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Trapianto di capelli: rigenerazione della area donatrice

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La ricerca di Stanford

Un gruppo di ricercatori dell’Università di Stanford, guidato dal dottor Michael Longaker, ha appena pubblicato uno studio sulla guarigione delle ferite senza cicatrici. Studiando le cellule di topo, Longaker e collaboratori hanno scoperto che il gene engrailed-1 è maggiormente espresso durante il processo di cicatrizzazione a causa della segnalazione di stress meccanico. Inibendo l’azione di questo gene, si potrebbe evitare il formarsi di cicatrici nella guarigione delle ferite.

Un farmaco già disponibile

Un farmaco chiamato verteporfina, usato in oftalmologia per trattare la degenerazione maculare bloccando la segnalazione dello stress meccanico, è  risultato molto efficace per rimarginare le ferite senza cicatrici. Somministrando la verteporfina con iniezioni sui bordi delle ferite cutanee dei topi, la loro pelle si è completamente rigenerata con follicoli piliferi e ghiandole sudoripare complete.

Fig.1: Il farmaco utilizzato dai ricercatori dell’Un. di Stanford ha il nome commerciale di Visudyne.

Verrà usato presto?

La verteporfina è un farmaco approvato dalla FDA, quindi potrebbe venire usata off-label per trattare le ferite. il Dr. Longaker pensa che molti medici non aspetteranno l’approvazione della FDA per iniziare a usare la verteporfina sulle lesioni cutanee qualora i primi dati clinici mostrassero risultati simili allo studio sui topi.

Dopi i topi, i suini

Per ora, il dottor Longaker e il suo team stanno progettando un altro studio preclinico, che quasi certamente sarà uno studio con i suini, prima di passare alla sperimentazione umana. È possibile che la sperimentazione ufficiale sull’uomo venga anticipata dai primi utilizzi off-label. Tuttavia, il farmaco non è dei più economici, visto che una confezione viene attualmente a costare quasi 1700 euro.

Trapianto di capelli: la maggiore incognita

Come sempre la maggiore incognita è accertare se sull’uomo questo farmaco funziona come sugli animali da laboratorio. Se funzionasse anche sull’uomo per quanto riguarda i capelli si avrebbe la possibilità di rigenerare i follicoli delle aree donatrici (la nuca) da cui vengono prelevati per i trapianti di capelli.

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Fig.2: L’area donatrice dei trapianti dei capelli si trova nella parte occipitale dello scalpo, ossia sulla nuca.

Quale tipo di trapianto di capelli?

La possibile applicazione del farmaco negli interventi di trapianto di capelli sull’area donatrice dovrebbe portare alla rigenerazione della cute asportata senza la creazione di cicatrici e con la presenza di nuovi follicoli e capelli del tutto analoghi a quelli asportati per il trapianto. Si avrebbe, quindi, di nuovo un’area donatrice integra e a disposizione per un successivo trapianto. Le modalità con cui è stato sperimentato questo farmaco fanno pensare che possa essere più efficace in caso di trapianto FUT o strip che in caso di FUE. Ma la cosa è tutta da dimostrare.

Altre applicazioni tricologiche?

Più difficile che la verteporfina si riveli utile in altre applicazioni per recuperare i capelli. Difficile, quindi, che un uso topico possa essere efficace sui diradamenti della calvizie comune, senza creazione di ferite. Invece, una maggiore possibilità ci potrebbe essere per la rigenerazione in seguito a microlesioni come quelle del microneedling. Ma queste ipotesi al momento risultano poco probabili.

Non solo verteporfina

Impegnate nella ricerca per la rimarginazione senza cicatrici delle ferite vi sono da tempo anche altre società biotech. Una di queste è la Microcures di New York che ha sviluppato dell’RNA silenziante che blocca un enzima denominato simil-fidgetina2. Questa tecnica è stata sperimentata con successo sui topi e anche sui suini che rappresentano un modello animale con caratteristiche più vicine a quelle umane.

Fig.3: Sul tessuto cicatriziale non ricrescono i peli.

Test sull’uomo

La Microcures è pronta, peraltro, a iniziare dei test sull’uomo con l’utilizzo topico di questo silenziante della simil-fidgetina2. Il preparato sarà testato su ferite praticate sulle cosce in cui viene asportata la cute. I ricercatori dicono che con questo metodo potranno agevolmente constatare se la rigenerazione cutanea comporta anche la ricrescita dei follicoli piliferi con i relativi peli.

Il precedente di ACell

Questi nuovi farmaci anticicatrizzazione hanno come illustre predecessore ACell. Si tratta di un estratto di matrice extracellulare dei tessuti della vescica di suino. Il composto venne inizialmente usato con successo nella cura di ferite e vario tipo di lesioni dei soldati dell’esercito USA. La fama di ACell nella rigenerazione dei tessuti di vario tipo e perfino la rigenerazione di falangi e delle unghie delle dita amputate portò presto a diffonderne anche l’uso sui civili. In breve, venne usato anche per agevolare la rimarginazione delle ferite del trapianto di capelli.

