Cure per calvizie: quali sono gli errori più frequenti?
E’ importante conoscerli per intervenire prima e con maggiori probabilità di successo.
1. Non essere tempestivi
Dall’adolescenza alla vecchiaia, il numero di capelli va costantemente riducendosi. Si potrebbe dire che tutti soffrono in qualche modo di calvizie. In realtà, la calvizie comune si accanisce più del normale sulla parte superiore della testa. Iniziando da fronte e stempiature e/o dal vertex, ossia la cosiddetta “piazzetta”.
Purtroppo, i diradamenti diventano evidenti ad occhio nudo solo quando la densità dei capelli terminali (quelli spessi) si è ridotta di più della metà. Per questo, quasi sempre si inizia a preoccuparsi di trovare un rimedio ai diradamenti quando la calvizie ha già fatto un grosso danno.
2. Non conoscere gli specialisti delle cure per calvizie
Per far fronte alla caduta dei capelli, molti si rivolgono al dermatologo. Tuttavia, il dermatologo tratta varie malattie della pelle e non è uno specialista dei soli problemi di capelli. La dermatologia è una disciplina molto vasta e in essa rientra anche la tricologia, la scienza che si occupa specificatamente di capelli e peli del corpo. Quest’ultima è una branca complessa della dermatologia e, come tale, richiede approfondimenti specifici e aggiornamenti costanti, oltre che un’esperienza clinica mirata alle patologie dei capelli.
Fig.1: Uno specialista che esegue un esame tricologico al cuoio capelluto e ai follicoli piliferi di un paziente.
3. Non rivolgersi agli specialisti
Nel momento in cui i problemi di capelli diventano importanti per chi ne soffre ci si dovrebbe rivolgere a uno specialista, ossia a un tricologo. Questi specialisti non sono molti, ma quasi tutti quelli operanti da noi sono riuniti dalla Società Italiana di Tricologia, in sigla S.I.Tri. Spesso non ci si rivolge a questi specialisti o perché non si sa della loro esistenza oppure perché si pensa di poterne farne in qualche modo a meno, magari curandosi secondo i consigli di qualche amico o conoscente o seguendo qualche cura presunta miracolosa proposta in rete.
Un tipico errore di chi non si rivolge agli specialisti è per esempio quello di provare a far fronte a un effluvio stagionale usando il più noto prodotto topico contro la calvizie, il minoxidil che può portare inizialmente a una maggiore ricambio dei capelli accentuando il problema.
4. Pretendere risultati immediati
Una volta che hanno deciso di combattere la calvizie, molti pretendono di vedere dei risultati in poco tempo, altrimenti abbandonano le terapie intraprese o le cambiano. Nel migliore dei casi, i trattamenti possono dare risultati visibili ad occhio nudo in alcuni mesi, tipicamente in almeno un semestre. Se seguiti da uno specialista si possono avere riscontri ancora prima effettuando delle tricoscopie. Il tardare dei risultati a evidenziarsi dipende anche dal ciclo dei capelli: il capello che non cresce più ed è destinato a cadere rimane tale per circa tre mesi. I capelli che ricrescono non lo fanno immediatamente e prima di spuntare dalla cute devono risalire dal follicoli e anche questo richiede un certo tempo.
5. Non avere costanza svolgendo le cure per la calvizie
I trattamenti sono giornalieri e molti che iniziano a intraprenderli si stancano presto di doverseli somministrare ogni giorno, oppure si ricordano di farlo solo ogni tanto. È ovvio che i trattamenti utilizzati in modo incostante possono essere poco efficaci se non addirittura dannosi. Per esempio, c’è chi inizia a usare il minoxidil e smette andando incontro alla cosiddetta caduta indotta, ossia alla caduta di molti capelli che ricominciano il ciclo e che costituisce, invece, un buon segno di recupero a breve. Questa caduta avviene dopo qualche settimana di utilizzo del minoxidil e si esaurisce in genere già nel secondo mese.
