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Dieta e capelli: La liquirizia

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La pianta della Liquirizia cresce spontanea anche nelle regioni del bacino mediterraneo, compresa l’ Italia, ed è coltivata in particolare per l’ industria dolciaria e farmaceutica. Il suo nome botanico significa “radice dolce” in quanto presenta proprio un sapore dolciastro che ne consente l’impiego sopratutto in caramelle o come edulcorante di tisane. Della pianta si usano le radici ed i rizomi, presenti anche in Farmacopea Ufficiale.
Come risulta dal primo erbario cinese, in Asia la liquirizia viene utilizzata da circa 5.000 anni ed è una delle piante più importanti. I medici cinesi la prescrivono da sempre per curare la tosse, i disturbi del fegato e le intossicazioni alimentari. Attualmente è ancora apprezzata per queste sue proprietà, ma viene utilizzata anche per i suoi effetti sull’equilibrio ormonale.

Il principio attivo più importante della liquirizia è la glicirrizina, una saponina triterpenica costituita da sali di calcio e di ammonio dell’acido glicirrizico, che le conferisce un’azione antinfiammatoria e antivirale.
Azione da cui la moderna ricerca cerca di trarre vantaggio per nuove prospettive terapeutiche:terapia dell’ulcera, malattie reumatiche, malattie croniche del fegato, Herpes e prevenzione di gravi malattie autoimmuni. Della liquirizia vengono usate le radici di piante di 3-4 anni, raccolte durante la stagione autunnale ed essiccate. In commercio la radice può essere trovata in bastoncini da masticare, tagliuzzata per decotti e tisane, ridotta in polvere e in succo (estratto nero) come dolcificante e correttivo del sapore nell’industria farmaceutica.

La liquirizia, comunque, va assunta saltuariamente, facendo attenzione a non superare il dosaggio di mezzo grammo al giorno di glicirrizina (cosa che può capitare assumendo caramelle alla liquirizia o lassativi ricchi di estratti di concentrati di liquirizia). La glicirrizina, infatti, ha effetti collaterali sull’equilibrio dei sali minerali nel corpo; un abuso di liquirizia, quindi, può provocare ritenzione idrica, aumento della pressione, gonfiore al viso e alle caviglie, mal di testa e astenia. Pertanto le persone predisposte a ipertensione, ad edemi, i diabetici, le donne in gravidanza o in allattamento, devono evitare l’uso prolungato di estratti di questa pianta

Come funziona la liquirizia?
Il più importante meccanismo d?azione della Liquirizia consiste nel blocco della reduttasi epatica dei corticosteroidi e in uno stimolo diretto della produzione degli ormoni surrenalici. Recentemente è stata pure dimostrata un’azione a livello dei recettori per i gluco e mineralcorticoidi. Questo può comportare ipopotassiemia, ritenzione di sodio e ipertensione arteriosa. Sono stati descritti anche numerosi casi di rabdomiolisi e miopatie da abuso di Liquirizia. L’uso continuo di Liquirizia è controindicato in caso di ipopotassiemia, ipertensione, ritenzione idrosalina, sindrome premestruale, sovrappeso corporeo, insufficienza renale o epatica. Può interferire con diuretici, lassativi antrachinonici, digitatici, cortisonici, antiaritmici (chinidina, idrochinidina, ajmalina ecc.), insulina: possibile aumento della ipopotassiemia.

Usi comuni della liquirizia
Antinfiammatorio e cicatrizzante nell’ulcera gastrica e duodenale
lasciar sciogliere in bocca il succo nero a tronchetti o masticare il bastoncino di radice. Chi preferisce la tisana, invece, può far bollire 35gr. di radice (il taglio per tisane), 35gr. di menta in foglie e 30gr. di camomilla in fiore. Dopo che il tutto ha bollito, spegnere, coprire e filtrare dopo 15 minuti. Di questa miscela vanno bevute due tazze al giorno.

Lassativo
come lassativo possono essere impiegate sia la radice di liquirizia ridotta in polvere e aggiunta ad altre piante, sia la radice tagliuzzata che viene miscelata in parti uguali con malva in foglie e radice d’altea e usata per decotto.

Antitosse
come antitosse viene utilizzato il decotto breve che si prepara con un cucchiaio per tazza della seguente miscela: 50gr. di radice d’altea e 50gr. di radice di liquirizia.

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Redazione Calvizie.net
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La redazione di Calvizie.net è formata da medici, specialisti e appassionati al tema della tricologia. Dal 1999, ci dedichiamo a diffondere informazioni sempre aggiornate sulla cultura della salute dei capelli.
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