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La calvizie di Rafa Nadal

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Rafa Nadal e calvizie è un argomento a lungo trattato. Ne percorriamo i passaggi per arrivare ad alcune riflessioni sul trapianto di capelli, sull’età in cui farlo e sull’uso migliore e combinato dei trattamenti anticalvizie.

Rafa Nadal calvizie: storia di un trapianto non riuscito

Il campione di tennis spagnolo Rafa Nadal, in testa alla classifica di tutti i tempi con 22 tornei del Grande Slam  vinti, ha mostrato per anni una fluente capigliatura, ma avvicinandosi ai 30 anni di età sulla sua chioma sono apparsi segni evidenti di calvizie, che si sono ripresentati ancora di recente, a 36 anni.

Un campione modello

Rafa Nadal ventenne non si mostra solo come un campione e un atleta eccezionale, ma appare anche di bell’aspetto, una specie di modello con una chioma rigogliosa di capelli ondulati castano scuri. Tipica è la fascia colorata che indossa in tutti i match per impedire che i capelli scompigliandosi finiscano per intralciare la visione e creare altri problemi.

Rafa Nadal calvizie

Fig.1: Un giovane Nadal nel 2006 all’epoca del suo 2° Roland Garros.

Trapianto a 30 anni

Rafa è nato nel 1986 e nel 2005 a soli 19 anni vince il suo primo Roland Garros sfoggiando capelli lunghissimi e folti. Una decina di anni dopo la sua capigliatura inizia a mostrare dei diradamenti che non vengono tenuti nascosti. Nel Novembre 2016 secondo il giornale britannico The Daily Mirror,  Nadal si sottopone a un trapianto di capelli durato 10 ore presso una clinica di Madrid.

Si parla di 4500 follicoli trapiantati con la tecnica FUE. Facciamo notate che questo potrebbe corrispondere forse a poco meno di 2.500 unità follicolari (UF) dal momento che in media un’unità follicolare ha 2 follicoli/capelli.

Fig.2: Rafa Nadal alle Olimpiadi di Rio nell’Agosto 2016 (prima del trapianto avvenuto a Novembre di quell’anno).

Il costo del trapianto

Un altro media ha riportato che questo trapianto di Nadal è costato 9 mila euro. In base a questo dato è possibile che i 4500 follicoli riportati dal Daily Mirror fossero in realtà 4500 UF e che quindi si sia trattato di un cosiddetto trapianto ad alta densità (dense pack) che prevede l’impianto anche di 45-50 UF per cm2.

Questo anche perché in seguito al trapianto Nadal è tornato a mostrare una capigliatura che ricordava vagamente quella di quando era ventenne.

Fig.3: Nadal nell’Aprile 2017 dopo il trapianto saluta il pubblico di Barcellona al torneo Conde de Godo.

Un secondo trapianto?

Nel 2020 si è parlato di un altro trapianto del campione spagnolo perché al Roland Garros si è mostrato con una capigliatura infoltita, rispetto a quella vista negli anni precedenti. E’ possibile che Nadal si sia sottoposto l’anno prima a un nuovo trapianto resosi necessario per far fronte a un ulteriore avanzamento della calvizie.

Wimbledon 2022

Nel torneo di Wimbledon di quest’anno il tennista maiorchino si è ritirato in semifinale per una lesione di sette millimetri all’addome rimediata nei quarti di finale. In quest’occasione Nadal è apparso di nuovo fortemente diradato. In particolare il diradamento più evidente appariva dietro la parte centrale della linea frontale in quell’area dello scalpo che viene chiamata in inglese “mid scalp” e che potremmo tradurre come “parte mediana dello scalpo” (ossia situata a metà strada tra frontale e vertex).

Trapianti precoci?

Considerata l’età e le problematiche tricologiche riscontrate dal campionissimo ci si può domandare se il trapianto, o i trapianti, non siano stati effettuati troppo precocemente. Di solito si consiglia ai pazienti di aspettare per vedere come evolve la propria calvizie prima di sottoporsi a trapianto. Per questo i trapianti sono sconsigliati ai ventenni che soffrono di calvizie. Tuttavia il primo trapianto di Nadal è avvenuto nel suo trentunesimo anno di età e non si può dire che sia stato troppo frettoloso.

Cosa è successo?

Se Nadal non ha sbagliato la tempistica dell’intervento allora come mai si ritrova dopo sei anni e due possibili trapianti al punto di prima? Il motivo è identico a quello che porta a sconsigliare i trapianti di capelli in giovane età, ossia l’evoluzione della calvizie è diversa da individuo a individuo e l’esito finale non è prevedibile in anticipo.

Fig.4: Nadal al Roland Garros 2022.

Limiti attuali dei trapianti

Se Nadal avesse aspettato di diventare ulteriormente calvo prima di sottoporsi a un trapianto, il trapianto non avrebbe potuto di certo fare miracoli di infoltimento su una vasta superficie calva. Questo perché oggi come oggi le UF estraibili dalla cosiddetta area donatrice sono limitate, dalla zona di prelievo occipitale si possono prelevare alcune migliaia di UF per trapianto, ma oltre non si può andare, altrimenti il diradamento di questa zona diverrebbe troppo evidente.

Per questo da anni si cerca di clonare i follicoli dei capelli con la cosiddetta “hair multiplication”  in modo da avere un’area donatrice “infinita”. Oppure si sperimentano farmaci e tecniche per rigenerare i capelli dai punti di prelievo.

Cosa poteva fare di meglio?

