2 principi attivi da tenere d’occhio.
Molti studiosi sono alla ricerca di nuovi composti bioattivi da estratti naturali che siano in grado di stimolare la crescita dei capelli.
NMN
La β-Nicotinamide Mononucleotide, abbreviata in NMN, è una sostanza funzionale con un’ampia gamma di fonti biologiche, e ha una concentrazione relativamente elevata in alcuni vegetali come broccoli, avocado, cetrioli e cavoli.
L’NMN è un intermediario cruciale nella sintesi del nicotinammide adenina dinucleotide (NAD+). Il NAD+ è un nucleotide con una significativa attività biologica, localizzato principalmente nei mitocondri cellulari. Il NMN è costituito da due isomeri, l’isomero α e l’isomero β, che sono derivati della vitamina B. È l’isomero β che funziona come forma attiva dell’NMN e si trova in vari organismi.
Vari benefici
Numerosi studi hanno dimostrato gli effetti vantaggiosi dell’NMN. Questi si riflettono sulla salute dell’intestino, nonché nella lotta alle malattie cardiovascolari e cerebrovascolari, ai disturbi neurodegenerativi e al processo di invecchiamento. Inoltre, le sue potenziali applicazioni sono principalmente nella prevenzione dell’obesità e del diabete, regolando le funzioni endocrine e aumentando la secrezione di insulina.
L’NMN è contenuto in alcune piante e frutti, ad esempio nell’avocado.
Anti-age
Studi sperimentali indicano anche che l’NMN ha la capacità di ritardare l’invecchiamento, prevenire vari problemi di salute, aumentare i livelli di energia, migliorare la qualità del sonno, facilitare la riparazione del DNA, eliminare le tossine dell’alcol, salvaguardare il fegato e mantenere l’acuità visiva. Tuttavia, gli effetti dell’NMN sulla promozione della crescita dei capelli e sulla stimolazione della proliferazione sulle cellule della papilla dermica non sono stati studiati fin qui.
Sui follicoli dei capelli
In questo studio i ricercatori si sono proposti di valutare gli effetti dell’NMN sulla crescita dei capelli e di esplorare il suo meccanismo d’azione. Il corretto sviluppo e la rigenerazione dei follicoli piliferi dipendono dall’influenza delle cellule della papilla dermica (HDPC) nei follicoli piliferi embrionali.
Per creare un modello di alopecia androgenetica le HDPC in coltura sono state stimolate con DHT. La massima proliferazione cellulare è stata raggiunta con 0,316 mg/mL di NMN. Con la somministrazione di DHT l’attività delle HDPC è gradualmente diminuita con l’aumento della concentrazione. Quando le HDPC sono state esposte al DHT e trattate con diverse dosi di NMN, si è osservato che l’NMN era in grado di riparare i danni causati dal DHT. La capacità di riparazione dell’NMN è aumentata significativamente con l’aumento delle concentrazioni di NMN.
Test sugli animali
Gli effetti dell’NMN sulla rigenerazione pilifera sono stati valutati in topi C57BL/6. Prima della depilazione, per due settimane, ai topi sono stati iniettati DHT e NMN come farmaci designati. La crescita dei peli dei gruppi trattati con NMN è stata confrontata con quella dei gruppi trattati con solo DHT (gruppi negativi), dei gruppi trattati con minoxidil al 5% (gruppi positivi) e dei gruppi BC (gruppi con solo veicolo).
Il gruppo trattato con DHT non ha ricrescita a differenza dei gruppi trattati con minoxidil e NMN (dallo studio qui commentato).
A 5 giorni dalla depilazione la pelle dei topi dei gruppi trattati con minoxidil, NMN e BC ha iniziato a scurirsi, il che implica una prossima crescita dei peli. A 10 giorni, i topi dei gruppi positivi, BC e NMN mostravano una piccola crescita di peli, mentre la pelle dei gruppi di controllo iniziava a scurirsi. I gruppi di controllo hanno mostrato una scarsa crescita dei peli. A esperimento concluso dopo 15 giorni, i topi dei gruppi, positivo, BC e NMN hanno mostrato una crescita significativa dei peli, nascondendo la pelle precedentemente rasata. Invece la pelle dei gruppi di controllo continuava a presentare una crescita minima di peli.
Effetto minoxidil
Sia il gruppo NMN che quello trattato con minoxidil hanno mostrato un
scurimento più rapido del colore della pelle, rispetto al gruppo di controllo. Il gruppo NMN e quello trattato con minoxidil hanno mostrato anche un maggiore spessore della pelle rispetto ai gruppi di controllo. Il numero di follicoli piliferi e il loro spessore nei gruppi NMN e minoxidil ha superato in modo significativo il numero di follicoli piliferi degli altri gruppi.
Fattori di crescita e AR
NMN ha dimostrato anche di attivare fattori di crescita come VEGF come avviene con il minoxidil. Inoltre con NMN è stata rilevata un’inibizione del gene del recettore degli androgeni AR che ha notoriamente un ruolo fondamentale nella calvizie comune. Così come viene attivato il percorso WNT/β-catenina che sta alla base della crescita di peli e capelli. In particolare NMN ha mostrato un’inibizione del fattore DKK-1, che inibisce a sua volta il percorso WNT/β-catenina, del 75,16% ossia superiore al minoxidil.
