L’uso dei rubefacenti è assolutamente inutile nella prevenzione della calvizie e talvolta dannoso o addirittura pericoloso.
Tuttavia l’uso di un rubefacente non tossico può essere utile per favorire la penetrazione percutanea di sostanze attive come il progesterone, lo spironolattone, il minoxidil etc.
L’evidenza e le osservazioni che:
1) un capello non può crescere senza un adeguato apporto di sangue che fornisca al follicolo i necessari metaboliti;
2) i peli terminali (anagen 6) sono meglio vascolarizzati dei peli vellus;
3) i peli o i capelli localizzati su anomalie vascolari sono frequentemente più lunghi e più grossi di quelli adiacenti nella stessa zona;
ha fatto sopravvalutare l’importaza dell’apporto ematico ed ha portato a molti tentativi di stimolare la crescita di capelli in zone alopeciche attraverso l’incremento del flusso di sangue ottenuto mediante l’applicazione topica di vasodilatatori e sostanze rubefacenti.
Si definiscono come rubefacenti le sostanze capaci di provocare iperemia reattiva nella zona di applicazione.
Tra le principali sostanze rubefacenti ricordiamo:
Esteri dell’acido nicotinico:
sono i rubefacenti che hanno avuto maggiore popolarità ed hanno trovato più larga diffusione nella terapia dei defluvi (tutti ricordiamo il “benefico rossore”). In realtà l’acido nicotinico ed i suoi derivati addirittura potrebbero essere dannosi in un defluvio poiché sembrano in grado di inibire l’aumento intracellulare di cAMP indotto da ormoni attivatori della adenilciclasi (Hardman J.G.).
Pilocarpina:
solubile in alcol ed in acqua è il principale alcaloide dello Jaborandi. L’azione principale della pilocarpina è un effetto parasimpaticomimetico di tipo muscarinico. Viene impiegata in lozioni per uso locale in concentrazioni fra lo 0,5 ed il 2%. Va ricordato che l’assorbimento percutaneo può talora provocare manifestazioni tossiche generali evidenziate da scialorrea e sudorazione (antidoto: atropina).
Jaborandi:
vengono designate con questo nome le foglie di varie specie di pilocarpus. Le proprietà degli estratti di Jaborandi sono legate essenzialmente al loro contenuto in pilocarpina . Il contenuto in alcaloide va dallo 06 allo 09%.
Cantaridina:
la cantaride (mosca spagnola) è un coleottero di color verde brillante lungo 2-3 cm.
L’insetto vivo, quando stimolato, produce dagli organi genitali un liquido oleoso che contiene la cantaridina che è un lattone dell’acido cantaridinico. Comunemente la cantaridina si ottiene estraendola con etere e cloroformio dagli insetti macinati in polvere fine. Questa è un potente revulsivo e vescicante ed è stata largamente impiegata in lozioni “anticalvizie” per uso topico alla concentrazione dello 0,2-0,5%. Ha avuto in passato largo uso come “afrodisiaco” ed assunta per os provoca priapismo ma la dose letale, che si aggira su 1-2 gr di polvere di cantaride o 10-15 mg di cantaridina è assai vicina alla dose “utile”.
La cantaridina viene prontamente assorbita a livello gastrointestinale e limitatamente anche dalle mucose e dalla cute ed essendo potenzialmente tossica a livello renale non deve essere usata nei nefropazienti.
Mentolo:
questa molecola esiste in 8 forme stereoisomere. Quando il mentolo viene applicato sulla pelle provoca vasodilatazione, ne consegue sensazione di fresco seguita da blando effetto analgesico.
Ditranolo (sinonimi: antralina, cignolina):
è un irritante locale (più che un rubefacente) solubile in cloroformio, si impiega ancora oggi sotto forma di unguento o pasta allo 0,1-1% nel trattamento della psoriasi e di alcune dermatosi croniche. E’ stato proposto anche nella terapia della calvizie ed in particolare nella terapia della alopecia areata in alternativa al dinitroclorobenzene.
Crisarobina:
viene ancora impiegata per la terapia della psoriasi in concentrazione variabile fra l’ 1 e 5% ma è stata in passato usata anche nella terapia delle alopecie.
E’ ormai generalmente accettato che la vascolarizzazione non sia stimolo dell’attività del follicolo ma che sia l’attività del follicolo ad determinare un aumento di flusso sanguigno a livello della papilla dermica, pertanto l’uso dei rubefacenti è assolutamente inutile nella prevenzione della calvizie e, come abbiamo visto, talvolta dannoso o addirittura pericoloso.
Tuttavia l’uso di un rubefacente non tossico, come il mentolo a concentrazioni variabili fra lo 0,1 e 1%, può essere utile per favorire la penetrazione percutanea di sostanze attive come il progesterone, lo spironolattone, il minoxidil etc.