Calvizie genetica: le ricerche tedesche
Gli studi più dettagliati sulla genetica della calvizie comune sono stati portati avanti in questi anni dall’Università di Bonn, in Germania. Sono stati trovati diversi geni collegati con la calvizie comune, ma nelle pubblicazioni precedenti non appariva chiaro a cosa sovraintendessero molti di questi geni. Nello specifico, si erano solo evidenziati i collegamenti con gli androgeni, il loro recettore e gli enzimi coinvolti nel loro metabolismo. Invece, ora, una recente pubblicazione fa chiarezza su diversi anni di scoperte sui geni coinvolti nella calvizie.
Ormoni sessuali e oltre
In questa ultima pubblicazione, vi è, quindi, il riepilogo e la spiegazione degli studi precedenti e viene ribadito il ruolo primario degli androgeni e del loro metabolismo. Inoltre, emerge anche il ruolo giocato dagli estrogeni, o dalla loro carenza, nella calvizie comune. Al di là degli steroidi sessuali, emerge poi il ruolo di altri ormoni come la melatonina, il paratormone, la prolattina, gli ormoni per il rilascio della corticotropina e delle gonadotropine, la melanocortina e l’IGF-1, ossia il fattore di crescita insulino-simile.
Androgeni
Innanzitutto, viene confermata la centralità per la calvizie di variazioni del recettore degli androgeni AR localizzate nella regione del cromosoma X che si trova vicino ai geni del recettore dell’ectodisplasina A2. Così come viene confermato il ruolo dei geni dell’enzima 5 alfa reduttasi di tipo II che trasforma il testosterone in DHT nei follicoli dei capelli. Il gene della topoisomerasi I è poi individuato come un regolatore della sensibilità dei follicoli al processo di miniaturizzazione della calvizie. Altri geni legati all’azione degli androgeni rimandano alla regolazione dell’importante percorso WNT/beta-catenina di cui si è molto parlato negli ultimi tempi.
Il livello nel sangue
Infine, per quanto riguarda gli androgeni, l’analisi dei geni coinvolti nella calvizie rileva due geni collegati col livello degli androgeni nel sangue. Pertanto, queste variazioni genetiche potrebbero spiegare il ruolo del metabolismo degli androgeni nei tessuti periferici o l’influenza dei livelli di androgeni nel sangue sulla predisposizione alla calvizie.
Estrogeni
Nella calvizie sono coinvolti anche i geni che regolano gli estrogeni. In particolare, le analisi genetiche più recenti hanno evidenziato che, sebbene sia il recettore degli estrogeni ER-beta il più abbondante nei follicoli dei capelli, la patogenesi della calvizie dipende più dal recettore ER-alfa. Da tempo, si è scoperto che gli estrogeni stimolano la crescita dei capelli nella zona frontale e temporale maschile.
Fig.1: I geni della calvizie collocati sui diversi cromosomi e le loro azioni sui capelli.
Melatonina
I ricercatori hanno individuato due sequenze geniche associate alla calvizie che hanno a che fare con la segnalazione della melatonina. Secondo gli autori della pubblicazione, la melatonina è coinvolta nella calvizie su tre possibili livelli. Innanzitutto, interagendo con il metabolismo degli androgeni e degli estrogeni contrasterebbe la riduzione della fase di crescita (anagen) indotta dagli androgeni. In secondo luogo, un effetto sulla pigmentazione dei capelli che potrebbe essere la causa della perdita del colore dei capelli miniaturizzati. Infine, ha un effetto di crescita sui capelli testato in vitro e dal vivo che ha portato all’utilizzo di melatonina topica contro la calvizie sia maschile che femminile.
Paratormone
Sia il paratormone che il peptide correlato sono stati oggetto di ricerche relative al loro ruolo sul ciclo dei capelli. Le analisi genetiche hanno indicato un loco associato alla calvizie riguardante il peptide collegato al paratormone (PTHLH). Nei topi questo peptide quando viene sovraespresso porta all’interruzione prematura della fase di crescita (catagen) del pelo. Viceversa quando vengono somministrati degli analoghi modificati di questo peptide si ha prolungamento della fase di crescita e anche la riduzione dell’alopecia prodotta dalla ciclofosfammide (agente chemioterapico). Si ipotizza che gli stessi effetti di accorciamento dell’anagen e di induzione del catagen prematuro si verifichino nell’uomo tramite questo peptide.