Proprietà antiossidanti
NMN ha poi confermato di possedere forte attività antiossidante. Si ritiene che lo stress ossidativo provocato dall’azione del ROS danneggi le cellule della papilla dermica, causando così la caduta dei capelli. L’NMN può diminuire efficacemente i livelli di ROS indotti dal perossido di idrogeno. Per studiare se le proprietà antiossidanti dell’NMN gli consentono di combattere i danni cellulari indotti dal perossido di idrogeno nelle HDPC, sono state valutate le funzioni di catalasi (CAT) e superossidodismutasi (SOD). L’attività di CAT e SOD sono risultate significativamente aumentate dall’NMN, rispetto al gruppo di controllo.
Tutte le interazioni dell’NMN nel follicolo pilifero (dallo studio qui commentato).
Antinfiammatorio
L’NMN ha mostrato inoltre la capacità di sopprimere efficacemente i fattori infiammatori indotti dal DHT e dall’H2O2 (perossidi di idrogeno), aumentando al contempo l’espressione degli eNOS considerato un gene correlato alla produzione del fattore di crescita endoteliale vascolare (VEGF).
Riepilogando
Gli effetti dell’NMN sono paragonabili a quelli del minoxidil. Nell’esperimento in vitro sulle HDPC, una concentrazione di 2,5 mg/mL di NMN ha aumentato significativamente la secrezione di VEGF dalle HDPC del 65,19% rispetto ai gruppi di controllo.
Inoltre, il contenuto di IL-6 è diminuito notevolmente con un tasso di inibizione del 13,60%. È stato osservato che l’NMN riduce l’espressione dei geni DKK-1 e AR rispettivamente del 75,16% e del 41,78%. Inoltre, si è verificata un significativo aumento dell’espressione della β-catenina, con un tasso del 125,71%.
Questi risultati dimostrano che, a questa concentrazione, l’NMN inibisce la secrezione di IL-6, promuovendo al contempo la regolazione in aumento dell’espressione dei geni VEGF e β-catenina, e contemporaneamente abbassa l’espressione dei geni DKK-1 e dei geni AR. Questo meccanismo contribuisce all’effetto anticalvizie del NMN, ottenendo così l’effetto preventivo desiderato. Inoltre, il test di citotossicità MTT ha rivelato che la concentrazione sperimentale di NMN somministrata non ha indotto alcuna tossicità cellulare.
Flavonoide contro la senesescenza
Un altro studio recente mette in evidenza un flavonoide denominato 4,4-dimetossicalcone (DMC). Si tratta di un cosiddetto senolitico, ossia una sostanza che elimina le cellule sensescenti ringiovanendo organi e interi organismi.
In questo studio, è stato scoperto che il trattamento con DMC elimina selettivamente le cellule senescenti. Inoltre si è dimostrato che DMC da solo o una combinazione di DMC e quercetina o dasatinib mostra un’elevata efficienza nell’eliminazione delle cellule senescenti.
Il 4,4-dimetossicalcone è un attivo che si trova nell’Anglica keiskei, una pianta originaria del Giappone.
Il meccanismo d’azione
Nelle cellule senescenti si riscontra una forte espressione di ferrochelatasi (FECH) rispetto a quelle non senescenti. Nello studio è stato scoperto che DMC inibisce la FECH e induce la ferritinofagia. Questo porta a un aumento del pool di ferro libero, innescando la ferroptosi (morte cellulare) delle sole cellule senescenti.
È importante notare che il trattamento con DMC ha impedito la riduzione dei follicoli piliferi, ha migliorato la coordinazione motoria e ha ridotto l’espressione di diversi fattori associati alla senescenza (IL-6, IL-1β, CXCL-10 e MMP12) nel fegato dei topi anziani.
Nel complesso, è stato rivelato che, attraverso l’induzione della ferroptosi, il DMC promette di essere un nuovo senolitico per prevenire le patologie legate all’età.
Azione sui follicoli piliferi
Nello studio sono stati presi topi anziani di 20 mesi e sono stati trattati con 50 mg/kg di DMC o 25 mg/kg di DMC + 25 mg/kg di quercitina per 2 mesi. I peli dei topi trattati con DMC o DMC + Q sono risultati più spessi, più scuri e più lucidi rispetto ai topi di controllo non trattati.
Il DMC è stato provato anche con la quercetina che è un attivo già segnalato contro i capelli grigi.
Principi attivi
Dove si trova questo attivo?
Il flavone DMC è l’attivo dell’Angelica keiskei una pianta giapponese conosciuta come ashitaba. Sono disponibili sul mercato prodotti a base di ashitaba quali integratori in capsule o confezioni di questa pianta in polvere. Sono inoltre disponibili cosmetici per la cura del viso a base di ashitaba.
Prodotti con NMN
Molto più numerosi sono i prodotti contenenti NMN. Questo perché questa molecola è stata riconosciuta in anni recenti come una delle più attive contro l’invecchiamento. Si trovano quindi molti integratori e anche diversi cosmetici contenenti NMN e almeno una lozione per i capelli.
Si tratta pertanto di attivi la cui funzione anticalvizie (e anticanizie) è stata scoperta da poco, ma che sono già prontamente utilizzabili perché presenti da qualche anno in diversi prodotti antinvecchiamento e anche in applicazioni topiche che potrebbero essere provate sullo scalpo.
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APPROFONDIMENTI
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