Ace-2, la porta del virus
Sono molte le novità dall’inizio della pandemia da coronavirus che, in qualche modo, sono connesse anche alla calvizie. In particolare, è scattato l’allarme su alcuni farmaci antipertensivi, perché il virus per entrare nelle cellule umane e far danni utilizza una porta d’ingresso che è l’enzima Ace-2. Questo enzima è inibito proprio da alcuni farmaci antipertensivi come gli Ace-inibitori e i sartani.
Allarme rientrato sui farmaci Ace-inibitori e simili
Studi sugli animali hanno mostrato che l’inibizione di Ace-2 porta l’organismo a produrre altre proteine di questo tipo. Si è temuto, quindi, che gli utilizzatori di questi farmaci potessero essere più esposti al virus, ma sull’uomo questa compensazione non è mai stata riscontrata. Pertanto, i farmaci di questo tipo possono essere tranquillamente usati.
Novità calvizie: nessun problema per minoxidil
Questo allarme non ha, quindi, coinvolto il famoso farmaco minoxidil, che viene usato per bocca come antipertensivo e in lozione come attivante della fase di crescita contro la calvizie comune. Infatti, il meccanismo di azione sulla pressione sanguigna è diverso da quello degli Ace-inibitori, basatosi sull’apertura dei canali ionici del potassio.
Androgeni e coronavirus
Il legame tra il virus e Ace-2 non è sufficiente per far penetrare nelle cellule il patogeno, ma serve un attivatore indicato come TMPRSS2. Questo attivatore è regolato dagli ormoni sessuali, ma in particolare dagli androgeni e questo potrebbe spiegare la maggiore letalità del coronavirus sugli uomini rispetto alle donne.
Varianti che fanno la differenza
La differenza di letalità tra uomini e donne è massima nella fascia tra i 50 e i 59 anni, mentre al crescere dell’età la differenza va riducendosi. Pertanto, la disparità è massima quando gli androgeni nei maschi sono ancora elevati; mentre nei giovani, che hanno livelli di androgeni maggiori, prevale la migliore risposta immunitaria.
Ad ogni modo, TMPRSS2 è coinvolto nel cancro alla prostata dove dipende dal DHT e presenta alcune varianti: quella più presente qui da noi pare la più sensibile agli androgeni. Questo spiegherebbe anche la differente letalità del virus in Italia rispetto alla Cina e ad altre parti del mondo.
Come nella calvizie comune
Questa differenza tra uomini e donne, e tra popolazioni differenti, dovuta agli androgeni è tipica della calvizie comune, la quale è detta appunto androgenetica perché di natura genetica e dipendente dagli androgeni. Non è, infatti, una novità che contro la calvizie si usino principalmente degli antiandrogeni. Essi sono in grado di impedire la trasformazione del testosterone in DHT inibendo gli enzimi che stanno alla base di questa trasformazione.
Analogamente esistono dei farmaci inibitori di TMPRSS2 che, secondo i ricercatori, riescono a bloccare l’infezione da Covid-19 e che sono sotto sperimentazione. Si tratta di farmaci già approvati in particolare contro la pancreatite, come il camostat mesilato e il gabesato mesilato, ma anche la bromexina comune farmaco contro la tosse.
L’acido laurico e la monolaurina
Tra le molte sostanze naturali con proprietà antivirali che abbiamo segnalato qui, abbiamo trascurato l’acido laurico. Esso abbonda nei frutti delle palme, caratterizzando sia l’olio di cocco che gli estratti oleosi di Serenoa repens, la principale pianta utilizzata per contrastare il DHT nella calvizie. Un derivato dell’acido laurico che ha spiccate attività antivirali è poi la monolaurina, considerata molto efficace contro le influenze.
Novità sulla canizie
Tra le ultime novità riguardanti i capelli, ce n’è per fortuna almeno una che al momento non mostra alcun collegamento con il coronavirus e la calvizie. Si tratta di una notizia generata dal nostro sito e da Ieson, il forum di discussione sui problemi di capelli ad esso collegato. Nasce, infatti, dalla richiesta di delucidazione di questo articolo, che abbiamo pubblicato alcuni mesi fa, su alcune nuove sostanze per combattere i capelli bianchi.
Flavonoidi attivi contro i capelli grigi
Lo studio pubblicato mette in evidenza due flavonoidi che attivano le cellule staminali dei melanociti rigenerando capelli pigmentati, ma questi agiscono in seguito a guarigione da microferite. Con questa modalità un altro flavonoide, la diosmetina, si mostra meno attiva e addirittura ha effetto negativo sulla ricrescita. Non viene così preso in considerazione uno studio precedente, in cui la diosmetina ha mostrato attività superiore a questi attivi nella produzione di melanina. Tuttavia, non era stata utilizzata la tecnica della guarigione da microferite, ma la semplice somministrazione in vitro.
Rimedio già disponibile
La diosmetina è la forma agliconica della diosmina, un attivo naturale molto utilizzato in preparati contro l’insufficienza venosa delle gambe e, quindi, utilizzabile come topico. Sul forum, ci sono utenti che lo vogliono provare contro i capelli bianchi e che ci relazioneranno sui risultati.
Complotti ovunque
Anche le teorie del complotto accomunano il coronavirus con le cure contro la calvizie. Nel caso del coronavirus, queste teorie naufragano nell’individuare dei beneficiari della pandemia, perché questa crea danni a tutta l’umanità senza apportare vantaggi a qualcuno in particolare. Nel caso delle ultime novità riguardanti la calvizie, si ipotizza che le cure definitive siano state scoperte, ma tenute nascoste alle masse per continuare a lucrare su terapie non risolutive.
Pure fantasie
È una posizione che nasce dall’incompetenza in materia e che non tiene conto dell’interesse diffuso a risolvere il problema della calvizie. Si parla di un interesse che, in tutta evidenza, tocca la maggior parte dei presunti autori del complotto, ossia migliaia di persone che operano o hanno operato per anni nel campo delle cure contro la calvizie. La probabilità che un complotto non sia scoperto è, infatti, inversamente proporzionale al numero di persone coinvolte e alla durata del complotto stesso. Quindi, per le cure contro la calvizie è praticamente pari a zero.
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