Coronavirus e Calvizie: il farmaco dalle sostanze anticalvizie

L'equipe cinese di specialisti nella lotta contro il coronavirus che è sbarcata in Italia per dare un contributo ad arginare l'epidemia ha portato con sé tonnellate di materiali e farmaci, tra questi anche un preparato erboristico della medicina cinese tradizionale che secondo loro sarebbe efficace. Vediamo di cosa si tratta.

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coronavirus farmaco

Tradizione testata scientificamente

Il farmaco antivirale erboristico contro il coronavirus si chiama Lianhua-Qingwen e contiene 11 estratti di erbe della medicina tradizionale cinese, più gesso fibroso e mentolo.  Viene prodotto da alcuni anni come farmaco industriale e vanta degli studi recenti che lo hanno stato testato contro le influenze virali e in cui si è appurato quali delle numerose molecole naturali che contiene risultano più efficaci.

Sostanze valide anche per i capelli

Tra le sostanze individuate come più attive contro i virus vi sono molte vecchie conoscenze della lotta anticalvizie. Una tra le principali è l’arctina che prende il nome dalla borragine (Arctium lappa) che è una pianta nostrana da sempre usata contro la calvizie e che ha anche una recente pubblicazione su questa sua attività.

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Il farmaco a base di estratti concentrati di erbe della medicina tradizionale cinese che ha mostrato efficacia contro le influenze virali e pare anche contro il Covid-19 (coronavirus).

La pianta più importante del preparato cinese è forse la forsizia che contribuisce al ristretto gruppo di una dozzina di sostanze considerate più efficaci con più di un elemento, ossia con la forsitoside A e con la fillirina (phillyrin). Anche la forsizia con il forsitoside A  vanta uno studio recente contro la calvizie.

Liquirizia & Co.

Anche due molecole tipiche della liquirizia compaiono nella lista dei pochi attivi più efficaci (ononina e isoliquiritigenina) e pure la liquirizia è un attivo anticalvizie. Troviamo poi la rutina (glicoside della quercitina) e l’esperidina di cui sono ricchi gli agrumi, il kaempferolo di cui abbondano alcune erbe per insalata come il crescione e la rucola che sono rimedi anticalvizie tradizionali. Non potevano poi mancare gli isoflavoni con la formononetina della soia e del trifoglio rosso.

Cosa ci dice questa ricerca?

La prima cosa che ribadisce questa ricerca è che puntare su frutta e verdura può essere una strategia valida anche per contrastare il coronavirus. Un’attenzione particolare va data al consumo di agrumi, le proprietà salutari di questi frutti sono forse state sopravvalutate in passato, insistendo magari sul loro contenuto in vitamina C (che non è il massimo), ma gli agrumi contengono molte altre sostanze utili come appunto la rutina, l’efedrina, la quercitina e altro ancora.

Scetticismo sulle cure naturali

Quando si parla di cure naturali per contrastare il coronavirus si finisce per ottenere quasi sempre una reazione di scetticismo generalizzata. Si pensa che questo virus sia “hi-tech”, ossia lo si considera come progettato per non soccombere a tutti i rimedi che abbiamo a disposizione. Ma non è così.
Di questo virus non abbiamo la memoria immunitaria perché è nuovo e non abbiamo appunto un vaccino pronto per eliminarlo, ma in realtà il coronavirus è solo l’ultimo nato di una famiglia di virus molto comuni.

Bufala, ma non troppo

Il comune raffreddore che tutti sperimentiamo nella stagione fredda è provocato da coronavirus analoghi a questo. Pertanto lo scetticismo verso chi propone la vitamina C come rimedio contro il coronavirus è solo parzialmente giustificato, infatti questa vitamina per anni è stata proposta come rimedio contro influenza e raffreddore, ma solo di recente si è potuto constatare che è efficace solo contro il raffreddore, ossia nel contrastare gli effetti dei coronavirus, pertanto la sua assunzione non dovrebbe essere sconsigliata e forse andrebbe incoraggiata.

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Il test sull’inibizione della produzione di nitrossido (NO) dovuta al lipopolisaccaride vede la rutina degli agrumi prevalere anche sul corticosteroide sintetico desametasone (DEX).

Meglio che niente

Lo stesso dicasi per lo scetticismo verso l’utilizzo contro il coronavirus del succo di limone. Il limone contiene un po’ di vitamina C e tutte le sostanze elencate sopra e che, secondo la ricerca cinese, risultano antivirali.
Sconsigliare l’utilizzo abituale del succo di limone è sbagliato. In attesa di un vaccino i cui tempi si prevedono piuttosto lunghi o di farmaci specifici, ne andrebbe invece consigliato l’utilizzo, perché è comunque meglio di niente. Spesso, infatti, chi è scettico non propone un’alternativa percorribile, ma si limita a dubitare dell’efficacia di qualcosa che di certo male non fa.

Bufala vera

È invece una bufala vera quella che suggerisce di bere liquidi caldi perché il coronavirus soffrirebbe il caldo. Innanzitutto, perché le bevande finiscono nello stomaco e il coronavirus si accumula nell’apparato respiratorio. In secondo luogo, perché in Cina, dove tutto è cominciato, si beve tè caldo a tutte le ore.

Primo, non prenderlo

La prima linea della lotta contro il coronavirus è quella di evitare il contagio seguendo strettamente le indicazioni delle autorità sanitarie e le regole emanate dal governo. Tuttavia, una seconda linea di prevenzione è quella di rafforzare le difese immunitarie, contrastando la diffusione del virus nel proprio organismo. Alimentazione e integrazione mirata favoriscono questo tipo di prevenzione.

 

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