Prolattina
Questo ormone prodotto dall’ipofisi è stato studiato a lungo per il suo ruolo sul ciclo dei capelli. Le analisi genetiche hanno trovato uno stretto legame tra i geni preposti alla prolattina e delle vicine aree a rischio per la calvizie sulla stessa banda cromosomica. La prolattina stimola la produzione degli androgeni delle adrenali e dei livelli elevati di prolattina portano a irsutismo e caduta dei capelli sulle stesse zone sui cui incide la calvizie comune. Inoltre, negli studi ex vivo sui capelli umani, si è dimostrato che la prolattina fa crescere i capelli del frontale femminile. Invece, blocca la crescita dei capelli maschili della nuca che non sono soggetti a calvizie.
In aggiunta, delle ulteriori analisi hanno mostrato differenze nel percorso di segnalazione delle prolattina che possono spiegare la diversa sensibilità alla calvizie delle zone dello scalpo maschile. La prolattina può avere un effetto inibitore sulle cellule staminali dei follicoli dei capelli maschili producendo la nota miniaturizzazione della calvizie.
CRH
La ricerca ha dimostrato che nell’uomo i follicoli piliferi possiedono un asse ipotalamo-ipofisi-surrene pienamente funzionante sia come organo bersaglio che come sorgente per l’ormone di rilascio della corticotropina, CRH. Studi recenti sui topi hanno confermato il ruolo del CRH nel ciclo dei follicoli e nella produzione di melanina. Le analisi del genoma hanno rivelato una variante del recettore del CRH che è frequente nei portatori di calvizie. Per i ricercatori, questo ormone, che aumenta insieme al suo recettore con l’invecchiamento, influirebbe sulla riduzione della fase di crescita (anagen) anticipando quella di arresto (catagen) sulla perdita del colore dei capelli miniaturizzati. Sarebbe questo il vero ormone prodotto in condizioni di stress che danneggia i capelli e non il sinora ingiustamente criminalizzato cortisolo (idrocortisone).
Fig:2: Un caso di alopecia psicogena dovuta allo stress (dal sito della S.I.tri).
GnRH
Finora, non stati trovati geni legati alla calvizie per l’asse ipotalamo-ipofisi-gonadi, ma i ricercatori ritengono che anche il GnRH, l’ormone di rilascio delle gonadotropine, debba essere menzionato tra gli ormoni che influiscono sulla calvizie. Più che altro perché stimola la produzione degli ormoni sessuali che abbiamo visto coinvolti direttamente con questa patologia.
Melanocortine: capelli e genetica
Le mutazioni del gene del recettore della melanocortine sono state associate ai capelli rossi, alla carnagione chiara con scarsa capacità di abbronzarsi e a un alto rischio di cancro alla pelle. Lo stesso gene del recettore MRC1 risulta coinvolto nella calvizie e il recettore si trova espresso maggiormente nei follicoli . Il percorso di segnalazione di questi ormoni può essere coinvolto nella calvizie e nella perdita del colore dei capelli miniaturizzati. Il sistema delle melanocortine ha anche effetti protettivi sui follicoli che possono evitare l’entrata prematura nella fase di arresto della crescita (catagen). La produzione di melanina protegge i follicoli dai raggi UV e dai radicali liberi. Inoltre, l’alfa-MSH protegge il follicolo tramite il privilegio immunologico e accresce i meccanismi di riparazione dei danni al DNA.
Anche le melanocortine con i relativi recettori fan parte della risposta allo stress dell’asse ipotalamo-ipofisi-surreni riprodotto a livello locale la cui stimolazione incrementa la produzione di questi ormoni ipofisari.
IGF-1
Vent’anni fa è stato proposto un collegamento tra la resistenza all’insulina e la comparsa precoce della calvizie. L’analisi genomica successiva ha confermato il coinvolgimento del percorso di segnalazione dell’insulina e del fattore di crescita insulino-simile IGF-1. Questo fattore regola la proliferazione cellulare e facilita il mantenimento della fase di crescita del follicolo (anagen). Anche l’IGF-1 partecipa con l’alfa-MSH a imporre il privilegio immunologico al follicolo in fase di crescita. L’IGF-1 è regolato dagli androgeni e si è scoperto che è espresso maggiormente nei pazienti che hanno una buona risposta a finasteride usata contro la calvizie.
Una proteina legante dell’IGF-1 (IGFBP3) ha un ruolo nella regressione del follicolo (catagen) perché viene espressa in questa fase nella zona dove si verifica la morte cellulare (apoptosi). La stessa proteina nei topi porta a una ridotta proliferazione cellulare e alla miniaturizzazione del pelo senza coinvolgere altre proteine analoghe e nemmeno l’IGF-1.
