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4 trattamenti sotto la lente

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Trattamenti sotto la lente

K-826 di Kintor Pharmaceutics

Si è parlato molto del comunicato con cui Kintor Pharmaceutics ha annunciato i risultati dello studio clinico di Fase III. Si tratta di uno studio multicentrico, randomizzato, in doppio cieco e controllato con placebo per valutare l’efficacia e la sicurezza dell’uso topico di KX-826. Questo è stato applicato due volte al giorno alla concentrazione dello 0,5% nel trattamento della calvizie maschile negli adulti.

Sicurezza OK

L’obiettivo principale di questo studio è la variazione media della conta dei capelli terminali dell’area target  (il “TAHC”) rispetto alla situazione di partenza dopo 24 settimane. Gli obiettivi di sicurezza includono il tipo, l’incidenza e la gravità degli eventi avversi. I risultati hanno mostrato che la sicurezza complessiva dello studio è stata buona, con KX-826 che ha dimostrato un eccellente profilo di sicurezza e non sono stati riportati eventi avversi gravi.

Risultati dubbi

Dopo 24 settimane di trattamento, il TAHC del gruppo di trattamento ha mostrato che KX-826, la pirilutamide, ha promosso la crescita dei capelli rispetto alla situazione iniziale, con una significatività statistica (P<0,0001). Rispetto al placebo, il TAHC è migliorato in tutte le visite nel gruppo KX-826 senza significatività statistica, ma è stata osservata una tendenza all’efficacia. La Kintor Ph. continuerà ad analizzare i risultati dello studio clinico di Fase III in futuro e il gruppo condurrà ulteriori studi clinici multipli su KX-826 per il trattamento topico di calvizie e acne, esplorando la possibilità di commercializzare KX-826. Non vi è però alcuna garanzia che il KX-826 venga sviluppato e commercializzato con successo da Kintor.

I risultati (THAC) di finasteride, dutasteride e minoxidil in assoluto e sottraendo il controllo (placebo).

Il nostro commento

Secondo noi nel caso di Kintor ci sono state aspettative troppo alte che non hanno riscontro con la realtà anche quella dei test clinici. Si tenga conto che le THAC dopo un anno di finasteride, dutasteride e minoxidil si aggirano intorno al +10%. Solo con il mix vincente finasteride+minoxidil 5% si hanno delle medie a un ano superiori al 20%.

Quindi la THAC di K-826 “tendente all’efficace” a 6 mesi andrebbe vista anche su un test di almeno 1 anno di utilizzo. Dopodiché si potrebbe dire di aver scoperto un principio attivo non concorrenziale con gli altri di tipo analogo già in commercio (ad es. il ciproterone acetato). Magari non concorrenziale perché parimenti efficace, ma sicuramente più costoso di un principio attivo disponibile da qualche decennio. Potrebbe quindi trattarsi di un’inefficacia più a livello commerciale che a livello scientifico.

Gli esperienti di Hamilton

Bisognerebbe ricordarsi che la tricologia moderna è nata con la constatazione di Hamilton che il gemello castrato a cui veniva dato testosterone sviluppava calvizie come il gemello non castrato predisposto alla calvizie, ma alla cessazione della somministrazione di testosterone non recuperava i capelli perduti, anche se non ne perdeva più. Pertanto i vari antiandrogeni restano la base per la terapia della calvizie, ma non portano a grandi recuperi, ma solo a un sostanziale mantenimento. Su questa azione andrebbero giudicati e per farlo servono test clinici di almeno 1 anno.

cura calvizie scala hamiltonLa famosa scala di Hamilton rivista da Norwood per l’evoluzione della calvizie maschile.

L’altra molecola di Kintor

Si spera che questo possibile abbandono di K-826 non porti anche all’abbandono dell’altra molecola anticalvizie sperimentata da Kintor. Si tratta GT20029 che è un degradatore del recettore degli androgeni e non un semplice antagonista del recettore. In pratica distrugge il recettore a livello locale, se usato topicamente, quindi senza conseguenze sistemiche.

Delle “finasteridi” naturali?

Notizie più liete arrivano invece da uno studio coreano che ha esaminato con sistemi molto avanzati degli attivi naturali. In questo studio è stato utilizzato un approccio di screening virtuale per identificare i composti che interagiscono con i residui del sito attivo della 5 alfa reduttasi tipo II. Sono stati così analizzati 241 flavonoidi. Tra tutti questi si sono evidenziati i due più potenti flavonoidi, l’eriocitrina e la silimarina, che hanno interagito fortemente con  al 5 AR tipo II, con energie di legame di 12,1 e 11,7 kcal/mol. rispettivamente. Queste sono risultate più significative di quella della molecola di riferimento, la finasteride che ha un’energia di legame di 11,2 kcal/mol.

Per ottimizzare le interazioni tra i composti e la 5 alfa reduttasi tipo II sono state utilizzate simulazioni dinamiche molecolari (200 ns). Tra i  vari composti l’interazione di eriocitrina e silimarina con il 5 AR tipo II è risultata stabile.  Lo studio dimostra che l’eriocitrina e la silimarina forniscono basi di sviluppo per nuovi inibitori della 5 AR tipo II per il trattamento della calvizie comune. Ma vediamo cosa sono queste molecole.

