I chirurghi lo sanno bene
I chirurghi specializzati in trapianti di capelli sono per forza di cose le persone che meglio conoscono in cosa consista raggiungere una certa densità di capelli per coprire le aree dello scalpo calve o diradate. Il loro lavoro consiste, infatti, nel prelevare capelli con i loro follicoli dall’area donatrice non intaccabile dalla calvizie e posizionarli nelle aree riceventi, le quali generalmente sono situate sulla sommità della testa e, a causa della calvizie, hanno bassa densità.
Le unità follicolari
I chirurghi normalmente non trapiantano capelli, ma unità follicolari (UF). Infatti, i follicoli dei capelli possono essere singoli oppure aggregati a gruppi di due, tre e anche quattro follicoli che sono appunto le unità follicolari. Nel cuoio capelluto sano in generale e nell’area donatrice, le UF con due follicoli sono le più comuni. Invece, nelle aree riceventi, che sono quelle diradate dalla calvizie, prevalgono UF con un solo follicolo e un solo capello.
Differenze tra aree del cuoio capelluto
Anche sul frontale sano prevalgono le UF con un solo follicolo. Infatti, molti chirurghi utilizzano le UF con un solo follicolo per la parte frontale. Queste vengono innestate con un angolo acuto che rende il risultato del trapianto più naturale perché sul frontale i follicoli naturali hanno questa maggiore inclinazione. Sul vertice (vertex) e sulla parte posteriore sopra la nuca, l’effetto naturale si ottiene innestando le UF con tre o quattro follicoli. Mentre, nella parte mediana del cuoio capelluto che unisce il frontale al vertex, si utilizzano preferibilmente le UF con due follicoli.
Fig.1: Unità follicolari con uno, due o più follicoli.
Quanti capelli per cm²?
Per le valutazioni dell’efficacia dei vari trattamenti contro la calvizie si fa sempre più ricorso alla misura della densità dei capelli, la quale altro non è che il numero dei capelli per centimetro quadrato (cm²). I chirurghi, per quanto detto sopra, trovano ovviamente più pratico muoversi con le UF al cm². La differenza è quasi doppia visto che le UF in media hanno due follicoli/ capelli ciascuna.
Quali capelli?
Con le UF utilizzate dai chirurghi non c’è pericolo di sbagliarsi: si riferiscono sempre e solo a capelli terminali, ossia a capelli spessi. Ciò che fa la differenza, infatti, è il diametro dei capelli. Inoltre, sul cuoio capelluto si trovano almeno tre tipi di capelli classificati in base allo spessore: i finissimi miniaturizzati, gli intermedi e i terminali.
Discordanze di classificazione
Non c’è un perfetto accordo tra i ricercatori su quali diametri dei capelli portino un fusto ad essere valutato come miniaturizzato, intermedio o terminale. Per cominciare, in Nord America sono più benevoli: i miniaturizzati sono i capelli con diametro sotto i 30 micrometri (o “micron”, in sigla “μm”). In Europa, i miniaturizzati sono invece i capelli con diametro sotto i 40 μm. Gli intermedi dovrebbero occupare la fascia dai 30 o 40 μm fino a 60 μm e da qui in su sarebbero tutti capelli terminali con spessori anche di 100 e più μm.
Tuttavia, in Asia dove ci sono popolazioni con capelli molto spessi, è facile trovare studi, come quelli giapponesi, in cui un capello è considerato terminale solo dagli 80 μm in su.
Densità dei follicoli
La densità dei follicoli dei capelli varia con l’età: tra i 20 e i 30 anni è in media 615/cm2 e dai 30 ai 50 anni si abbassa a 485/cm². Molti di questi follicoli non portano capelli terminali o intermedi e nemmeno miniaturizzati, ma i peletti lanuginosi e trasparenti detti “vellus” di cui è ricoperto quasi tutto il corpo (fatta eccezione per parti come le piante dei piedi, i palmi delle mani e poche altre).
È consuetudine chiamare “vellus” anche i capelli miniaturizzati dello scalpo, ossia i capelli con diametro inferiore ai 30-40 μm. In questo caso, alcuni autori distinguono con nomi tipo “nano-capelli” i capelli di diametro inferiore a 20 μm.
