Il materiale da detergere rappresenta una grande superficie, valutata in 4 – 8 m2 per una capigliatura femminile.
I tensidi (o tensioattivi) sono sostanze detergenti di superficie che hanno in comune una struttura “ambivalente” a doppia affinità che comprende:
->Â una parte lipofila (catena idrocarburica), liposolubile che deve solubilizzare lo sporco ed il grasso;
->Â una parte idrofila (raggruppamento polare), idrosolubile, che deve consentire al tensioattivo di solubilizzarsi nell’acqua e di portar via i composti grassi durante il risciacquo.
L’effetto lavante di uno shampoo comincia con la sua capacità di “bagnare” lo sporco contenuto nel sebo che circonda il capello. Le basi lavanti sono agenti tensioattivi (o “tensidi”) che si collocano nell’interfaccia tra l’acqua del lavaggio con lo sporco ed il grasso da eliminare.
Questo materiale viene quindi emulsionato e disperso nell’acqua e deve poter essere eliminato con l’acqua di risciacquo.
Sottolineiamo che l’effetto “lavante” non è assolutamente proporzionale alla quantità di schiuma prodotta, pur cosi apprezzata dall’utente.
il Sodium Lauryl Sulfate e il Sodium Laureth Sulfate sono tensioattivi molto noti e diffusissimi da larghissimo tempo in cosmetica: il primo è usato soprattutto nei dentifrici perchè insapore, il secondo è diffuso in shampoo, bagnoschiuma e bagnodoccia.
Si tratta di tensioattivi che hanno il pregio di avere un costo non particolarmente elevato rispetto ad altri tensioattivi, tant’è che sono stra-diffusi e stra-usati, e il difetto di essere più aggressivi e potenzialmente più irritanti di altri tensioattivi (i tensioattivi, in quanto tali, hanno tutti un certo grado di potenziale irritativo, altrimenti non lavano).
Sono ingredienti ammessi dalla normativa cosmetica, senza alcun tipo di restrizione.
Ultimamente, la moda dei blog e dei “biodizionari” su Internet ha fatto sì che anche individui “profani” si siano avvicinati al giudizio sulle materie prime dei cosmetici, senza aver alcun tipo di nozioni nè di chimica nè di regolamentazione cosmetica.
Questa “moda” vuole che si colpevolizzino una miriade di ingredienti cosmetici, e si tratta, ripeto, di una moda (come si sa, spesso le mode sono completamente irragionevoli).
E’ pur vero che esistono tuttavia basi lavanti più pregiate (e quindi più costose) con caratteristiche decisamente superiori.
E’ il caso, ad esempio del Disodium Laureth Sulfosuccinate, un tensioattivo anionico primario dotato di ottima compatibilità cutanea, oppure del Sodium methyl oleyl taurate, un tensioattivo anionico ausiliario derivato dalla condensazione tra un acido grasso e un amminoacido(taurina). Quest’ultimo, oltre alla delicatezza, conferisce un leggero effetto condizionante e disciplinante.
Questo il motivo per cui negli shampoo formulati specificatamente per utilizzatori con capelli con determinate problematiche (caduta, eccesso di sebo, ecc.) si dà maggiore attenzione alle basi lavanti impiegate.