Di Nadal sappiamo con certezza che si è sottoposto ad almeno un trapianto perché lo ha fatto sapere lui stesso. Infatti ha parlato del suo trapianto col nostro Fabio Fognini. Ci si può chiedere se curando per tempo la propria calvizie il maiorchino avrebbe potuto avere risultati migliori, magari posticipando di molto i peggioramenti. Non si tratta di una domanda oziosa, infatti quasi tutti coloro che soffrono di calvizie comune ereditaria si accorgono di questa condizione solo dopo aver perso più del 50% della densità giovanile.

Fig.5: La tecnica FUE dei trapianti di capelli.

Farmaci evitati?

Nella maggior parte dei casi la calvizie se presa per tempo e trattata con le terapie approvate ufficialmente come il minoxidil topico  e la finasteride sistemica 1 mg/die, può essere sconfitta. Tuttavia bisogna essere costanti nell’assunzione e nell’applicazioni di questi farmaci e non tutti lo sono o lo possono essere. Uno sportivo professionista ad alti livelli può avere poco tempo per pensare ai propri capelli. Almeno sinché questi appaiono ancora passabili. Si tenga conto poi che dal 2004 al 2009 finasteride è stata vietata agli sportivi perché considerato un farmaco non dopante, ma che poteva essere usato per mascherare il doping.

Di fatto finasteride è temuta dagli atleti perché potrebbe abbassare le prestazioni sportive, quindi molti atleti, anche dopo la fine del bando, hanno preferito non assumerla per contrastare la calvizie.

Mancato abbinamento?

Può essere che Nadal abbia puntato sul solo minoxidil, un farmaco che non presenta problemi di reperibilità. Tuttavia il solo minoxidil può reggere la situazione per un po’, ma solamente se applicato in contemporanea con l’assunzione di finasteride orale può garantire un’efficace contrasto alla calvizie.
Proprio per questo effetto combinato dei due farmaci i chirurghi specializzati in capelli di solito li prescrivono ai loro pazienti sia prima che dopo l’intervento.

Farmaci prima e dopo

Li prescrivono prima del trapianto affinché il paziente arrivi al momento dell’intervento con più capelli possibile, anche per l’estrazione degli innesti dall’area donatrice. Li prescrivono dopo l’intervento per mantenere i capelli cosiddetti “indigeni” (ciò lì presenti da sempre) nella zona ricevente e comunque avere una capigliatura sempre al massimo anche per coprire meglio le zone su cui si è intervenuti.

Diradamenti post trapianto

Quello che pare sia successo a Nadal è l’avanzamento della calvizie dopo i trapianti. In questo caso la teoria “classica” afferma che non sono i capelli trapiantati a scomparire, ma i capelli “indigeni” che non sono immuni dalla calvizie, ma che erano ancora spessi e sani al tempo dell’intervento. Si tratta della cosiddetta “donor dominance” ossia la prevalenza dell’area donatrice, per cui i capelli provenienti dall’area donatrice resterebbero immuni dalla calvizie anche se trasferiti nell’area ricevente soggetta alla calvizie.

Quale area domina?

Di recente è stata messa in dubbio la “donor dominance”, in seguito al riscontro di alcun fenomeni di “recipient dominance”, ossia la prevalenza delle caratteristiche dell’area ricevente. Questa avviene per esempio quando dei capelli lisci come quelli della nuca vengono trapiantati in zone che hanno capelli ondulati. I capelli trapiantati diventano ondulati, il che migliora il trapianto dal momento che i chirurghi non possono ottenere un effetto simile. Anche il trapianto di capelli tra le sopracciglia mostra che i capelli trapiantati finiscono per crescere corti come le sopracciglia.

I chirurghi affermano che nei trapianti di capelli la regola della dominanza della zona donatrice è ancora ben attestata. Questa è sicuramente una buona notizia infatti, se questa regola non valesse, i trapianti ad alta densità in cui c’è assoluta prevalenza di capelli trapiantati e con pochi “indigeni” finirebbero a lungo andare per rivelarsi un completo insuccesso.

Fig.6: L’area donatrice dopo i prelievi di unità follicolari per un trapianto.

Cosa ci insegna il caso Nadal

La vicende tricologiche di Rafa Nadal sono esemplari per ribadire alcuni concetti basilari della lotta contro la calvizie:

  • La calvizie va individuata e trattata molto per tempo, in pratica prima che i diradamenti risultino evidenti
  • I trapianti vanno fatti il più tardi possibile e quando la situazione si è stabilizzata da tempo
  • Prima di sottoporsi a un trapianto bisogna trattare la calvizie con le terapie riconosciute come più efficaci proprio per stabilizzare la propria calvizie
  • A trapianto effettuato vanno perseguite le terapie anticalvizie per mantenere i capelli “indigeni” delle aree soggette al trapianto.

Considerazioni generali

La riduzione dei follicoli dei capelli nel corso degli anni è un fenomeno naturale che coinvolge tutti. Anche le capigliature più folte con gli anni vanno riducendo la loro densità. Questa riduzione può comunque essere moderata e omogenea lasciando una buona copertura dello scalpo anche in tarda età. Nella calvizie comune questo processo è invece sia accelerato che concentrato su alcune zone dello scalpo portando a dei visibili inestetismi prima dell’età matura e della vecchiaia.

In conclusione

Le terapie ufficialmente approvate contro la calvizie comune in genere non permettono grandi recuperi quando i diradamenti sono diventati evidenti, ma risultano propedeutiche a un trapianto, nonché necessarie nel post trapianto. Se il campione di tennis Rafa Nadal avesse potuto attenersi a queste indicazioni probabilmente avrebbe avuto un maggior successo con il trapianto e magari avrebbe potuto rimandarlo sino al giorno del proprio ritiro dall’attività agonistica.

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Redazione Calvizie.net
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