Vantaggi e svantaggi della calvizie
I ricercatori tedeschi terminano la pubblicazione facendo delle considerazioni sulle correlazioni tra la calvizie e alcune patologie. I geni coinvolti nella calvizie dovrebbero proteggere dall’artrite reumatoide e dalla sclerosi multipla. La correlazione sarebbe dovuta al ruolo dei mastociti in queste patologie e della segnalazione della prolattina e del CRH. Anche la densità minerale ossea sarebbe collegata positivamente con la calvizie attraverso il peptide correlato al paratormone (PHTLH). Condividono alcuni geni della calvizie patologie come la sindrome metabolica, la resistenza all’insulina e l’ipertensione. Le varianti genetiche della calvizie sono poi comuni alla sindrome dell’ovaio policistico (PCOS) e il collegamento in questo caso sarebbe l’ormone di rilascio delle gonadotropine GnRH.
Calvizie genetica: le conclusioni
La calvizie è incontrovertibilmente una caratteristica che dipende dagli ormoni. Gli androgeni rivestono un ruolo predominante tra tutti gli ormoni coinvolti. Altri ormoni e percorsi endocrini contribuiscono alla calvizie. In particolare, la melatonina, il GnRH e l’IGF-1 sono coinvolti nell’azione degli androgeni sul follicolo dei capelli. Sempre la melatonina, la prolattina, le melanocortine e il CRH agiscono sul ciclo di vita del capello potendolo alterare. La melatonina e il CRH sono coinvolti nella depigmentazione dei follicoli miniaturizzati. La prolattina determinerebbe le zone coinvolte dalla calvizie.
Per trovare cure efficaci
I ricercatori tedeschi ritengono che gli approfondimenti con ulteriori ricerche per trovare cure efficaci per la calvizie e altre patologie dei capelli siano da indirizzare in particolare sul coinvolgimento del percorso di segnalazione della prolattina e su quello di IGF-1. Questo perché questi due percorsi presentano azioni diverse a seconda della zone dello scalpo e su maschi e femmine.
APPROFONDIMENTI
Fallimento dell’intervento di autotrapianto di capelli dovuto alla prolattina.
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Sì almeno alla fine il cortisolo è stato scagionato 🙂 Sto approfondendo sui singoli punti, per il CRH probabilmente abbiamo già dato con il flop dell’Astressina B (se non la ricordi o te la sei persa fai un “cerca”). Tanto è vero che alla fine i ricercatori puntano su prolattina e IGF-1, tra tutti. Però lo fanno dopo aver detto che sugli altri ormoni bene o male si era già sperimentato qualcosa. Parliamo di melatonina topica che comunque non ha esaltato, poi appunto di questa Astressina che pure non ha fatto vedere risultati e loro ci mettono anche il paratormone e dintorni dove però ci sono stati solo dei test con il paratormone bovino che agisce da antagonista.
Io però mi sono andato a leggere gli studi citati e con il paratormone potrebbe funzionare il calcitriolo che era venuto fuori da altra ricerca e che sto usando da qualche settimana. Per la prolattina ci sono diversi estratti naturali che ne riducono la produzione, sarebbe bello trovare qualcosa di topico che funziona, gli antagonisti sono sostanze di origine naturale (derivati dall’ergot o Clavice purpurea) che però sono difficili da procurarsi perché sono farmaci anticancro specifici.
Per l’IGF-1 ci sarebbero alcune cose, ma non fresche fresche e poi è qualcosa che si è già tentato per esempio con il famoso chetone del lampone che è finito anche in prodotti tipo i balsami Biotherm. Per esempio sarebbe utile l’acido ascrobico 2-fosfato o l’illicium anisatum (shikimi), ma sa tutto un po’ di già visto e sperimentato.
I ricercatori dicono chiaramente che i percorsi più importanti sono quelli degli steroidi sessuali ossia gli androgeni in primis e gli estrogeni in secundis e questo ci potrebbe bastare, comunque da qui si dovrebbe cominciare se non si è già cominciato e spingere se non lo si è ancora fatto.
In fondo anche la psicogena viene alla fine curata con minox e fina, quindi…e poi non è detto che alla fine non venga fuori che il minox solfato (l’attivo) non sia antagonista proprio della prolattina, visto che tra gli attivi naturali antiprolattina ci sono vari estratti naturali che agiscono contro la disfunzione erettile.
