Il trapianto capelli donna nella calvizie femminile presenta delle particolarità che lo differenziano dal trapianto di capelli maschile.
Perché il trapianto?
Nonostante le molte possibilità di cure e trattamenti, molte pazienti non raggiungono il risultato desiderato. Questo sia a causa della scarsa risposta alla terapia, sia a causa di una condizione clinica già avanzata. In questi casi, il trapianto può aumentare la densità dei capelli in una determinata area distribuendo unità follicolari. Queste sono ottenute dalla zona donatrice del cuoio capelluto della paziente.
Il trapianto capelli donna
Il trapianto capelli donna come rimedio nella calvizie femminile rappresenta quasi un’eccezione e deve essere eseguito in condizioni molto specifiche. Non dovrebbe essere considerato una procedura isolata, tanto meno promosso come una cura definitiva. Il mantenimento dei trattamenti clinico è infatti essenziale per bloccare la perdita di capelli su altre aree. Nella consultazione iniziale spetta al chirurgo specializzato ottenere un’accurata anamnesi clinica ed eseguire un esame accurato dell’intero cuoio capelluto.
Il trapianto di capelli donna: come procedere
L’area donatrice
Per valutare il trapianto capelli donna e assicurarne il successo, oltre alle aree più colpite dalla calvizie la valutazione dell’area donatrice è essenziale per verificare il numero di unità follicolari (UF) che possono essere utilizzate. È importante escludere altri tipi di alopecia non adatte al trattamento chirurgico, come l’alopecia areata, il telogen effluvium cronico e l’alopecia cicatriziale attiva.
Aspettative e obiettivi
È necessario ascoltare le pazienti e comprendere le loro aspettative. Spesso la paziente esprime il desiderio di coprire un’area più ampia di quanto sia possibile. Pertanto si deve consigliare di riempire in primo luogo la parte anteriore del cuoio capelluto (frontale e centrale). Si tratta infatti delle zone più visibili.
Il disegno della linea frontale ottimale prima dell’intervento.
Frontale e tempie
Se la linea frontale è diradata, deve essere ricreata in modo irregolare e con i capelli più fini. Questo per non mostrare una linea ricostruita in modo artificiale. Anche le aree di recesso frontotemporale sono un problema frequente e lo specialista deve tracciare una linea coerente con l’attaccatura femminile.
Obiettivo densità
L’obiettivo finale del trapianto è quello di ottenere una buona densità nell’area ricevente. Per questo, o si dispone di un’ampia disponibilità di UF o si deve limitare l’area da trapiantare. Nella maggior parte dei casi, esaminando l’area donatrice, si può notare che non c’è una grande densità. Oppure i capelli sono sottili come nelle zone interessate dalla miniaturizzazione. In questa situazione, il trattamento chirurgico non dovrebbe essere proposto. Viceversa va proposto quando c’è un gran numero di follicoli e capelli più spessi nella regione posteriore del cuoio capelluto, rispetto all’area da coprire.
Rassicurazioni
Lo specialista può assicurare alla paziente che il risultato dell’intervento sarà, nella maggior parte dei casi, naturale e con una buona densità. Le UF saranno trapiantate singolarmente senza creare cicatrici visibili e senza la comparsa di ciuffi, i cosiddetti “capelli di bambola”.
Area da cui verrà rimossa la striscia di pelle per l’estrazione delle unità follicolari con la tecnica FUT (immagine presa dalla pubblicazione qui commentata).
FUT
Esistono due approcci per il trapianto capelli donna da valutare con la paziente per quanto riguarda l’asportazione delle unità follicolari dall’area donatrice. Queste due tecniche sono comunemente indicate con i loro acronimi. Il trapianto di unità follicolari (FUT o “strip”) si riferisce all’asportazione di una striscia di pelle dal cuoio capelluto che lascerà un’unica cicatrice orizzontale nell’area donatrice. Questa striscia di pelle viene sottoposta a dissezione microscopica da parte dell’équipe per produrre le unità follicolari.
È importante valutare l’elasticità del cuoio capelluto, in quanto l’ampiezza della striscia non deve superare la possibilità di riavvicinare i bordi senza tensioni eccessive.