Fig.2: Buoni risponditori al minoxidil 5%, in entrambi si può notare un peggioramento al secondo mese dovuto alla caduta indotta e i miglioramenti al sesto mese.
6. Non abbinare i trattamenti
Difficilmente rivolgendosi a un tricologo verrà prescritto un unico trattamento, anche se è possibile che per alcune situazioni iniziali venga consigliato il solo minoxidil o qualche preparato a uso topico. Di solito, per trattare con efficacia la calvizie comune o alopecia androgenetica è necessario bloccarla a livello ormonale con delle sostanze che inibiscono il DHT. È questo il caso del farmaco finasteride e degli attivi naturali come gli estratti di Serenoa repens. A questi va abbinato un preparato che attiva la crescita come, appunto, minoxidil. Questo abbinamento sta alla base delle cure per calvizie.
Il fatto che esistano trattamenti di base che vengono quasi sempre prescritti assieme contro la calvizie comune, come è il caso di finasteride orale con minoxidil topico, fa pensare a molti che sia inutile recarsi da uno specialista. Tuttavia, solo lo specialista può personalizzare la terapia per ottimizzarla e la può modificare opportunamente seguendo l’evoluzione della situazione nel tempo dei singoli pazienti.
7. Abbandonare i trattamenti e le cure per calvizie efficaci
Con i trattamenti più efficaci contro la calvizie, c’è chi mette a posto la propria capigliatura per un buon numero di anni. A volte accade che, ottenuti risultati contro la calvizie e non riscontrando peggioramenti, ci si convinca di aver stabilizzato la situazione e di poter fare a meno dei trattamenti utilizzati con successo fino a quel momento. Un po’ di tempo dopo l’abbandono delle terapie ci si può, invece, accorgere che la calvizie ha ripreso il suo corso. Allora si corre ai ripari ricominciando con i trattamenti abbandonati. Questi però quasi sempre non sono in grado di ripristinare la situazione soddisfacente raggiunta al momento dell’abbandono delle cure per calvizie. In pratica, si ricade nell’errore iniziale del punto 1, ossia ci si muove in ritardo, quando la densità si è ridotta in modo visibile ed è più difficile recuperarla.
8. Cure per calvizie: l’errore di cambiare di continuo terapie
In genere, le terapie e cure per calvizie non consentono recuperi eccezionali, ma in molti casi assicurano la stabilizzazione della situazione. È il cosiddetto “mantenimento” che non soddisfa molti e sicuramente non soddisfa i molti che si sono mossi con poca tempestività. Si può, peraltro, parlare di mantenimento solo dopo aver fatto ricorso alle terapie disponibili ed efficaci per un tempo non breve. Proprio perché non tutti sono in grado di apprezzare il mantenimento a cui conducono le migliori terapie, molti finiscono per cambiare terapie di frequente senza ottenere risultati migliori, ma spesso peggiorando. Il peggioramento può avvenire proprio per aver abbandonato le terapie che garantivano il mantenimento. Inizia così una ricerca spasmodica al trattamento miracoloso che porta a scartare uno dopo l’altro diversi trattamenti.
Agendo in questo modo al danno si può aggiungere la beffa di aver scartato frettolosamente dei trattamenti che potevano essere efficaci o comunque stabilizzare di nuovo la situazione.