Fini estetici
Per i fini estetici in cui si muove la lotta alla calvizie, tutte queste distinzioni tra le varie classificazioni dei capelli in base al diametro servono a poco. Per una buona copertura dello scalpo, si punta comunque sui capelli di diametro superiore ai 40 μm. La copertura si ottiene aumentando lo spessore del fusto, che così occupa più spazio, ma anche moltiplicando il tutto per la crescita del capello, ossia per l’allungamento del fusto che è di solito proporzionale al diametro. Questo fa da moltiplicatore della copertura della superficie ombreggiando più o meno intensamente il cuoio capelluto e i capelli, spessi o fini, sottostanti.
Differenze nella densità capelli
Secondo alcuni specialisti dei trapianti, il cuoio capelluto ha una densità media di 100-125 UF per cm² che possono corrispondere a 160-250 capelli per cm². Altri specialisti indicano, invece, una presenza media per cm² di 60-70 UF per 120-140 capelli sulla stessa area. Come mai ci sono queste discrepanze?
Fig. 2: I capelli biondi naturali sono quelli più numerosi e con la maggiore densità.
Colore e numero di capelli
Il numero di capelli non è identico per i vari colori dei capelli. Il colore nero e castano più o meno scuro (che prevale ovunque nel mondo) ha capigliature che contano i classici 100.000 capelli, mentre i capelli biondi contano su tutto il cuoio capelluto circa 140.000 capelli, il 40% in più. Le chiome meno dense sono, invece, quelle di colore rosso che hanno solo 80.000 capelli.
Popolazioni e densità
Il valore più basso della densità esposto sopra è, infatti, preso da uno specialista in trapianti turco e indica la densità caratteristica dei popoli in cui prevalgono i colori dei capelli più scuri. Il valore della densità più elevato è, invece, preso da uno specialista statunitense che opera in Oregon, zona in cui la popolazione è soprattutto di origine nordeuropea e, quindi, ha colori mediamente più chiari di capelli.
Bassa densità asiatica
In base a questi dati, non deve sorprendere che la densità dei capelli dei popoli asiatici, che sono ritenuti mediamente ben dotati di capelli, è più bassa di quella dei popoli di origine europea, in cui la calvizie è però molto diffusa. Gli asiatici hanno meno capelli, ma sono più spessi di diametro e danno una grande copertura.
Cuoio capelluto e area della calvizie
L’intero cuoio capelluto ha una superficie di circa 600-700 cm². Se si dividono i classici 100 mila capelli dell’intero scalpo per i suoi 600-700 cm², si ottiene appunto una densità massima e minima di 143-167 capelli per cm² con una media di 154 capelli/cm². Se, invece, prendiamo i 140.000 capelli biondi abbiamo un intervallo di densità massima e minima che va da 200 a 234 capelli per cm². Mentre per i pochi individui coi capelli rossi si ha un intervallo di 114-133 capelli/cm².
Le UF sono la metà
Le UF hanno densità ridotta di circa la metà rispetto ai capelli dal momento che in media sono costituite da due follicoli con due capelli. Quindi si parla di una media di 60-70 UF/cm². Scendendo sotto le 40 UF/cm², i diradamenti diventano evidenti. Pertanto, i chirurghi abitualmente impiantano nella zona ricevente almeno 40 UF/cm². In pratica, il diradamento si inizia a notare quando si perde quasi il 50% della densità dei capelli. Girando la questione in positivo, per dare un aspetto di pienezza bastano poco più della metà delle UF originali per ciascun cm².
Ottanta capelli per cm²?
In base a queste considerazioni, i trattamenti davvero efficaci contro la calvizie dovrebbero essere quelli che riportano almeno a una densità di 80 capelli terminali per cm² le zone del cuoio capelluto che sono scese sotto questa soglia.
Fig. 3: I risultati di minoxidil, finasteride e dudasteride in termini di numero di capelli per cm².
Le percentuali di recupero
Quello di cui, invece, disponiamo di solito per valutare un trattamento contro la calvizie è un percentuale che indica l’incremento dei capelli terminali rispetto all’inizio del trattamento. Queste percentuali possono risultare molto discordanti anche per lo stesso trattamento. Infatti, molte di queste percentuali di recupero dei capelli sono calcolate non sulle zone più diradate dalla calvizie, ma sulle zone dette di transizione. In queste zone, si è manifestato un diradamento iniziale che è più facilmente recuperabile.
Piccola nota: quanto detto sopra non fa che ribadire che la calvizie si può trattare tanto meglio quanto prima si agisce contro di essa. I diradamenti si vedono quando si è persa la metà dei capelli e sicuramente si può stare attenti prima di arrivare a quel punto e iniziare a porvi rimedio. Le zone di transizione sono quelle di più recente diradamento e quelle in cui i trattamenti danno i migliori risultati di tipo estetico.