Ciao
MA – r l i n
Ci può essere anche il caso opposto, ossia troppo attivo è meno efficace, come per la cetirizina. O lo stesso DHT che ridotto del 90% favorirebbe la crescita. Per me è possibile che siano stati scartati attivi utili perché non utilizzati nel modo giusto. Quindi per me non significa molto che un principio attivo esista da mezzo secolo come il minox o da dieci anni come l’astressina, perché magari può essere stato utilizzato male o non abbinato bene.
Non c’è solo l’agnocasto:
[URL unfurl=”true”]https://www.supersmart.com/en/shop/hormone-health/natural-anti-prolactin-support-supplement-0709[/URL]
Ciao
MA – r l i n
Testimonianza interessante che potrebbe anche voler dire che le dosi di melatonina utilizzate topicamente sono finora state troppo basse.Comunque complimenti al suocero se le cose vanno di bene in meglio pochi arriverebbero a sospettate che ci sia qualcosa che non va, ma in effetti un barbiere abituato a vedere solo peggioramenti dei capelli, può anche ragionare così quando vede un miglioramento mai visto.
Va anche detto che se era l’epifisi e non l’ipofisi che è vicina, ma non attaccata, l’ormone in questione era solo la melatonina, che tuttavia sarebbe famosa anche come antitumorale, anche se questa fama è dovuta più che altro al fatto che sia antiestrogenica e qui le cose si complicano per quanto riguarda i capelli.
Ciao
MA – r l i n
Mi ha sempre colpito il fatto che la psicogena si curi con le cure standard per la calvizie ossia fina e minox, sicuramente c’è un collegamento tra gli androgeni e gli altri ormoni. La prolattina dovrebbe essere quello che influisce sul pattern, a sentire i ricercatori tedeschi che poi sono anche quelli che hanno scoperto la maggior parte dei geni dell’aga. Per questo non mi meraviglia che sia proprio la Bayer a sviluppare un farmaco antiprolattina per l’aga.
Avevo visto gli studi sul DHT di sfuggita, occorre approfondire.
Ciao
MA – r l i n
Classicamente si prende l’agnocasto ad almeno 400 mg. Ma c’è un integratore mirato senza agnocasto della Supersmart.
Ciao
MA – r l i n
Eh la miseeriaa! +109% di terminali! Avremmo risolto… :LOL:
Comunque come avevi detto è la Bayer quindi è di tutto rispetto come brevetto, non sono i soliti sperimentatori pazzi…
Mi pare strano solo che non se ne parli più di tanto.
Ciao
MA – r l i n
Devo dire che quando si parla di “anticorpi” le cose si complicano, sono farmaci molto raffinati che avrebbero dei costi elevati da far impallidire il latanoprost.
Comunque è importante perché la strada potrebbe essere quella giusta, magari usando cose più rozze e in commercio da tempo:
[URL unfurl=”true”]https://www.drugs.com/drug-class/prolactin-inhibitors.html[/URL]
Sono antagonisti della prolattina e agonisti della dopamina, quindi usati contro il Parkinson, a questo proposito potrei chiedere a mia suocera… :LOL:
Ciao
MA – r l i n
Ce lo so;) , ma non si possono utilizzare al posto dei farmaci anche perché significherebbe mangiarne almeno due etti ogni giorno. Quello che è ricchissimo di levodopo è il fiore di fava, bisognerebbe farne un estratto.
Ciao
MA – r l i n
Una cosa che forse si possono permettere solo da alcune parti, dove ci sono campi di fave, forse in Toscana, il fiore di fava non l’ho mai trovato in vendita.
Ciao
MA – r l i n
[QUOTE=”elduderino, post: 1433868, member: 30309″]
Anche a me fa strano che non se ne parli
“The antibody was effective in stimulating hair growth in aged stump-tailed macaques, [B]nearly doubling the number of terminal hairs after 6 months[/B] even in previously fully bald areas and showing a [B]sustainable impact even after 2 years [/B]post treatment. Notably, the [B][I]stump-tail macaque model is considered one of the rare predictive animal models for male and female pattern hair loss in humans”[/I][/B]
[/QUOTE]
Probabilmente NON funziona sui topi… per questo che non ne parlano! :LOL:
Trovo questa discussione estremamente interessante e avrei una domanda a riguardo: mi si è scatenato un effluvio dopo la sospensione di un farmaco per la ricaptazione della serotonina; so che questo tipo di farmaci agiscono anche sulla melatonina, per cui secondo voi avrebbe senso considerare un’integrazione della stessa? Nel caso, topica o sistemica?