Il segreto dell’insaccato

Sebbene ACell sia considerato quasi come un segreto militare, questo preparato è in sostanza quella parte del tessuto elastico della vescica di maiale che viene utilizzata per insaccare alcuni salumi tradizionali nostrani, come la salama da sugo ferrarese. Ovviamente i procedimenti con cui è prodotto ACell sono portati avanti da processi di laboratorio e non da quelli della lavorazioni delle carni.

Azione sulle staminali?

La matrice extracellulare sterilizzata, polverizzata e solubilizzata di ACell agirebbe sulle cellule staminali portandole a rigenerare i tessuti sani. Sin dall’inizio si temeva infatti un’azione proliferativa di tipo canceroso interagendo con le staminali, ma questa non si è mai verificata. Inizialmente si sperava che ACell potesse agire anche contro la calvizie comune, ma il suo utilizzo è risultato di qualche efficacia solo nei trapianti o nell’iniezioni di PRP ossia di plasma autologo arricchito di piastrine.

Con PRP

La somministrazione di Acell con il PRP pare migliorativa rispetto al solo plasma ricco in piastrine. Anche ACell resta comunque una sostanza costosa e di non facile reperibilità. Sembra, infatti, che il 90% della produzione di ACell sia riservata alle forze armate USA e solo il 10% ai civili negli Stati Uniti. Va comunque detto che anche se ACell ha trovato in campo tricologico questo utilizzo in abbinamento ai fattori di crescita del PRP, non ha rappresentato sin qui una soluzione miracolosa per la calvizie comune.

trapianto capelli

Fig. 4: Il trattamento con PRP viene sempre più spesso integrato con l’aggiunta di altri attivi che inducono la crescita dei capelli.

Rigenerare la cute

Il notevole precedente di ACell mette in guardia dai facili entusiasmi con sostanze che possiedono un’attività analoga. La rigenerazione cutanea con microlesioni provocate da piccoli aghi è per esempio il metodo adottato da Follica per avere neogenesi follicolare, ossia anche nuovi capelli. Tuttavia, Follica aveva iniziato a sperimentare con ferite più grandi e profonde ossia del diametro 1 o 2 centimetri. La rigenerazione della cute di queste piccole ferite portava comunque alla crescita di nuovi follicoli, ma al centro della lesione.

I percorsi giusti

Nella rigenerazione cutanea in seguito a lesioni viene attivata tutta una serie di percorsi biochimici a cui partecipano diversi fattori di crescita. I meccanismi sono simili, ma non identici negli uomini e nei roditori utilizzati per gli esperimenti in laboratorio. Proprio gli studi di Follica avevano a un certo punto evidenziato come il fattore di crescita epidermico EGF finisse per essere cruciale nella formazione dei follicoli dei capelli.

Crescita epidermica

Il fattore di crescita dell’epidermide è attivo nella crescita dei capelli da follicoli già formati, ma nella generazione di nuovi follicoli indirizza verso la creazione di epidermide e non di follicoli di peli e capelli. Tra i tanti brevetti di Follica si trova anche un brevetto per l’utilizzo di un inibitore del recettore di questo fattore, utilizzando un farmaco anticancro già approvato e utilizzato, ma molto costoso. Nei pazienti che hanno usato gli inibitori del recettore del EGF si ha avuta talora ricrescita dei capelli, ma con una particolare forma ondulata.

In conclusione

Le sostanze che rigenerano la cute senza cicatrici in seguito alla rimarginazione delle lesioni hanno mostrato risultati anche sulla rigenerazione dei follicoli piliferi. Questo però è avvenuto sui modelli animali. Sull’uomo gli esiti sono stati sin qui meno soddisfacenti per quanto riguarda la rigenerazione dei capelli.

Tuttavia, ogni volta che viene scoperta una sostanza che ha queste proprietà si spera che possa funzionare anche sulla rigenerazione degli annessi cutanei e, in particolare, dei capelli. Ogni nuova sostanza, infatti, agisce su percorsi non identici a quelli delle sostanze già sperimentate e utilizzate.

Pertanto, è possibile che si possa arrivare a disporre di sostanze più efficaci nella rigenerazione dei capelli. Di queste nuove sostanze che rigenerano la cute lesa senza la formazione di cicatrici potrebbero più che altro beneficiarne i trapianti di capelli. Questo perché permetterebbero di avere una area donatrice inesauribile per assicurare nel tempo il posizionamento di capelli sani nelle zone diradate dalla calvizie.

 

APPROFONDIMENTI

L’area donatrice permanente, come individuarla ?

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Redazione Calvizie.net
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5 COMMENTS

  1. immagino dunque che si effettuerà una incisione e poi la ferita non verrà ricucita ma si inietterà questo preparato per rigenerare la parte mancante. però la vedrei più adatta alla fue anche se l articolo dice il contrario. tanto è come discutere di un libro di fantascienza al momento

  2. No le ferite su cui è stato testato sono più simili alla strip o Fut, la verteporfina è stata iniettata sui bordi, cosa più ardua e complicata con la Fue.

    In pratica è stato rigenerata la cute e questa aveva pure i follicoli piliferi, con la Fue sarebbe un’iniezione per ogni UF nella speranza che ricrescano perlopiù i follicoli estratti.

    Ciao

    MA – r l i n

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