giovedì, Ottobre 10, 2024
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Curcuma, prima condannata e poi scagionata

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Gli allarmi ripetuti

La notizia che degli integratori a base di curcuma avevano dato seri problemi al fegato (epatite colecistica acuta) ad alcuni utilizzatori si è diffusa nei mesi scorsi a ondate, mano a mano che il Ministero della Salute ampliava la lista degli integratori ritirati dalla vendita al pubblico. Si sospettavano dei lotti di estratti di curcuma contaminati ai quali avrebbero attinto alcune marche di integratori più o meno note.

Le analisi

Le analisi sugli integratori ritirati dal mercato e sui rispettivi lotti hanno invece dato esito negativo, ossia nessuno lotto e nessun prodotto a base di curcuma di quelli ritirati dal mercato è risultato contaminato. Nemmeno gli altri ingredienti dei vari integratori hanno mostrato alterazioni e contaminazioni.

Gli utilizzatori a rischio

E’ stato chiarito che si è trattato di una ventina di casi riguardanti soggetti con suscettibilità individuale o con preesistenti problemi epatico-biliari o che hanno assunto uno di questi integratori insieme ad alcuni farmaci. Per questo le autorità sanitarie hanno disposto che sugli integratori a base di curcuma dovrà comparire un apposito avviso per sconsigliarne l’utilizzo in questi casi.

curcuma
Alcuni integratori con estratti di curcuma hanno suscitato l’allarme delle autorità sanitarie.

Informazione corretta e non

Molti media che hanno parlato di questo allarme sulla curcuma contenuta negli integratori hanno dato la notizia correttamente e diversi tra loro hanno anche riportato la notizia del rientrato allarme, tuttavia c’è chi ha approfittato dell’allarme creato da questo caso per estenderlo agli integratori di ogni tipo, magari riciclando degli studi sull’inutilità di alcune integrazioni che con la curcuma e le altre sostanze fitoterapiche non c’entrano nulla.

Allarmismo indiscriminato

Infatti dal mondo della ricerca escono ogni tanto articoli che stigmatizzano l’utilizzo degli integratori, mostrandone l’inefficacia se non addirittura la dannosità. Di solito questi articoli prendono in considerazione solo le vitamine e gli oligoelementi più utilizzati (ferro, calcio, iodio, magnesio, selenio….), ma su alcuni media queste conclusioni vengono estese a tutta la categoria degli integratori senza fare distinzione alcuna tra le diverse sostanze.

I “segmenti” di mercato

Negli ultimi anni è andato crescendo esponenzialmente il numero delle persone che si affidano alle cure naturali e all’interno di questo segmento di consumatori sono sicuramente cresciuti anche gli estremisti, ossia coloro che rifiutano i farmaci di sintesi e le terapie rese disponibili dall’industria farmaceutica.

Per reazione a questa tendenza si è andato sviluppando anche l’estremismo opposto, ossia quello di coloro che ritengono del tutto inutili, se non dannose, le cure alternative e naturali.

A questo si dovrebbe aggiungere il fatto che le singole sostanze naturali non sono brevettabili, pertanto l’industria farmaceutica tende a puntare sulle molecole di sintesi che possono garantire per anni l’esclusività commerciale e con questa i maggiori profitti.

curcuma
Prima della curcuma casi analoghi di epatite si erano verificati col the verde e le sue catechine. Anche in questo caso si trattava di assunzione da parte di persone predisposte o che assumevano farmaci.

Un falso dilemma

La disputa tra fautori dei principi attivi naturali e quelli di sintesi è cavalcata dai media per attirare l’interesse del pubblico, ma si tratta di un falso dilemma dal momento che nella farmacopea europea più della metà dei rimedi è naturale o di origine naturale, quindi il giudizio sull’efficacia o sulla nocività di una sostanza deve basarsi sulla singola sostanza e non sul fatto che esista in natura oppure sia artificiale.

Ci sono sostanze naturali che sono classificate come farmaci tanta è la loro potenza e anche la loro pericolosità in caso di abuso (si pensi a molti antibiotici o immunosoppressori tratti da funghi e muffe o alla digossina della digitale purpurea e ai suoi effetti sul battito cardiaco, per non parlare dell’aspirina, il farmaco più famoso, pure di derivazione naturale) e sostanze naturali che non hanno gli effetti dei farmaci ad azione analoga, ma che possono comunque migliorare lo stato di salute e contribuire al benessere delle persone.

capsures
L’integratore per i capelli Capsures, a base di estratto di curcuma e resveratrolo.

Curcuma, capelli e salute

Tornano alla curcuma e al suo principale attivo che è la curcumina, ricordiamo che questa è alla base di alcuni noti integratori che aiutano contro la perdita dei capelli, primi tra questi il Capsures e il Tricapsures. Agendo contro le infiammazioni è consigliata per contrastare gli effluvi sia stagionali che cronici, nonché per combattere l’infiammazione che si accompagna alla calvizie comune a partire dalle classiche dermatiti. E’ in generale ritenuta un buon antinfiammatorio avendo solo il problema della biodisponibilità che viene favorita accostandole l’estratto di pepe nero, oppure veicolandola in olio preferibilmente di oliva che è pure un valido agente contro le infiammazioni.

 

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I nuovi composti analoghi della curcumina attivi contro il cancro alla prostata, aumentano la degradazione del recettore degli androgeni.

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Redazione Calvizie.net
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La redazione di Calvizie.net è formata da medici, specialisti e appassionati al tema della tricologia. Dal 1999, ci dedichiamo a diffondere informazioni sempre aggiornate sulla cultura della salute dei capelli.
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