venerdรฌ, Luglio 26, 2024
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La vitamina D รจ utile contro il Coronavirus?

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I consigli dei ricercatori

Prima di parlare di vitamina D e coronavirus, รจ necessario fare una premessa sulle caratteristiche di questa vitamina. I due autori di questo documentoย suggeriscono per prima cosa l’esposizione al sole e all’aria aperta. Questo รจ il metodo naturale piรน efficace tramite il quale il nostro corpo sintetizza vitamina D, anche se la capacitร  della pelle di sintetizzare questa vitamina diminuisce con l’avanzare dell’etร . Elencano, quindi, una serie di alimenti (pesce azzurro, tipo aringhe, spigole, alici; nonchรฉ uova, funghi e latticini) che sono ricchi di vitamina D.

Vitamina D: integrazione e dose d’urto

Il consiglio finale รจ il ricorso a specifici preparati di vitamina D3 sotto controllo medico. A questo, si aggiunge l’utilizzo di calcitriolo (la forma attiva finale di vitamina D) per via endovenosa nei casi giร  gravi con difficoltร  respiratorie. Cerchiamo, quindi, di capire meglio la correlazione tra vitamina D e coronavirus.

vitamina D utile contro coronavirus
La distribuzione geografica del Covid-19 (al 28-03-2020) รจ prevalente nella fascia a nord del tropico del cancro, con relativa salvaguardia delle zone subtropicali che godono di maggiore insolazione anche in autunno e inverno.

Il sole non basta piรน?

L’integrazione con vitamina D in dosi adeguate potrebbe essere la strada da percorrere in situazioni di emergenza, in cui si deve far salire in fretta il dosaggio nel sangue. Questo perchรฉ essa vanta tra le sue principali attivitร  quella di elevare le difese immunitarie. In questo senso, la vitamina D puรฒ essere utile contro il coronavirus.

Inoltre, per anni, l’integrazione di vitamina D รจ stata considerata quasi superflua. Si pensava che bastasse per tutti l’esposizione minima al sole per evitare il rachitismo, la malattia dell’apparato scheletrico che ha portato alla scoperta della vitamina D quasi un secolo fa.

Dosaggi e megadosaggi

La necessitร  di avere in meno tempo livelli piรน alti di vitamina D haย indotto molti medici a prescrivere nei casi di carenza ย dosaggi elevati mensili o bisettimanali. Queste dosi hanno sostituito i normali dosaggi giornalieri, i quali portano a livelli ottimali di vitamina D nel sangue in tempi molto lunghi. I dosaggi elevati sotto prescrizione medica potrebbero, quindi, essere la strategia da adottare anche nelle emergenze come questa del coronavirus. Ma, solo in presenza di una carenza reale di questa vitamina.

Carenza e insufficienza

C’รจ disputa tra gli specialisti sui livelli adeguati di vitamina D nel sangue. Innanzitutto, la carenza vera e propria รจ stabilita quando i livelli nel sangue sono inferiori a 10 ng/dl. Oltre questo valore, si parla di insufficienza: si ha la necessitร  di integrare e ci si vorrebbe limitare a valori compresi tra 10 e 20 ng/dl, anche se molte societร  mediche indicano l’insufficienza fino a 30 ng/dl. Comunque, oltre questa soglia e fino a 100 ng/dl, i livelli sono considerati sufficienti, ma oltre possono risultare tossici.

Tossicitร 

Oltre questi livelli, la vitamina D puรฒ diventare tossica e problematica. Tra le conseguenze, si hanno la calcificazione dei tessuti molli (parete dei vasi sanguigni e dei tubuli renali con formazione di calcoli) e la rimozione del calcio dalle ossa (ipercalcemia che puรฒ diventare letale).

Diffusione dell’ipovitaminosi D

Pare che il 70% degli italianiย non abbia livelli sufficienti di vitamina D senza grandi differenze geografiche. Nel documento dell’Universitร  di Torino si fa presente che nella popolazione di Italia, Spagna e Grecia si hanno i livelli europei piรน elevati di ipovitaminosi D. Mentre, nel Nord Europa, il problema รจ minore per la radicata consuetudine di addizionare con vitamina D i cibi di largo consumo (latte, formaggio, yogurt, etc).

Il clima favorevole non basta per l’anno intero

Nel Sud Europa, รจ piรน diffusa l’ipovitaminosi D perchรฉ probabilmente si ritiene che il clima piรน soleggiato sia sufficiente per avere un livello alto per tutto l’anno. Ma non รจ cosรฌ. I livelli tendono a salire solo d’estate e a calare giร  all’inizio dell’autunno, raggiungendo il minimo in primavera. Da qui, i ricercatori torinesi ipotizzano un imperversare dei contagi da coronavirus in questo periodo e la speranza di una possibile diminuzione con l’arrivo della bella stagione.


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Gli stili di vita attuali non aiutano

A questi fattori stagionali, si aggiungono gli stili di vita attuali che in autunno e in inverno portano molta piรน gente a vivere in ambienti chiusi e con luce artificiale. A differenza, invece, di quanto accadeva in passatoย quando erano molte di piรน le persone che svolgevano lavori all’aperto e sotto la luce naturale (si pensi all’agricoltura, ma anche alle attivitร  edili e nei cantieri all’aperto). Anche le vacanze estive al mare o in montagna, con il corpo esposto alla luce solare, tendono a ridursi a due o tre settimane al massimo. Ecco perchรฉ non permettono di fare le giuste scorte di vitamina D.

Vitamina D e Coronavirus: il mantenimento dei livelli

Con gli stili di vita prevalenti, oggi diventa importante integrare appositamente la vitamina D. Soprattutto per mantenere i livelli raggiunti con gli opportuni preparati e l’adeguata esposizione durante la bella stagione.ย Il mantenimento dei livelli adeguati si puรฒ ottenere senza rischi integrandoย  giornalmente la dose consentita dal Ministero della Salute: 2.000 Unitร  Internazionali (UI) al giorno corrispondenti a 50 microgrammi di colecalciferolo.

Inoltre, questo tipo di integrazione di mantenimento puรฒ essere adottata anche da chi non manifesta carenze o insufficienze. Questo perchรฉ, tra la fine dell’inverno e l’inizio della primavera, si registrano i livelli minimi di vitamina D. A maggior ragione deve avvenire durante l’emergenza attuale: la vitamina D puรฒ essere utile contro il coronavirus perchรฉ esso costringe tuttiย a restare al chiuso in casa e a rinunciare appieno alla produzione naturale di questa preziosa vitamina.

 

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Redazione Calvizie.net
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