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Medicina rigenerativa: altre soluzioni per la calvizie

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Medicina rigenerativa e startup anticalvizie

Di recente, abbiamo illustrato le attività di ricerca di aziende biotech come dNovo e Stemson che puntano a generare le componenti dei follicoli partendo da cellule staminali pluripotenti. Questo approccio parte dall’assunto che le cellule staminali non siano più presenti nello scalpo affetto da calvizie e che comunque vadano progressivamente esaurendosi con l’invecchiamento.

Lo studio di Cotsarelis

Tuttavia, uno studio che ha fatto epoca è quello del 2011 a firma di Cotsarelis e Garza in cui si enunciava che le cellule staminali erano presenti nei follicoli dei capelli affetti da calvizie, ma non si trasformavano in cellule progenitrici delle cellule dei tessuti che costituiscono i follicoli. Si trattava, quindi, di un mancato passaggio verso la differenziazione necessaria per ricostituire capelli sani e spessi, i cosiddetti terminali.

Progenitrici

Nello studio in questione più che dichiarare la mancanza di queste cellule si evidenziava come nei follicoli miniaturizzati vi fosse carenza di un certo tipo di progenitrici caratterizzate da ben precisi marcatori come CD 200, CD34 e altri ancora. Qualche tempo dopo un altro studio legato alla tecnica del PRP riportava buoni risultati di recupero dalla calvizie con un PRP arricchito con CD34.

Una strada più breve?

Pertanto, se la questione dovesse rimanere la carenza di cellule progenitrici di un certo tipo e non delle staminali prluripotenti, è possibile ipotizzare un percorso più breve e meno complesso per poter curare la calvizie di quello intrapreso dalle aziende biotech che puntano a ottenere dei follicoli da trapiantare nelle zone diradate. In altre parole, sarebbe possibile non andare incontro a un trapianto, ma eseguire dei trattamenti analoghi al PRP se non addirittura all’applicazione di preparati tipo le classiche lozioni.

Fig.1: Le cellule ciliate della coclea si moltiplicano dopo il trattamento con il preparato di Frequency Technology (Credit: MIT News).

Ci vuole orecchio

Per comprendere meglio questa possibile strada più breve nell’annullamento della calvizie, ci viene incontro un’azienda biotech analoga a quelle citate sopra, ma che opera per ridurre la perdita dell’udito. Si tratta della Frequency Therapeutics che è un’emanazione del prestigioso MIT, ossia del Massachusetts Institute of Technology. Un’altra patologia conto cui l’azienda sta sviluppando questo tipo di tecnologia è la sclerosi multipla. Tuttavia, le sperimentazioni più avanzate sono quelle già in fase 2 della cura per recuperare l’udito.

Cellule ciliate e peli acustici

La causa più comune e diffusa della perdita dell’udito è l’invecchiamento, ma si può perdere l’udito anche in seguito a forti rumori e a causa di farmaci come alcuni chemioterapici e antibiotici. Non tutti sanno che questo tipo di perdita dell’udito è dovuta alla scomparsa dei piccoli peli acustici che si trovano nell’orecchio interno. In particolare nell’organo chiamato coclea o chiocciola.

Approccio biochimico

La Frequency Therapeutics sta cercando di curare la perdita dell’udito, non con apparecchi acustici o impianti, ma con un nuovo tipo di terapia rigenerativa. L’azienda utilizza delle molecole per programmare le cellule progenitrici che derivano dalle cellule staminali dell’orecchio interno, per creare le piccole cellule ciliate che ci permettono di sentire.

Analogie con i capelli

Le cellule progenitrici risiedono nell’orecchio interno e generano cellule ciliate quando l’essere umano è ancora in gestazione, ma diventano dormienti prima della nascita e non si trasformano più in cellule maggiormente specializzate come sono le cellule della coclea. Gli esseri umani nascono con circa 15.000 cellule ciliate in ogni coclea. Queste cellule muoiono nel tempo e non si rigenerano più. C’è, quindi, una certa analogia con i follicoli dei capelli e la possibile rigenerazione con varie tecnologie.

La svolta

Una decina di anni fa i ricercatori che poi fonderanno questa azienda sono stati hanno utilizzato alcune molecole per trasformare le cellule progenitrici in migliaia di cellule ciliate  in laboratorio. Nessuno prima era riuscito ad ottenere un numero così elevato di cellule ciliate e questa è stata considerata una svolta importante nella ricerca in questo campo.

Fig.2: Cellule progenitrici (in verde) del bulbo olfattorio e astrociti (in blu) (rispettare Creative Commons rules).

Medicina rigenerativa: approccio vincente?

I ricercatori della Frequency Therapeutics credono che l’iniezione di attivi nell’orecchio interno per trasformare le cellule progenitrici in cellule più specializzate offra maggiori vantaggi rispetto alle terapie geniche. Queste prevedono l’estrazione delle cellule di un paziente, la loro programmazione in laboratorio e poi il loro inserimento nell’area da curare. Questo perché tutti i tessuti del corpo contengono cellule progenitrici, quindi queste tecniche possono avere moltissime applicazioni e secondo loro questo sarà il futuro della medicina rigenerativa.

Sperimentazioni positive

Con l’ultima sperimentazione del loro preparato FX-322, c’è chi è tornato a sentire dopo 30 anni. Molti dei soggetti sottoposti al trattamento hanno potuto cambiare completamente la loro vita, potendo di nuovo interagire con i loro famigliari e gli amici. Pare, infatti, che con una sola iniezione vi sia un effetto prolungato che per ora è solo stimato in almeno uno o due anni.

