Prima di Joe Biden: capelli “nati in USA”
Fig. 1: I presidenti USA succeduti a Kennedy (da destra a sinistra).
Nell’immaginario collettivo, il prototipo del presidente degli Stati Uniti è il capelluto John Kennedy. Kennedy rappresenta la pietra di paragone tricologica ed estetica per tutti i presidenti che gli sono succeduti. Molti di loro hanno avuto capigliature con densità invidiabile per l’età in cui sono diventati presidenti. É stato così per Jimmy Carter (1977-1981) e per il suo successore Ronald Reagan (1981-1989), se la sono cavata i due Bush, padre (1989-1993) e figlio (2001-2009), e ha rinnovato i fasti kennediani Bill Clinton (1993-2001).
Fuori dai canoni classici presidenziali per motivi etnici, ma anche per questo dotato di una densità capillifera esagerata è Barack Obama (2009-2017).
Fig. 2: Il 35° presidente degli Stati Uniti, JFK, John Fitzgerald Kennedy.
Eccezioni dei primi anni ’70
Nel periodo d’oro dei presidenti tricodotati aperto da Kennedy, fanno eccezione Richard Nixon (1969-1974), ma soprattutto il suo successore e vice presidente fino alle sue dimissioni per lo scandalo del Watergate, Gerald Ford (1974-1977). Pure non particolarmente ben messo a capelli Lyndon Johnson (1963-1969) successore di Kennedy da vicepresidente dopo l’assassinio di Kennedy e quindi eletto presidente l’anno seguente (1964).
Fig. 3: Il primo presidente USA, George Washington (1732-1799).
Prima di Kennedy
I 34 predecessori di Kennedy non erano in genere molto dotati a livello di capelli, anche se arrivavano alla carica presidenziale a una certa età. George Washington era stempiato, ma non portava parrucche, sebbene fossero di moda nel’700. Era rosso di capelli da giovane, ma da presidente portava i capelli lunghi con il codino e se li incipriava come si usava all’epoca.
La calvizie è sempre quella
Una bella carrellata iconografica sui presidenti pre-kennediani dovrebbe essere sufficiente per invalidare la teoria che viene spesso avanzata senza prove che un tempo la calvizie fosse meno diffusa di oggi. In realtà, come dimostrano anche diversi busti e dipinti di personaggi illustri dell’antica Roma, la calvizie è sempre stata diffusa negli uomini maturi. Quella che in passato era meno frequente era il raggiungimento dell’anzianità. Società con età medie molto basse hanno ovviamente meno soggetti che presentano calvizie.
Il simbolo degli USA
Bisogna anche ricordare che gli Stati Uniti hanno scelto come simbolo un’aquila, ma non un’aquila qualsiasi bensì l’ “aquila calva” (Haliaeetus leucocephalus). In realtà, sarebbe l’aquila dalla “testa bianca”, ma l’aspetto può ricordare un anziano con capelli bianchi molto corti, anche se il piumaggio di questo volatile sulla testa è ad elevata densità.
Fig. 4: L’aquila calva il simbolo degli USA.
(Foto di AngMoKio – al Deutsche Greifenwarte,Burg Guttenberg)
L’importanza dell’apparenza
Di fatto, con John Kennedy va al potere la società americana moderna influenzata dall’industria cinematografica e televisiva in cui l’apparenza e l’aspetto fisico contano e raccontano di come è veramente una persona. Il bello è considerato più facilmente buono e affidabile e se l’altezza fa, come si dice, mezza bellezza, i capelli ne fanno quasi tutta l’altra metà.
Barba o capelli?
La vittoria di Kennedy su Nixon si fa risalire a un dibattito televisivo della campagna presidenziale del 1960 quando Nixon si presentò con la cosiddetta “ombra delle 5 di sera” dovuta alla barba rasata di mattina, ma che crea come un leggero velo scuro verso sera. Kennedy non vinse di molto su Nixon, ma con la sua prestanza fisica fece breccia nell’elettorato femminile e sicuramente i suoi folti capelli ben pettinati ebbero un ruolo importante nel suo successo.
Fig. 5: Una pubblicità del dibattito televisivo tra Kennedy e Nixon mette in evidenza soprattutto le caratteristiche della capigliatura dei due candidati alla Casa Bianca.
Da Kennedy a Trump
L’importanza dei capelli nella società americana si impone con la figura di Kennedy, ma resta sottotraccia, qualcosa che c’è, ma che non viene dichiarato sino all’elezione di Donald Trump. Il carattere molto originale ed egocentrico dell’attuale presidente degli Stati Uniti include anche una vera ossessione per i capelli.