9. Puntare subito sul trapianto
I migliori chirurghi dei trapianti di capelli sconsigliano di sottoporsi a un trapianto se non si è raggiunta una stabilizzazione della propria calvizie. Questo ovviamente perché trapiantando i capelli in una situazione in evoluzione poi ci si potrebbe trovare di nuovo diradati e bisognosi di trapianti successivi. Ovviamente questo avvertimento è rivolto soprattutto ai giovani, ossia ai soggetti che più di frequente possono soffrire di una calvizie ancora in evoluzione. Nonostante questo, molti decidono di procedere con un trapianto ritenendo che questo porrà termine ai propri problemi di calvizie in modo definitivo. Pertanto, si affrettano i tempi e poi ci si può trovare a doversi sottoporre dopo poco tempo ad altri interventi. Inizia così una corsa ad inseguimento contro la calvizie dove però non si hanno risorse infinite per contrastarla. Infatti, i capelli trapiantati vengono prelevati dalla cosiddetta area donatrice che ha un numero di follicoli finito e che ovviamente non può essere sfruttata completamente. Deve, infatti, rimanere in quest’area un numero di capelli sufficienti a darle una copertura adeguata a livello estetico.
Fig.3: I risultati sul vertex di un trapianto troppo precoce (credit: www.bernsteinmediacal.com).
10. Puntare sul trapianto per evitare i trattamenti
La fretta di sottoporsi a un trapianto di capelli in chi soffre di una calvizie particolarmente aggressiva è comprensibile. C’è però anche chi ha fretta di sottoporsi a un trapianto di capelli perché non vuole, o non vuole più, far ricorso ai trattamenti contro la calvizie. Questo può avvenire o perché si hanno, o più semplicemente si temono, effetti collaterali dovuti alle terapie contro la calvizie. In alcuni casi non molto frequenti, il minoxidil (anche usato solo come topico) può dare disturbi al sistema cardiocircolatorio, con palpitazioni, tachicardia, giramenti di testa, abbassamenti della pressione. Finasteride, il principale farmaco anti-DHT, può invece dare ginecomastia, ritenzione idrica e accumuli adiposi. Ma gli effetti più temuti di questo farmaco orale sono quelli sulla sfera sessuale che in alcuni casi sono reali e in molti altri casi sono di ordine psicologico.
Fig.4: Il cuoio capelluto subito dopo un intervento di autotrapianto di capelli.
Di fatto, alcuni pazienti per la paura degli effetti collaterali delle terapie contro la calvizie, subiti realmente o soltanto temuti, non vedono l’ora di mettere fine alla dipendenza da questi farmaci e pensano di poterlo fare con un trapianto.
Questo ragionamento si rivela quasi sempre sbagliato perché i chirurghi che eseguono i trapianti prescrivono proprio alcuni mesi di trattamento con minoxidil, finasteride e quant’altro per arrivare al giorno del trapianto nella migliore situazione possibile a livello di capelli.
In questo modo, si possono effettuare un po’ meno innesti a parità di risultato estetico che è il fine del trapianto. Per lo stesso motivo, anche dopo il trapianto, vengono prescritti questi trattamenti per ottimizzare la resa estetica del trapianto stesso. Va da sé che se si vuole mantenere più a lungo possibile l’effetto infoltente di un trapianto bisogna proseguire con i trattamenti per un tempo indefinito, ossia per sempre.
Cure per calvizie: in conclusione
Non esistono ancora definitive cure per calvizie, esistono però dei trattamenti di relativa efficacia. Questi permettono in molti casi di recuperare i capelli persi se si agisce con molta tempestività, cosa che non sempre avviene. Spesso non si agisce con tempestività perché i diradamenti dovuti alla calvizie diventano visibili solo quando la densità di una zona dello scalpo si riduce a più della metà di quella iniziale. A quel punto, i trattamenti disponibili possono essere in grado di riportare le zone diradate a una densità esteticamente valida, come quella dei trapianti. Se si inizia a trattare la calvizie quando la densità si è ulteriormente ridotta si può puntare in genere a bloccare il processo della calvizie e a qualche recupero di minore rilievo estetico.
Come si può capire la calvizie è una cosa più complessa di quello che si potrebbe pensare. Il nostro consiglio resta quello di affidarsi per tempo a medici specialisti in capelli. Solo i tricologi, infatti, possono garantire le terapie più adeguate ai singoli casi e alla loro evoluzione nel tempo.
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