FUE
L’escissione delle unità follicolari (FUE) comporta l’estrazione delle UF direttamente dal cuoio capelluto, utilizzando un’apparecchiatura specifica. Si tratta di un micro-punzone da 0,85-1,00 mm. Questo può essere collegato a un macchinario per la rotazione o può essere utilizzato manualmente. La conseguenza di questa tecnica sono migliaia di micro-cicatrici omogeneamente distribuite nell’area donatrice. In entrambe le tecniche, l’inserimento delle UF nelle aree riceventi sarà eseguito allo stesso modo, utilizzando pinzette delicate o le penne Choi.
Le due tecniche a confronto
Nel caso di trapianto capelli donna tecnica FUT non richiede la rasatura dei capelli, il che è solitamente vantaggioso per le donne, che spesso non vogliono farsi rasare la testa e non temono la cicatrice lineare. La tecnica FUE viene invece eseguita rasando i capelli nell’area donatrice. E’ però possibile creare delle “finestre” rasate mantenendo i capelli lunghi sopra questa area per coprire l’area donatrice. Con la tecnica FUE è pure possibile rimuovere capelli lunghi, ma con difficoltà tecniche molto maggiori e tempi chirurgici più lunghi. Entrambe le tecniche sono consigliabili , a seconda della scelta della paziente e delle conoscenze tecniche dello specialista.
A) Area rasata per la rimozione delle unità follicolari con la tecnica FUE (Follicular unit extraction). (B) Capelli lunghi che coprono l’area rasata (immagine presa dalla pubblicazione qui commentata).
Visite preliminari
Durante la visita, oltre a decidere la tecnica migliore per il singolo caso, è necessario comunicare al paziente il numero di interventi previsti. Di solito si prevede l’esecuzione di un solo intervento, ma può essere necessaria una seconda seduta, a distanza di almeno un anno. Viene fissata una seconda visita per il consulto preoperatorio. Questa serve a controllare gli esami, a rispondere alle domande e a rivedere la pianificazione e la programmazione. Vengono quindi scattate le foto preoperatorie e firmati i moduli di consenso. Infine si ricevono le istruzioni per il giorno della procedura chirurgica.
L’intervento
L’intervento di trapianto capelli donna può essere eseguito con tecnica asettica, in una sala operatoria esterna, che consente un monitoraggio costante del paziente. Si ricorre all’anestesia locale, con blocco anestetico del cuoio capelluto. La sedazione endovenosa con intervento dall’anestesista non è obbligatoria. Questa però porta conforto al paziente permettendo un’infiltrazione indolore e diminuendo la percezione del tempo chirurgico. Questo di solito dura dalle quattro alle sei ore.
Post-trapianto
Le attività quotidiane possono essere riprese il giorno successivo, ma è prudente rimanere a riposo per quattro-sei giorni. Questo a causa di un possibile disagio nella zona del donatore e di un leggero gonfiore nella zona frontale. Con la FUT l’incisione non è in vista e i punti di sutura saranno rimossi otto giorni dopo l’intervento. Quando si utilizza l’approccio FUE, si possono lasciare i capelli abbastanza lunghi da coprire l’area rasata. Infatti non si usano suture con questa tecnica.
Un mese circa dopo il trapianto ci può un effluvio, detto perdita da shock (shock loss).
Effluvio post-trapianto
Dopo due settimane, il paziente può riprendere le attività sportive, i bagni al mare, ecc. È importante informare di un possibile effluvio telogen che può colpire i capelli nell’area trapiantata. Questo fenomeno si verifica a partire dal primo mese dopo la procedura. Quando è intenso può essere necessario usare qualche accorgimento per coprirlo se si appare in pubblico. I follicoli trapiantati iniziano a crescere dopo tre-sei mesi all’intervento. Il risultato finale può essere osservato dopo un anno, quando vengono scattate delle foto e confrontate con quelle scattate prima dell’intervento.
Prospettive realistiche
Indicare l’intervento di trapianto dei capelli donna nelle pazienti con calvizie femminile richiede conoscenze tecniche, nonché un’accurata capacità di stimare se ci sarà un apprezzabile aumento di densità dei capelli nell’area di rarefazione. Se l’aspettativa del paziente non è realistica, soprattutto nelle pazienti con dismorfismi corporei, o quando l’area donatrice non è in buone condizioni, è preferibile non effettuare l’intervento.
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