Alcune percentuali di successo
Tra le percentuali di recupero della densità dei capelli affetti da calvizie comune, elenchiamo le più accreditate da vari test clinici:
Finasteride 1mg/die: +7% dopo un anno
Dutasteride 2,5 mg/die: +9% dopo un anno
Minoxidil 5% 1ml+1ml/die: +10% dopo un anno
Finasteride 1mg e Minoxidil 5%: +50% intermedi e terminali dopo tre mesi
Minoxidil orale 5 mg/die: +26% dopo sei mesi
Clascoterone (Breezula): + 4% dopo un anno
Microneedling+minoxidil 5% (Follica): +44% dopo tre mesi (su area di transizione)
Fuori le foto!
Non abbondano le immagini di questi successi nel recupero della densità perduta con la calvizie, ma il motivo è che a livello visivo e, quindi estetico, c’è spesso poco da mostrare. Con queste percentuali si recupera densità visibile se si parte da una situazione che con questi miglioramenti può portare a circa 80 capelli terminali per cm². Tutti gli altri miglioramenti restano perlopiù dati statistici le cui immagini direbbero poco o niente.
1 vale 100
Il recente studio sul CBD aiuta a capire meglio il problema. Lo studio riporta un’eccezionale percentuale di recupero della densità dei capelli vicina al 100%. Qualcuno ha fatto notare che se si ha un solo capello terminale in quel cm² sotto osservazione e con il trattamento spunta un altro capello terminale, si ha appunto un recupero del 100%.
Fig.4: Nei trapianti di capelli sulla parte frontale vengono inserite UF con 1 solo follicolo/capello per ottenere un aspetto quanto più vicino a quello originale.
I dati fotografano la situazione
Questa pubblicazione non ha fornito immagini dei successi ottenuti, ma in compenso ha fornito la descrizione della densità di partenza e di quella di arrivo a fine test di ciascun paziente specificando, oltre al sesso e l’età, se la densità è stata rilevata sulle tempie o sul vertex. Nessun partecipante ha raggiunto la densità di 80 capelli terminali per cm² che dovrebbe fare la differenza pur avendo avuto dei grandi incrementi nel numero di capelli dopo sei mesi di cura. In media, i capelli sul vertex sono passati da 17 a 33 e quelli sulle zone temporali da 21 a 34.
Meglio sulle tempie?
I ricercatori sulla base di questi dati hanno concluso che il trattamento è risultato più efficace sul vertex che sulle tempie. Alla luce di quanto scritto sopra però si dovrebbe dire il contrario. Le tempie sono notoriamente la zona affetta da calvizie più difficile da trattare, ma se sono anche la zona in cui prevalgono le UF a un solo follicolo, allora le 40 UF/cm² ideali per la chirurgia corrispondono a circa 40 capelli. Il trattamento con CBD è arrivato a una media di 34 capelli terminali per cm² che sarebbe, quindi, molto vicina a quella ideale dei trapianti.
Cosa manca?
Prendendo i dati sulla densità dei pazienti di questo studio e considerandoli validi per la situazione media e normale della calvizie comune, dovremmo concludere che per arrivare a un densità “da trapianto” mancano forse pochi passi per il frontale, ma manca parecchio per il vertex. Un recupero da 17 a 80 capelli sarebbe infatti pari al + 470%. Una percentuale davvero troppo elevata per qualsiasi immaginabile trattamento.
Il fattore tempo
C’è quindi da disperare per il recupero di una densità esteticamente valida quando la calvizie è ormai matura ed evidente? Probabilmente una speranza ci può essere nel prolungamento dei trattamenti efficaci perché i test clinici con questi trattamenti raramente sono prolungati nel tempo. Verrebbe, quindi, confermata un’altra tipica raccomandazione legata alla cura della calvizie, dopo quella di prendere per tempo questo problema. Vale a dire la raccomandazione di essere costanti nelle cure che devono essere continue e regolari per conseguire risultati soddisfacenti.
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Interessante questo articolo, che spiega i limiti di tipo fisico ed estetico dei trattamenti contro la calvizie attuali e probabilmente anche futuri.
Ottimo per ragionare lucidamente sui risultati che si “possono”raggiungere che spesso si discostano da quelli che si “vogliono” raggiungere.
Scusate l’autopromozione, ma vedo che sul forum si continua o a deprimersi per le cure disponibili o a sognare cure nuove che difficilmente potranno fare meglio☺️
Ciao
MA – r l i n