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SCUBE3: una nuova cura per la calvizie?

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Ricercatori dell’Università della California, Irvine (conosciuta anche come UCI) hanno scoperto che una molecola di segnalazione chiamata SCUBE3 che stimola fortemente la crescita dei capelli e potrebbe offrire un trattamento terapeutico per l’alopecia androgenetica.

Titoli del comunicato

Un team guidato dall’UCI scopre una molecola di segnalazione che stimola in modo potente la crescita dei capelli.

SCUBE3 identificato come possibile trattamento terapeutico per l’alopecia androgenetica.

SCUBE3: la notizia

Irvine, California, 30 giugno 2022 – Ricercatori dell’Università della California, Irvine, hanno scoperto che una molecola di segnalazione chiamata SCUBE3 stimola fortemente la crescita dei capelli e potrebbe offrire un trattamento terapeutico per l’alopecia androgenetica, ossia la calvizie comune che comporta la perdita di capelli sia nelle donne che negli uomini.

Lo studio

Lo studio, pubblicato oggi online su Developmental Cell, ha individuato il meccanismo preciso con cui le cellule della papilla dermica – fibroblasti specializzati nella produzione di segnali alla base di ogni follicolo pilifero – promuovono la nuova crescita. Sebbene sia noto che le cellule della papilla dermica svolgono un ruolo fondamentale nel controllo della crescita dei capelli, la base genetica delle molecole attivatrici coinvolte non è solo parzialmente conosciuta.

Fig.1: Il dr. Plikus, nonostante l’aspetto giovanile ha al suo attivo diverse pubblicazioni a partire da una ventina d’anni e anche alcuni brevetti su sostanze attive contro la calvizie. (immagine presa dal comunicato della UCI).

Il dr. Plikus

In momenti diversi del ciclo di vita del follicolo pilifero, le stesse cellule della papilla dermica possono inviare segnali che mantengono i follicoli dormienti o innescano la crescita di nuovi capelli“, ha dichiarato il dottor Maksim Plikus professore UCI di biologia cellulare e dello sviluppo e autore corrispondente dello studio. “Abbiamo scoperto che la molecola di segnalazione SCUBE3, che le cellule della papilla dermica producono naturalmente, è il messaggero utilizzato per ‘dire’ alle cellule staminali del capello vicine di iniziare a dividersi, preannunciando l’inizio della crescita di nuovi capelli“.

Molecole attivanti

La produzione di molecole attivanti da parte delle cellule della papilla dermica è fondamentale per una crescita efficiente dei peli dei topi e dei capelli degli esseri umani. Nelle persone affette da alopecia androgenetica, le cellule della papilla dermica funzionano male, riducendo notevolmente le molecole attivanti normalmente abbondanti. Per questa ricerca è stato sviluppato un modello di topo con cellule della papilla dermica iperattivate e peli in eccesso, che faciliterà ulteriori scoperte sulla regolazione della crescita dei capelli.

Lo studio di questo modello murino ci ha permesso di identificare SCUBE3 come molecola di segnalazione precedentemente sconosciuta che può guidare la crescita eccessiva dei capelli“, ha dichiarato il co-autore Yingzi Liu, ricercatore post-dottorato dell’UCI in biologia cellulare e dello sviluppo.

L’esperimento con i capelli

Ulteriori test hanno confermato che SCUBE3 attiva la crescita dei capelli nei follicoli umani. I ricercatori hanno microiniettato SCUBE3 nella cute dei topi in cui erano stati in precedenza trapiantati follicoli di cuoio capelluto umano, inducendo una nuova crescita sia nei follicoli umani dormienti che in quelli circostanti dei topi.

SCUBE3, nuova terapia?

Questi esperimenti forniscono la prova di principio che SCUBE3 o molecole analoghe possono essere una promettente terapia contro la calvizie“, ha dichiarato il co-autore Christian Guerrero-Juarez, ricercatore post-dottorato in matematica dell’UCI.

Fig.2: La sede dell’agenzia federale  statunitense FDA a Silver Spring nel Maryland.

Le terapie attuali

Attualmente esistono due farmaci in commercio – finasteride e minoxidil – approvati dalla Food and Drug Administration per l’alopecia androgenetica. La finasteride è approvata solo per l’uso negli uomini. Entrambi i farmaci non sono universalmente efficaci e devono essere assunti quotidianamente per mantenere il loro effetto clinico.

Nuove terapie

C’è un forte bisogno di nuovi farmaci efficaci contro la calvizie e i composti prodotti dal corpo, normalmente utilizzati dalle cellule della papilla dermica, rappresentano candidati ideali per il trattamento di nuova generazione di farmaci“, ha dichiarato il dr. Plikus. “Il nostro test nel modello di trapianto di capelli umano convalida il potenziale preclinico di SCUBE3“.

Brevetto

L’UCI ha depositato una domanda di brevetto provvisorio sull’uso di SCUBE3 e dei composti molecolari correlati per la stimolazione della crescita dei capelli. Ulteriori ricerche saranno condotte nel laboratorio di Plikus e presso Amplifica Holdings Group Inc, una società di biotecnologie co-fondata da Plikus.

Il team dello studio comprendeva professionisti del settore sanitario e accademici provenienti da UCI, San Diego, Cina, Giappone, Corea e Taiwan.

Liberamente, tratto, adattato e tradotto dal sito dell’Università di California, Irvine.

Le nostre considerazioni

Il solito annuncio?

Ogni anno, se non più volte all’anno, viene annunciata la “scoperta della cura della calvizie” a cui i media non specializzati fanno da cassa di risonanza. L’annuncio illude sempre molte persone che soffrono di calvizie, ma che non sono molto bene informate in materia. Rispetto ad alcuni anni fa, oggi c’è più informazione sugli argomenti tricologici per cui le persone che credono a questi annunci sono un po’ meno di prima. Peraltro, chi soffre da più anni di calvizie ha sviluppato diffidenza verso questo tipo di annunci proprio perché si ricorda di simili annunci degli anni passati che si sono poi persi strada facendo.