The Donald
Donald Trump è altamente caratterizzato dalla sua enigmatica capigliatura. Enigmatica perché con una tecnica molto sofisticata di riporti, spesso messi a rischio dalle improvvise folate di vento, ripropone una capigliatura in stile presidenziale sulla scia dei molti presidenti capelluti succedutisi alla Casa Bianca a partire dagli anni ’60. Trump sembra un po’ la caricatura tricologica di questi presidenti. Di certo, non li emula con un parrucchino e probabilmente neppure con le microfibre, ma solo con quello che si ritrova in testa (forse dopo dei trapianti): non molti capelli, che sapientemente pettinati riescono a dargli non solo una copertura completa, ma anche il classico ciuffo. Il tutto in un colore tendente all’arancione che lo rende ancor più originale e caratteristico.
Fig. 6: L’evoluzione nel tempo della capigliatura di Donald Trump (da Vanity Fair).
Passione solo per i capelli
Si potrebbe dire che a livello fisico Trump “è” i suoi capelli. Su questi ha puntato evidentemente tutte le sue carte, perché da giovane prestante si ritrova ora anziano e corpulento con un fisico in cui la cosa meglio conservata sono i capelli. Con la ricchezza che ha sempre avuto a disposizione avrebbe potuto permettersi le migliori cure e attività per mantenere un fisico invidiabile fino a tarda età, ma del suo fisico ha scelto solo di curare quelle estreme appendici che sono i capelli.
L’ideologia tricologica
La preferenza di Trump per i capelli non è solo una scelta di tipo estetico individuale, ma fa parte di quella ideologia tricologica che ha pervaso tacitamente la società americana dai tempi di Kennedy. Ideologia che Trump porta allo scoperto in tempi non sospetti affermando che “la cosa peggiore che un uomo possa fare è diventare calvo“. In tempi non sospetti perché lontani dalla recente sfida per la presidenza USA con il quasi coetaneo Joe Biden, un uomo che, al contrario di lui, ha conservato il fisico slanciato di un giovane, cedendo però alla calvizie.
Il caso Joe Biden
Tuttavia, pare che anche la capigliatura per le presidenziali di Biden sia stata valutata e creata dagli esperti dell’immagine che collaborano alle campagne elettorali. Secondo alcuni specialisti in trapianti, Biden dai tardi anni ’80 si è sottoposto a due o tre trapianti di capelli di cui il primo con le vecchie tecniche di accorpamento di più capelli. In seguito, deve aver messo una pezza con tecniche più recenti e raffinate.
Fig. 7: Joe Biden oggi e da giovane.
Joe Biden e il look presidenziale
Il look vincente presidenziale ha puntato decisamente sui capelli bianchi, ma compatti e corti per dare un aspetto da anziano solido e autorevole evitando quindi di apparire come fragile e insicuro. Joe Biden appare simile a un imperatore romano di cui i presidenti USA sono una specie di riedizione moderna.
É possibile che per ottenere questo si sia puntato su un taglio corto con uso di microfibre di cheratina di colore bianco.
Dalla cipria alle microfibre
In questo approccio si può anche vedere un ritorno alla cipria sui capelli del primo presidente George Washington. Nel ‘700 i capelli bianchi erano molto ambiti e per riprodurre un bianco omogeneo si utilizzava la cipria su parrucche e capelli. Probabilmente fu questo uso della cipria sui capelli a mostrare che con le polveri si otteneva un effetto infoltente della capigliatura.
Fig. 8: Joe Biden nel 1979, nel 1997 e nel 2018 (da Wall Steet Journal).
Esperti in azione
Il successo di Joe Biden alle presidenziali USA 2020, al netto dei fattori esterni come la sciagurata pandemia, è in parte attribuibile agli esperti di comunicazione e di immagine, i cosiddetti “spin doctors”. Alla caricatura tricologica trumpiana del mito kennediano, questi hanno contrapposto una figura il più possibile autorevole e dalle parvenze “imperiali”. Questo sapendo che il settantasettenne Biden sarebbe stato il più anziano presidente USA della storia. Avvicinando il candidato più anziano all’immagine dell’aquila calva, simbolo dell’impero americano, hanno trasformato la fragilità della vecchiaia in un’immagine di potenza, acume e autorevolezza che è risultata vincente facendo presa sull’inconscio collettivo degli elettori americani.
Al di là delle dispute sui conteggi del voto nei vari stati in bilico, Joe Biden con 75 milioni di voti è risultato il presidente USA più votato di sempre e ha distaccato Donald Trump di 5 milioni di voti.
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Articolo richiesto da Ieson in persona, piacciano o meno con questi articoli aumenta l’audience dei nostri siti. Se non piace l’aspetto commerciale, si consideri l’aspetto informativo, più persone con problemi di capelli vengono in contatto con i nostri siti, meno di loro resteranno convinti di risolvere la calvizie con uno shampoo e con prodotti poco efficaci ma costosissimi.
Ciao
MA – r l i n
Alla Casa Bianca hanno letto il nostro articolo ?
Ciao
MA – r l i n