I capelli miniaturizzati possono tornare capelli normali? Uno studio rilancia le speranze per chi soffre di calvizie comune.
Irreversibilità della calvizie?
Di recente si è sostenuto che una volta che i follicoli dei capelli si sono miniaturizzati per effetto della calvizie comune diventando (peli) vellus non è più possibile il processo inverso. Per questo motivo i trattamenti contro la calvizie risultano tanto più efficaci quanto più per tempo vengono utilizzati. Purtroppo la maggior parte di coloro che soffrono di calvizie inizia a trattare la perdita dei capelli quando i diradamenti risultano evidenti, di solito quando nelle zone diradate si è persa più della metà della densità originale.
Limiti di minoxidil e finasteride
Le due terapie ufficiali contro la calvizie maschile, il topico minoxidil e la finasteride orale non riducono in modo significativo il numero di vellus. Rushton, Van Neste e altri ricercatori hanno evidenziato che la ricrescita dei capelli in seguito ai trattamenti contro la calvizie è dovuta soprattutto a un aumento dell’uscita dai capelli dalla fase di quiescenza, detta kenogen. In questa fase il follicolo non contiene un fusto visibile.
Le terapie efficaci come minoxidil, finasteride e altri attivi secondo gli studi di questi ricercatori portano a un aumento dei fusti di capelli che riflette principalmente l’inizio della fase di crescita, l’anagen, nei follicoli in quiescenza.
Il trapianto è l’unico rimedio se la calvizie non è presa per tempo.
Poi c’è solo il trapianto?
Il concetto provocatorio di questi ricercatori è in contrasto con precedenti evidenze istologiche e ha importanti conseguenze cliniche. Infatti rende necessario intervenire molto per tempo contro la calvizie, dopodiché c’è solo il trapianto di capelli.
Che in assoluto i vellus possano trasformarsi in fusti spessi, ossia in cosiddetti terminali, è smentito dai farmaci che inducono l’ipertricosi, come il minoxidil e la ciclosporina A. Anche diversi ormoni hanno questo effetto di convertire piuttosto rapidamente i follicoli dei vellus in follicoli che generano fusti spessi e lunghi. Tipicamente lo hanno gli androgeni sui peli del corpo e sulla barba. Ma anche l’ACTH ossia l’ormone adrenocorticotropo (ACTH) che stimola la produzione dei corticosteroidi e il cortisolo (idrocortisone) stesso.
L’ipotesi secondo la quale i peli vellus non possono tornare terminali si basa sull’unità di area del tricogramma e del fototricogramma e questa si basa sulla rilevazione dei fusti dei soli capelli miniaturizzati visibili. Questo tipo di rilevazione presenta però delle limitazioni metodologiche intrinseche, perché i follicoli in quiescenza non hanno capelli visibili.
Uno studio ora la mette in discussione
Questa ipotesi è ora messa in discussione da uno studio internazionale condotto da tre ricercatori tra i quali spicca il noto specialista dr. Ralf Paus. In questo studio sono state prese 57 biopsie lesionali di pazienti con calvizie comune (con età media 36 anni) e trapiantate sulla cute dei topi da laboratorio. Questi sono stati trattati con minoxidil 5% o con PRP, oppure con il semplice veicolo e PRP non attivato come controlli. Questo esperimento è durato 4 mesi con applicazioni giornaliere di minoxidil 5% e un’iniezione di PRP ogni mese.
Secondo gli autori le biopsie sezionate orizzontalmente sono il metodo più accurato per valutare la miniaturizzazione dei follicoli e la loro eventuale reversibilità a terminali.
Non solo vellus e terminali
I ricercatori hanno anche distinto un terzo tipo di capello tra i vellus e i terminali. Ossia il capello intermedio, in via di miniaturizzazione. I vellus hanno tipicamente fusti di diametro inferiori a i 30 micrometri (micron). Gli intermedi hanno diametri che vanno dai 30 ai 60 micrometri, mentre i terminali hanno diametri del fusto superiori ai 60 micrometri.
Il meccanismo ipotizzato per la trasformazione del capello vellus a terminale
La questione del muscolo erettore
I ricercatori hanno affrontato anche un’altra teoria che contrasta con le speranze di chi soffre di calvizie androgenetica. Si tratta della teoria del noto tricologo australiano dr. Rod Sinclair secondo cui i follicoli miniaturizzandosi perderebbero il contatto col minuscolo muscolo erettore del pelo e questa perdita renderebbe irreversibile la calvizie. Hanno così distinto tra i vellus dotati di questo muscolo e quelli non dotati ipotizzando che solo i primi siano stati in precedenza capelli terminali, mentre i secondi siano sempre stati solo vellus.
I risultati
Dopo 4 mesi di terapia le biopsie trattate con minoxidil e PRP, ma non quelle di controllo, hanno mostrato una significativa riduzione dei follicoli vellus dotati di muscolo erettore.
Invece i capelli vellus senza muscolo erettore sono rimasti pressoché immutati di numero. Anche i capelli intermedi trattati con minoxidil o PRP si sono ridotti di numero, mentre sono aumentati i capelli spessi di tipo terminale sottoposti ai trattamenti.
