E’ stata pubblicata di recente una meta-analisi sull’efficacia e la sicurezza della medicina cinese tradizionale come coadiuvanti nei casi di calvizie comune refrattaria alle cure.
Confronto con le cure convenzionali
In questa analisi statistica sono stati selezionati con certi criteri gli studi effettuati negli ultimi dieci anni che hanno testato varie terapie anticalvizie della medicina cinese tradizionale confrontandole con  le cure cosiddette convenzionali come minoxidil, finasteride, ketoconazolo, cistina, vitamine e disolfuro di selenio. Alcuni degli studi selezionati hanno riguardato anche l’utilizzo congiunto di formulazioni tradizionali e convenzionali rispetto all’utilizzo delle sole cure convenzionali.
Terapie coadiuvanti
Nei lavori analizzati le terapie della medicina cinese tradizionale nel complesso risultano più efficaci delle cure convenzionali con cui si sono confrontate, ma i ricercatori di questo studio evidenziano che i migliori risultati sono quelli ottenuti con l’abbinamento delle cure tradizionali con quelle convenzionali.
Studi e formule
I 30 studi selezionati hanno coinvolto in tutto 2615 soggetti con calvizie comune. Ogni studio ha preso in considerazione una singola e particolare formula della medicina tradizionale, principalmente si tratta di formulazioni a uso orale quali decotti, tavolette o pillole, ma tre studi hanno valutato l’uso topico di tre diverse lozioni. In tutti i casi esaminati si è trattato di rimedi con percentuali variabili di parti (radici, rizomi, cortecce, fiori, frutti) di alcune specie vegetali.
Tradizione olistica
Le miscele di piante officinali sono tipiche della medicina cinese tradizionale che punta a ristabilire un equilibrio ricorrendo ad attivi con funzioni differenti e che ha una visione olistica della terapia, vale a dire che si propone di curare l’intero organismo e non solo una parte di esso, ristabilendo l’equilibrio interno perduto,
Ricette millenarie
Le piante usate da alcuni millenni contro la calvizie sono le radici di Rehmannia e del Polygonum multiflorum (Fo-ti, ovvero Ho Shou Wu), l’erba Eclipta alba, le sommità della Tuia orientale, e i frutti del Ligustrum lucidum.
Tuttavia la pianta più utilizzata in questi 30 studi è risultata la Salvia miltiorrhiza di cui si utilizza tradizionalmente la radice per rinvigorire la circolazione sanguigna. In questa classifica viene seguita dalla Rehmannia, a sua volta seguita dal fungo Poria cocos, usato principalmente come diuretico e drenante, mentre solo quarto (a pari merito col Ligustro) è risultato il Polygonum multiflorum, che è sicuramente il più noto rimedio della medicina cinese riguardante i capelli, anche se la sua fama è dovuta principalmente alla sua azione di contrasto allo spuntare dei capelli grigi.
Effetti collaterali
Anche per quanto riguarda gli effetti collaterali avversi la medicina cinese tradizionale in questi studi fa meglio delle cure convenzionali, con meno casi problematici e, pare, nessuno riguardante la sfera sessuale.
La cosa è degna di nota, perché nello studio in questione si ricorda esplicitamente l’azione della Salvia miltiorrhiza nell’abbassare i livelli di testosterone nel sangue mentre la Rehmannia qualche anno fa era stata oggetto di uno studio in cui si rilevavano le proprietà di riduzione del DHT.
Tirando le somme
I ricercatori che hanno svolto questa analisi indicano la medicina cinese tradizionale come una fonte preziosa di rimedi coadiuvanti delle cure convenzionali, non prendono quindi per oro colato i risultati molto positivi mostrati dagli studi selezionati, si augurano infatti di poter approfondire la questione con altri test di qualità superiore a quelli analizzati. Tuttavia le conclusioni di questa meta-analisi possono risultare utili perché individuano attivi anticalvizie da noi ancora poco conosciuti e ancor meno utilizzati, che sembrerebbero avere efficacia anche con le applicazioni topiche che minimizzano i rischi di effetti indesiderati.
Anche sulle assunzioni sistemiche che non creerebbero problemi alla sessualità si dovrebbe approfondire, per capire se le miscele di varie sostanze vegetali non controbilancino gli effetti negativi delle sostanze più attive contro la calvizie in esse contenute, proprio come si propone da millenni l’antica medicina cinese.
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