studio randomizzato che ha diviso 66 donne in due gruppi: 1) minoxidil topico al 2% in associazione a COHC (gestodene 75 g ed etinilestradiolo 30 g); e 2) ciproterone 50 mg/die per 20 giorni (ogni 28 giorni) in associazione a COHC (ciproterone 2 mg ed etinilestradiolo 35 g). Dopo 12 mesi di trattamento, il gruppo minoxidil mostrava risultati superiori al gruppo ciproterone (aumento di 6,2 capelli per 0,36 cm2 contro una riduzione di 2,4 capelli per 0,36 cm2). Tuttavia, il ciproterone è risultato più efficace in presenza di segni clinici associati all’iperandrogenismo, come acne, irregolarità mestruale e obesità. Gli effetti collaterali più frequenti del ciproterone sono l’irregolarità mestruale, le variazioni della libido, la mastalgia e l’aumento di peso.

Flutamide

Questo farmaco ha una potente azione antiandrogena ed è utilizzato per il trattamento del cancro alla prostata inibendo i recettori nucleari degli androgeni. Grazie alla sua elevata potenza, la flutamide è stata spesso utilizzata per il trattamento dell’acne, della seborrea e dell’irsutismo, oltre che per la calvizie femminile. Tuttavia, l’uso di questo farmaco a questo scopo è stato proibito dopo che sono stati descritti casi di grave epatotossicità acuta.

follica calvizie femminile

La scala Sinclair per la calvizie femminile.

Bicalutamide

Si tratta di un antiandrogeno, anch’esso utilizzato nel trattamento del cancro alla prostata, ma con un’emivita più lunga e un minor rischio di epatotossicità rispetto alla flutamide. Recentemente, due studi retrospettivi hanno valutato l’uso della bicalutamide nel trattamento della calvizie femminile. Uno studio ha ha valutato 316 pazienti che hanno utilizzato la bicalutamide in dosi variabili da 10 a 50 mg al giorno. 220 pazienti (70%) hanno utilizzato la dose di 10 mg. I 138 pazienti che hanno completato sei mesi di trattamento sono stati valutati per l’efficacia. È stata riscontrata una riduzione del 20% nella scala clinica Sinclair. Il secondo studio ha valutato 44 donne  che hanno utilizzato dosi di 25 (15 pazienti) e 50 mg (29 pazienti) al giorno. 32 pazienti sono state sottoposte a valutazione dopo sei mesi con una riduzione del 27,5% della scala Sinclair. In entrambi gli studi, i risultati relativi all’ efficacia sono limitati dall’uso concomitante di altri farmaci per la calvizie da parte della maggior parte delle pazienti.

La combinazione di minoxidil orale e bicalutamide (10-25 mg/die) è in grado di ridurre l’incidenza dell’ipertricosi, consentendo l’uso di dosi più elevate di minoxidil orale.Tuttavia, questo dato deve essere confermato in studi prospettici.

Contraccettivi

Nessuno dei suddetti farmaci antiandrogeni è sicuro durante la gravidanza; pertanto, è essenziale utilizzare contraccettivi altamente efficaci durante il periodo premenopausale. I contraccettivi ormonali orali agiscono come bloccanti ormonali determinando un effetto antiandrogeno, oltre ad aumentare i livelli di SHBG (sexual hormone binding globulin). Questo effetto può essere massimizzato quando la frazione estrogenica è associata a progestinici con azione antiandrogena. Oltre al ciproterone, anche altri progestinici come il drospirenone e il clormadinone presentano questa caratteristica.

Alcuni contraccettivi contrastano efficacemente la calvizie femminile.

17 alfa estradiolo

Il 17 alfa estradiolo è uno stereoisomero dell’ormone 17-beta-estradiolo con una bassa affinità per i recettori degli estrogeni. Il suo probabile meccanismo d’azione nel trattamento della calvizie sarebbe l’inibizione locale della 5 alfa reduttasi. Il follicolo pilifero esprime recettori per gli estrogeni, che modulano il ciclo, prolungando la fase anagen. L’alfa-estradiolo è disponibile per uso topico in una soluzione allo 0,025%. Non ci sono prove solide del beneficio dell’alfa-estradiolo nel trattamento della FPHL. In uno studio randomizzato comparativo per il trattamento della calvizie femminile che ha confrontato il minoxidil topico e l’alfa estradiolo allo 0,025%, non è stato riscontrato alcun miglioramento nel gruppo che utilizzava quest’ultimo dopo sei mesi di trattamento.

Analoghi delle prostaglandine

Gli analoghi delle prostaglandine sono importanti modulatori dell’attività follicolare. Stimolano l’attività dei cheratinociti e dei melanociti, promuovendo la crescita e la pigmentazione dei capelli. Latanoprost, un analogo della prostaglandina F2 (PGF2), è utilizzato nel trattamento del glaucoma ad angolo aperto come soluzione oftalmica allo 0,005%. Gli effetti collaterali includono un aumento della lunghezza, dello spessore e della pigmentazione delle ciglia. In uno studio randomizzato, in doppio cieco, che ha incluso 16 pazienti maschi con calvizie lieve, è stato riscontrato un aumento significativo della densità dei capelli  (terminali e vellus) dopo 8 settimane di utilizzo di latanoprost topico allo 0,1%, rispetto al gruppo di base e al placebo (un aumento di 32 capelli/cm2 rispetto al placebo).

Bimatoprost è una prostamide sintetica, un analogo della PGF2, originariamente utilizzata nel trattamento dell’ipertensione oculare e del glaucoma ad angolo aperto. Il suo uso topico giornaliero allo 0,03% è stato approvato dalla FDA per i pazienti con ipotricosi delle ciglia.

Nutraceutici

Per la calvizie femminile cure che funzionano possono essere anche i micronutrienti che in particolare possono svolgere un ruolo importante nell’alopecia agendo sullo sviluppo del follicolo pilifero e sulla funzione delle cellule immunitarie. Inoltre, le alterazioni nutrizionali sono associate al telogen effluvium, che influisce sull’esito del trattamento della calvizie femminile. Diversi integratori vitaminici e prodotti naturali sono stati descritti nel trattamento della calvizie e del telogen effluvium. Tra questi citiamo il palmetto, la caffeina, la melatonina, gli estratti marini, l’olio di rosa mosqueta, la procianidina B2, l’olio di semi di zucca e l’olio di cannabidiolo. Livelli sierici più bassi di vitamina D e di ferritina sono stati osservati in pazienti con alopecie non cicatriziali rispetto alla popolazione sana.

Sono comunque pochi gli studi indipendenti e su campioni significativi che certifichino l’utilità dei nutraceutici nella calvizie femminile. Possono essere per la calvizie femminile cure efficaci come coadiuvanti alle terapie farmacologiche.

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Redazione Calvizie.net
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