XVI CONGRESSO NAZIONALE AIDA: alopecia androgenetica femminile

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DAL XVI CONGRESSO NAZIONALE AIDA
(BARI 20-23 Giugno 2007)

Venerdì 22 giugno 2007, nell’ambito dell’incontro annuale dei Dermatologi Ambulatoriali, ha avuto luogo una interessante tavola rotonda sul tema: Il trattamento della alopecia androgenetica femminile. Il punto di vista del Dermatologo, dell’Endocrinologo e del Ginecologo.
Relatori il dr Roberto d’Ovidio, Coordinatore Nazionale del Gruppo di Tricologia dell’AIDA e coordinatore della tavola rotonda, il dr Vito Giagulli, endocrinologo (Bari), il dr Massimo Tartagni, ginecologo (Bari).

L’introduzione al tema viene ampiamente svolta dal Dr. d’Ovidio che, con la consueta competenza, fornisce elementi di chiarezza su un argomento in corso di dibattito, ovvero si tratta di una Alopecia androgenetica femminile (FAGA) o di un Female pattern alopecia ( letteralmente: alopecia di tipo femminile) ?

Semplificando, il quesito è: il diradamento e l’assottigliamento dei capelli che nelle donne spesso interessa le aree parietali con relativo risparmio delle zone temporali ed occipitale, può essere definito ‘androgenetico’ o si dovrebbe parlare più genericamente di alopecia di tipo femminile, senza attribuzione di causa, dato il raro riscontro, in queste donne, di significative alterazioni ormonali?

Il relatore illustra come a sostegno della ipotesi ‘androgenetica’ depongano da un lato la presenza del fenomeno della miniaturizzazione del pelo, in analogia a quanto accade nella alopecia androgenetica maschile, che è criterio diagnostico fondamentale indipendentemente dal sesso del paziente, dall’altro la risposta ai farmaci antiandrogeni.
La mancata risposta alla terapia antiandrogena potrebbe dipendere dal fatto che altre patologie di aspetto simile, quali il telogen effluvio cronico, l’alopecia areata incognita e alcune forme di alopecia cicatriziale ad andamento centrifugo, vengono confuse e trattate, ovviamente senza risultati, come forme ‘androgenetiche’.

Enfatizza il Dr. d’Ovidio, come il riscontro nella alopecia androgenetica femminile di una notevole componente infiammatoria, causa di fenomeni di fibrosi e precoce atrofia del follicolo, possa inficiare la terapia antiandrogena, mentre risultati clinici ben documentati in termini di aumento delle dimensioni e del numero di capelli si ottengono con l’impiego del Minoxidil (attività anti fibrosi).

Il sostegno all’ipotesi ‘androgenetica’ emerge dal secondo intervento; il Dr. Tartagli riferisce i risultati di uno studio condotto su 40 donne che lamentavano come unico sintomo l’alopecia androgenetica.
I vari parametri presi in considerazione ( ecografia, indice di massa corporea, score pilifero, dosaggi ormonali) venivano confrontati con quelli ottenuti da 26 pazienti sane (controllo). Le pazienti con alopecia presentavano una più alta incidenza di ovaie micropolicistiche, irsutismo, ed un generale anomalo metabolismo degli ormoni maschili rispetto al controllo.

Il Dr. Giagulli sottolinea come oggi, nel maschio, sono stati identificati alcuni marcatori genetici di predisposizione alla alopecia androgenetica; nelle donne con alopecia è possibile identificare una alterazione degli ormoni androgeni nel 40% dei casi. Esistono  alterazioni di altri ormoni che possono causare un aumento secondario degli androgeni, come nelle donne obese con aumento dell’insulina ematica o in caso di alterazione della funzione tiroidea.

La tavola rotonda si completa con le relazioni sul rinfoltimento chirurgico dei dottori Gaetano Agostinacchio, Francesco Sisto e Massimo Tartagli.
Tutti concordano sulla complessità di tale intervento sulle alopecie femminili dove a quadri clinici di diradamento apparentemente simili, possono corrispondere eventi patogenetici diversi.
E’ fondamentale quindi una diagnosi precisa ed una accurata pianificazione preoperatoria, valutando la soluzione più idonea al singolo caso. Inoltre è esperienza comune come una corretta integrazione tra terapia chirurgica e terapia medica consente il raggiungimento di risultati superiori a quelli ottenibili dall’impiego delle singole strategie terapeutiche.

Tiziana Di Prima, dermatologo, Catania
Gruppo di Tricologia dell’AIDA

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