Fig.3: Un annuncio in rete della scoperta di un “cura per la calvizie” del febbraio 2011.

Proteina già conosciuta

Il recente annuncio della UCI lascia un po’ perplessi perché la “molecola” che sarebbe stata “scoperta”, SCUBE3,  è nota da anni. La scoperta iniziale riguardava i tessuti ossei e gli osteoblasti, ma pochi anni dopo veniva messo in evidenza il suo ruolo nella morfogenesi dei follicoli piliferi. Quindi, il ruolo tricologico di questa proteina è noto da una dozzina di anni. Certamente il lavoro della UCI ha il merito di avere evidenziato la sua funzione nei follicoli dei capelli, quindi anche nell’uomo. Tuttavia, anche in questo caso la proteina in questione si collega con il percorso del TGF-beta che è da tempo è noto per essere fondamentale nella calvizie comune.

Peraltro, come abbiamo evidenziato anche di recente, il percorso TGF-beta nella calvizie è a “doppia faccia”. Questo perché è necessario per creare nuovi follicoli e capelli, ma sarebbe invece da inibire per impedirne la miniaturizzazione tipica dell’alopecia androgenetica.

Le “vecchie” scoperte

L’annuncio della UCI ricorda proprio analoghi annunci riguardanti alcuni fattori biochimici che datano a una ventina di anni fa. Per esempio, quello dello stesso TGF-beta e quello del VEGF. Ebbene queste proteine che una ventina di anni fa vennero annunciate come “nuove cure” per la calvizie, sono in realtà delle molecole così complesse che non vengono sintetizzate e commercializzate. Esistono degli estratti isolati delle stesse ricavati in genere da tessuti animali, prodotti molto costosi che sono appannaggio dei soli laboratori di ricerca e di cui è vietato l’utilizzo sull’uomo.

Per questo motivo, l’annuncio della UCI che fa riferimento all’utilizzo di una proteina di questo genere come terapia della calvizie lascia abbastanza perplessi. Più facile che vengano sviluppate molecole meno complesse che la emulino, ma qui vengono in mente i cosiddetti “peptidi biomimetici”.

I peptidi biomimetici

Per emulare questi fattori di crescita con molecole più semplici da produrre e, quindi, più economiche e commercializzabili, intorno al 2010 si puntò sui cosiddetti “peptidi biomimetici”. Questi sono ancora utilizzati in alcuni prodotti dermatologici e contro la calvizie, ma è andato scemando l’entusiasmo che avevano suscitato al momento della loro introduzione sul mercato. Le speranze che potessero essere efficaci come i fattori di crescita che emulano sono ormai svanite.

Fig.4: I peptidi sono solo delle parti delle proteine di cui dovrebbero emulare l’attività.

Il “fattore segreto” del minoxidil

Ad ogni buon conto, la domanda di brevetto della UCI riguarda questa glicoproteina e composti analoghi che abbiano attività “attivante” della crescita dei capelli. Questa caratteristica richiama il minoxidil, l’unico farmaco topico approvato per la cura della calvizie comune. Del minoxidil si è andata approfondendo la conoscenza delle varie azioni che portano alla crescita di capelli (e peli), ma si è sempre ipotizzato che potesse anche emulare un fattore di crescita o qualcosa di analogo. Ebbene SCUBE3 potrebbe anche alla fine rivelarsi quel fattore che viene emulato dal minoxidil e, quindi, questa ricerca potrebbe risultare solo una perdita di tempo.

La selezione e l’attesa

Questo è un rischio che si corre un po’ con tutte le “scoperte” di molecole definibili come “attivanti”. Bisogna capire per tempo se l’attivazione della crescita dei capelli prodotta dalla nuova molecola è la stessa di quella che si ha con molecole già conosciute come il minoxidil. Se è dello stesso genere, va valutato se l’efficacia è superiore o inferiore, mentre se di un genere diverso va verificato se questa azione è sostitutiva in tutto o in parte,  oppure è addizionale rispetto a quella del farmaco già utilizzato.

Tutti questi passaggi fanno anche capire quanto tempo potranno prendere tutte queste verifiche e sperimentazioni. Quindi, come sia inopportuno farsi prendere dall’ansia per l’eventuale uscita sul mercato di questa ipotetica nuova terapia.

Lamentele sulla ricerca

Le lamentele da parte di chi soffre di calvizie verso la ricerca e le industrie farmaceutiche per la mancanza di soluzioni davvero efficaci per questa condizione sono all’ordine del giorno. Queste lamentele spesso non tengono conto della complessità della materia a partire dal fatto che il follicolo pilifero è un organo in miniatura. Fino ad oggi, nessuno ha mai trovato una soluzione per rigenerare organi del corpo piccolo o grandi che siano. Tuttavia, annunci come quello della UCI finiscono sovente per irritare ulteriormente chi aspetta una nuova terapia contro la calvizie.

La ricerca vive di fondi

In questo caso, è allora meglio fare alcune considerazioni sul mondo della ricerca. Questo mondo vive di fondi per la ricerca, fondi che nei paesi dove la ricerca è al top vengono in buona parte forniti da privati che vogliono sviluppare prodotti di successo. Annunci di questo tipo servono appunto a portare l’attenzione degli investitori sulla propria ricerca in modo che possa proseguire. Sapere questo non sarà di grande consolazione. Tuttavia, almeno fa capire perché si sono visti tanti annunci di questo genere e perché ne continueremo a vedere in futuro.

 

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Redazione Calvizie.net
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