La Frequency Therapeutics sta, inoltre, sviluppando un’altra formulazione che viene veicolata meglio e potrebbe essere ancora più efficace.

Attivi conosciuti

Il preparato FX-322 è composto da due sostanze già conosciute e utilizzate. Si tratta di CHIR99021 e dell’acido valproico. Queste sostanze inibiscono entrambe l’enzima GSK-3β attivando così il percorso biochimico WNT/beta-catenina che è basilare per la crescita dei capelli e la generazione dei follicoli. In pratica, anche per rigenerare le cellule della coclea si attiva il percorso che porta alla crescita dei capelli e che induce l’anagen la fase di crescita del ciclo di vita dei capelli. Un percorso che viene attivato non solo nei mammiferi per la crescita del pelo, ma anche, per esempio, negli uccelli per la formazione e la crescita delle piume.

Le sinergie degli abbinamenti

L’abbinamento di queste due sostanze è probabilmente dovuto al fatto che agiscono in modo sinergico. L’acido valproico altresì agisce come inibitore HDAC1, ossia inibitore di un istone deacetilasi. Questo tipo di azione, secondo alcune ricerche, è importante per contrastare la calvizie a livello epigenetico.
Gli abbinamenti di sostanze attive spesso danno risultati superiori rispetto all’utilizzo delle singole sostanze.
L’esempio più lampante è l’abbinamento di minoxidil topico alla finasteride sistemica, ma anche topica, che sta alla base delle cure contro la calvizie.

Cosa può fare la differenza

L’acido valproico da alcuni anni è  oggetto di sperimentazioni sull’uomo proprio per contrastare la calvizie. Queste sperimentazioni hanno dato esito positivo, ma non risultati clamorosi. Con l’acido valproico si è scoperto un attivo che contrasta effettivamente la calvizie comune, ma non certo la cura definitiva che tutti aspettano. Questo non significa che in abbinamento con altre sostanze o con dosaggi più appropriati questo attivo non possa risultare molto più efficace di quanto rilevato nelle sperimentazioni che lo hanno testato come monoterapia.

Fig.3: La struttura di CHIR99021.

Di più è sempre meglio?

Proprio a proposito di differenti dosaggi che danno esiti diversi va preso in considerazione uno studio recente che mette in guardia dall’utilizzare dosaggi più elevati di inibitori dell’enzima GSK-3 β come CHIR99021. Sarebbero le concentrazioni più basse, ossia nanomolari e non micro molari, di questo attivo ad attivare il percorso WNT/beta-catenina.

La questione ormonale

Quando parliamo di questi attivatori del percorso WNT/beta-catenina, parliamo di sostanze che attivano la crescita dei capelli. Dobbiamo però considerare che la calvizie comune maschile, a differenza dei peli acustici, dipende dagli androgeni e per questo è detta alopecia androgenetica. Quindi, i vari test positivi ottenuti con queste sostanze usate da sole rappresentano poco o male l’efficacia che le stesse cure potrebbero avere abbinandole a sostanze antiandrogene e, in particolare, agli anti-DHT.

Un’alternativa al minoxidil?

L’altro composto utilizzato da Frequency Therapeutics, CHIR99021, è un derivato dell’amminopirimidina, proprio come il minoxidil, e potrebbe magari rivelarsi un’alternativa al più noto farmaco topico anticalvizie. È un composto molto utilizzato nei laboratori per attivare il percorso WNT/beta-catenina. Per quanto riguarda studi specifici sui capelli umani, questo composto ne vanta pochi ma recenti. Nello studio più significativo, è stato utilizzato su aggregati in 3D degli sferoidi di papilla dermica umana. La sua applicazione ha portato alla formazione dei follicoli dei capelli e alla produzione di cute umana piena di follicoli. Un vero e proprio esempio di medicina rigenerativa della cute e annessi come quella che attendono i molti che soffrono di calvizie.

Medicina rigenerativa capelli: guardare oltre

Si potrebbe dire che quasi ogni mese si ha notizia della formazione di una nuova azienda biotech che punta a sviluppare delle terapie contro la calvizie. Da queste aziende molti si aspettano che venga trovata una cura definitiva a questa condizione esteticamente non gradita. Quasi tutte queste aziende prevedono dei percorsi complessi per lo sviluppo di nuove tecnologie che richiedono a loro volta mezzi tecnologicamente molto avanzati.

Ampliando lo sguardo a settori della ricerca limitrofi come quello della medicina rigenerativa di altri organi o di tipi di peli diversi dai capelli, si possono forse trovare soluzioni più semplici e più ravvicinate nel tempo che potrebbero portare ad avanzamenti significativi nella medina rigenerativa dei follicoli dei capelli e, quindi, nel contrasto efficace della calvizie.

 

 

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Redazione Calvizie.net
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5 COMMENTS

  1. Interessante articolo, questa sarà la via del futuro.
    Quello per l’udito è molto interessante, andrebbe bene per mio padre che è sordo come una campana! ?

  2. Contento che qualcuno legga e apprezzi.In questi articoli cerco spesso di suggerire soluzioni nuove, ma più disponibili rispetto a quelle futuribili della maggior parte delle aziende biotech impegnate a sviluppare soluzioni contro la calvizie.

    Ciao

    MA – r l I n

  3. Chissà se lo stesso mix previsto per l’udito, ma usato in mesoterapia sulla cute della testa, non funzioni pure sui follicoli capilliferi!!

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