Eriocitrina

L’eriocitrina è un flavonoide presente negli agrumi e che viene estratto soprattutto dal limone. L’eriocitrina ha potenti azioni biologiche grazie alle sue forti attività antiossidanti, antitumorali, antiallergiche, antidiabetiche e antinfiammatorie. L’eriocitrina è risultata molto potente nel sopprimere lo stress ossidativo nel diabete mellito e in altre malattie croniche causate da un eccessivo stress ossidativo. Esistono già in commercio integratori alimentari titolati in eriocitrina che sono indicati per i benefici che possono apportare alla salute metabolica, cardiovascolare e vascolare.

L’eriocitrina è l’ultimo degli attivi benefici che sono stati individuati nel limone

Silimarina

La silimarina è una miscela di silibina, silicristina e silidianina, ovvero tre principi attivi che si trovano in diverse piante, tra cui il Silybum marianum, ossia il cardo mariano o cardo latteo. Il cardo mariano è un’erba fiorita della famiglia delle margherite e dell’ambrosia. È originaria dei Paesi mediterranei.  Tradizionalmente si usa il cardo mariano per problemi al fegato e alla cistifellea. La silimarina è  il principale ingrediente attivo dell’erba è un composto antiossidante ricavato dai semi del cardo mariano. Viene utilizzata come trattamento naturale per patologie quali cirrosi, itterizia, epatite e disturbi della cistifellea.

Alcuni sostengono che il cardo mariano possa anche apportare benefici al cuore abbassando i livelli di colesterolo, nonché  contrastare il diabete nelle persone affette da diabete di tipo 2.  Ci sono invece ricerche contrastanti sui benefici del cardo mariano per la salute del fegato. Potrebbe avere effetti protettivi sul fegato, prevenendone i danni. È stato dimostrato che il cardo mariano può trattare la cirrosi e l’epatite cronica, che possono essere causate dall’abuso di alcol, da malattie autoimmuni o da virus.

La silimarina del cardo mariano è presente in numerosi prodotti farmaceutici e in diversi integratori alimentari. Riguardo alla terapie contro la calvizie uno dei suoi composti, la silibina ha già uno studio alle spalle.  Porta a compimento il percorso WNT arrivando a incrementare il fattore TCF/LEF, che è fondamentale per invertire il processo della miniaturizzazione dei capelli.

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La silimarina si estrae dai semi del cardo mariano (Silybum marianum).

Il quarto estrogeno

Un’altra ricerca ha invece evidenziato la possibile utilità anticalvizie di un estrogeno chiamato estetrolo che in sigla è indicato come E4. L’estetrolo (E4) è un estrogeno naturale prodotto dal feto durante la gravidanza. L’E4 è stato recentemente approvato come componente estrogenico di un nuovo contraccettivo orale combinato e attualmente si trova nella fase più avanzata di sviluppo clinico per il suo utilizzo come terapia ormonale sostitutiva (TOS) in menopausa. In questo studio si sono proposti di valutare la capacità dell’E4 di regolare la crescita dei capelli.

E’ noto che gli estrogeni esercitano un ruolo diretto nella regolazione del ciclo pilifero, dal momento che i recettori degli estrogeni sono espressi prevalentemente nell’epitelio degli follicoli dei capelli. Le donne in post-menopausa sviluppano spesso una calvizie di tipo femminile a causa della diminuzione della secrezione ovarica di estrogeni. Al contrario, è pure accertato che durante la gravidanza elevati livelli di estrogeni portano a un incremento dei capelli in crescita.

Considerando che l’estetrolo è prodotto dal feto durante la gravidanza si potrebbe attribuire a questo estrogeno il noto l’effetto sui capelli delle donne incinte. E’ anche noto che dopo la gravidanza si verifica spesso una caduta dei capelli che potrebbe essere dovuta proprio al venir meno di questo ormone.

gravidanza

Negli ultimi mesi di gravidanza i capelli si infoltiscono su azione degli estrogeni

Il Test con E4

Il test preliminare con E4 è avvenuto su follicoli dei capelli della fronte e delle tempie prelevati da 4 donne sopra i 50 anni. I follicoli sono stati esposti nell’esperimento ex vivo sono stati sottoposti  a diverse concentrazioni di E4 (300nM, 3µMe 30µM). In seguito sono stati valutati, mediante analisi dettagliate, le fasi del ciclo dei capelli, la proliferazione dei cheratinociti della matrice dei follicoli, l’induttività della papilla dermica (DP), e altri valori. Tra questi la percentuale di cellule progenitrici delle cellule staminali del follicolo. Questo valutando la positività a CD34.

I risultati

Il trattamento con E4 ha portato a un aumento tendenziale (con i dosaggi minimo e massimo rispettivamente di 300nM e di 30µM) o significativo (con il dosaggio medio 3µM) del numero di follicoli in fase anagen (in crescita), ulteriormente supportato da una maggiore proliferazione dei cheratinociti della matrice.

Il trattamento con E4 ha stimolato l’induttività dei fibroblasti del papilla dermica. Nel loro insieme, i dati suggeriscono che il trattamento con l’E4 aumenta il mantenimento dell’anagen, stimola la produttività della papilla dermica e promuove l’espansione delle cellule progenitrici delle staminali dei follicoli.

A questo proposito si tenga conto che è appunto abbastanza recente la scoperta che nei follicoli colpiti da calvizie non mancano le cellule staminali, ma vi è carenza delle cellule progenitrici.

Questi risultati indicano un ruolo potenziale dell’E4 nel prevenire lo sviluppo della fase di arresto (categen) dei follicoli e i noti cambiamenti coinvolti nella miniaturizzazione dei capelli.

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Redazione Calvizie.net
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