Le due ipotesi
Per i ricercatori questi dati possono essere interpretati come una conferma della teoria di Sinclair per cui i follicoli senza muscolo erettore non possono diventare terminali. Possono essere però interpretati anche ipotizzando che i vellus che sono sempre stati tali non rispondono al minoxidil e al PRP come i capelli vellus e gli intermedi che in passato erano terminali.
La sintesi dei risultati del test, la media dei vellus con muscolo erettore diminuisce coi trattamenti, come diminuisce quella degli intermedi, mentre quella dei terminali aumenta. (dallo studio qui commentato).
Confermata la reversibilità
Secondo gli autori questo test riconferma la vecchia teoria ufficiale che grazie alle terapie si ha il ritorno di anche dei vellus a capelli terminali. Si potrebbe al limite sospettare che i vellus diminuiscono perché scompaiono, ma questo fatto non è mai stato constatato con l’utilizzo di queste terapie.
Le possibili obiezioni
Gli autori si impegnano a mettere alla prova il loro esperimento con alcune obiezioni.
Si potrebbe infatti supporre che la ricrescita constatata sia dovuta a un effetto indotto dalla guarigione delle lesioni dei trapianti. Però un effetto simile sarebbe stato registrato anche sui controlli sui quali pure sono stati fatti gli innesti, ma che non sono stati trattati.
Vi è poi la possibilità che la ricrescita sia in parte dovuta al minore livello nel siero del sangue dei topi di testosterone rispetto agli uomini. I livelli di DHT invece sono piuttosto simili tra uomini e topi. Anche qui però non si spiegherebbe la ricrescita significativa solo nei soggetti trattati e non nei controlli.
Infine, aggiungiamo noi, per eseguire gli innesti gli animali devono essere immunodepressi per non avere rigetto. Altri esperimenti su topi immunodepressi trapiantando follicoli di capelli miniaturizzati umani hanno visto la loro crescita in lunghi capelli terminali . Però anche in questo caso c’è una differenza molto accentuata tra i risultati dei topi trattati e quelli di controllo.
La trasformazione di vellus in terminali documentata dallo studio qui commentato.
Significato dello studio
Come ribadito dagli autori questo test è mirato a dimostrare che i vellus possono tornare a essere capelli terminali e a smentire la teoria che nega questa ipotesi. Non è quindi un test ideato per constatare l’efficacia del minoxidil e del PRP che sono stati scelti proprio come metodi collaudati per avere effetti di ricrescita in caso di calvizie comune.
Va detto però che questo studio non annulla l’ipotesi della non reversibilità dei vellus in terminali perché anche gli studi a supporto di questa teoria mostravano comunque delle eccezioni all’ipotesi (si veda l’immagine qui sotto). Qui vengono peraltro presi in considerazione per la reversibilità solo i vellus che hanno mantenuto il muscolo erettore. Questa caratteristica individua davvero tutti i capelli nati come terminali? I vellus senza muscolo erettore restano tali seppur sottoposti a terapia, quindi in questo c’è una parziale concordanza con l’ipotesi che si vuole smentire.
Negli studi di Van Neste sono comunque documentati dei capelli che, sotto trattamento, spuntano fini e diventano spessi.
Ricrescita incompleta
Anche se viene dimostrato che i vellus possono tornare terminali come prima, resta il fatto che le migliori terapie difficilmente restituiscono tutti i capelli terminali persi. Questo soprattutto se non si agisce molto tempestivamente nel contrastare la calvizie. A questo punto si possono fare due considerazioni.
1.Manca un passaggio?
Se ricrescono i capelli con il muscolo erettore è possibile che molti vellus senza il muscolo erettore lo abbiano perso col progredire della calvizie. In questo caso si mette in dubbio il presupposto che regge una parte di questo nuovo studio, ossia che i soli capelli vellus con il muscolo erettore siano stati capelli terminali.
2. Azione parziale dei trattamenti
I trattamenti efficaci disponibili contro la calvizie non hanno efficacia completa. Sicuramente in questo studio è stato utilizzato il solo minoxidiil e il solo PRP quando sappiamo che le monoterapie non sono efficaci come le terapie combinate di più attivi.
Tuttavia anche le terapie combinate hanno dei limiti, altrimenti la calvizie sarebbe completamente curata.
Questa considerazione lascia aperta la speranza a poter disporre di trattamenti più efficaci o di trattamenti che completino l’azione di quelli disponibili attualmente.
Sintesi finale
In sintesi questo studio può indurre a due tipi di conclusioni, una più pessimistica e una più ottimistica. Quella pessimistica è che le terapie anche più efficaci incontrino dei limiti fisiologici insuperabili, se non con tecniche come il trapianto o le ancora non disponibili tecniche di rigenerazione cellulare, clonazione di follicoli e ingegneria genetica. Quella ottimistica invece conduce a continuare a sperare che con attivi o anche tecniche più efficaci e di prossima disponibilità il problema calvizie si possa in gran parte risolvere.
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