Ho notato anche un inizio di canizie in concomitanza con l’esplosione dell’effluvio, a maggior ragione quindi considero la melatonina cruciale per il mio caso
Io è da anni che vado di melatonina sistemica, per dormire, non per i capelli e forse qualcosa fa anche sui capelli e sulla loro pigmentazione. Comunque è un buon presidio anti-cancro.
Ciao
MA – r l i n
3 mg è il mio dosaggio da anni, ho sperimentato inizialmente 5 mg, ma finivo per fare sonni un po’ agitati.
Ciao
MA – r l i n
Assumo 3 mg perché sino a qualche anno fa la melatonina era disponibile in vari dosaggi e 3 mg era il dosaggio che andava bene per me. Poi le autorità sanitarie hanno stabilito che la melatonina deve essere in dosi da 1 mg perché questa dose sarebbe efficace l’unica cosa ufficialmente riconosciuta alla melatonina, ossia il contrasto del “jet lag”. Tuttavia non possono impedire che uno torni a prendere i dosaggi adottati prima di questo provvedimento alquanto assurdo.
Se hai avuto effluvio e hai pattern diffuso potresti anche non avere aga. Sei andato da un bravo tricologo? Comunque la questione della prolattina vale anche per il classico pattern dell’aga. Hai misurato la prolattina a riposo? Comunque per abbassare la prolattina si devono prendere almeno 400 mg di estratto di agnocasto al giorno.
Ciao
MA – r l i n
Io prendo la Specchisol che è anche dolcificata e ne prendo 3 pastigliette a sera e vado avanti 2 mesi con un barattolino.
Ciao
MA – r l i n
Non ha importanza, in eccesso e sopratutto a livello di scalpo non fa bene ai capelli indipendentemente da questa attività.
Ciao
MA – r l i n
Sono attività secondarie che hanno anche altri ormoni, tipo l’ossitocina, se andiamo dietro a tutte queste cose non si potrebbe più vivere, quindi per tutte le azioni che aumentano il DHT ci sono appunto gli anti-dht.
Ciao
MA – r l i n
Comunque le cose sono più complesse di così, infatti la prolattina è antagonizzata dalla dopamina, ma anche questa non è benefica per i capelli per lo stesso meccanismo. Quindi la conclusione è sempre la stessa con aga si deve per prima cosa ricorrere agli anti-dht.
Ciao
MA – r l i n
Ecco e ora io cosa scrivo nel prossimo articolo? 🙂
Vorrei appunto parlarne nel prossimo articolo su prolattina e dintorni. Quindi il PDF non devi postarlo lo linkerò nell’articolo.
Ciao
MA – r l i n
Non preoccuparti, io devo fare circa un articolo alla settimana, appena partorito l’ultimo devo mettermi a caccia del prossimo argomento, non è sempre facile trovare cose interessanti. Vedo che gli ultimi non hanno avuto molto seguito qui, eppure dentro c’erano cose interessanti. L’ultimo è stato sui capelli bianchi su cui si sono delle novità, possibilmente anche terapeutiche, ma non sembrano interessare più di tanto sul forum. Quindi lo spoileraggio non è una catastrofe per me:)
Per quanto riguarda il link tra androgeni e prolattina che hai postato sopra, il rischio e che si scopra l’acqua calda, ossia che è utile bloccare l’azione degli androgeni. Invece il blocco della prolattina in sé sarebbe una grande novità perché gli effetti collaterali sono opposti a quelli temuti con il contrasto degli androgeni. Ossia libido a palla, anche troppo, ossia pericolo di eiaculazione precoce.
Ciao
MA – r l i n
E’ il caso di dire “che macachi!” 🙂
Vanno a comprare tutto quello che è in fase sperimentale, poi lo provano qualche mese e avanti col prossimo…
Bisogna dare una speranza anche ai vecchiacci come me:), magari con le terapie anti-age sui telomeri di cui abbiamo parlato di recente, in modo che poi si usano gli anticorpi antiprolattina con risultati analoghi ai giovani.
Per come sono fatto io inizierei a provare l’agnocasto topico tipo lozione Restax uomo, magari funziona. Ora però non lo farò perché sono ancora in ballo con i primi tre mesi di metodo Follica.
Ciao
MA – r l i n
L’unica è puntare sugli antagonisti del recettore della prolattina, ma non ce ne sono molti.
[URL unfurl=”true”]https://en.wikipedia.org/wiki/Prolactin_receptor[/URL]
Secondo un vecchio studio qualcosa di simile farebbe la serenoa:
[URL unfurl=”true”]https://link.springer.com/article/10.1007/BF02255223[/URL]
Ciao
MA – r l i n