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Intervista al Dott. Daniele Campo (3/2003) : Estrogeni per via topica

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Il Dott. Daniele Campo, Direttore della Divisione Tricologica dell’Istituto Ortodermico Italiano, illustra le nuove possibilità terapeutiche dell’alopecia androgenetica tramite l’uso di estrogeni per via topica.

Introduzione:
L’utilizzo di estrogeni per via topica è utile nel trattamento della alopecia androgenetica. Il loro impiego è stato fino ad ora escluso nell’uomo. Solo recentemente è stato accertato che l’utilizzo dell’isomero alfa del 17 estradiolo non produce effetti collaterali nel maschio e possiede un efficace ruolo terapeutico.

Dott. Campo, che cosa sono gli estrogeni?
Gli estrogeni sono degli ormoni naturali prodotti sia dall’uomo che dalla donna, ma nell’uomo il livello di produzione è molto basso. Gli estrogeni naturali più comuni sono l’estrone, l’estradiolo e estriolo. Dal punto di visto terapeutico quello più utilizzato è invece l’etinilestradiolo, il quale è molto più potente degli estrogeni naturali e lo troviamo come componente di quasi tutte le pillole contraccettive accoppiato ad un progestinico; viene anche utilizzato nella terapia  sostitutiva nelle donne che hanno raggiunto la menopausa. Gli ormoni estrogeni oltre ad avere un diretto e preciso effetto biologico hanno anche la capacità di deprimere la produzione degli ormoni maschili, gli androgeni, ed in particolare del testosterone attraverso dei complessi meccanismi di feedback. Ed, inoltre, in vivo gli estrogeni incrementano la produzione di SHBG, la globulina che nel sangue rende indisponibile il testosterone, il quale se legato alla SHBG non può essere convertito in DHT, l’ormone che promuove l’alopecia androgenetica.

Quale è il ruolo degli estrogeni nella tricologia?
Per quanto riguarda le attuali conoscenze sull’utilizzo di estrogeni in campo tricologico è stato dimostrato che esistono nelle cellule del follicolo pilifero recettori degli estrogeni che possono avere una azione diretta nella stimolazione della crescita del capello. L’uomo, ovviamente, non può essere sottoposto a terapia medica con estrogeni tradizionali (isomeri beta) senza correre un serio rischio di ginecomastia e perdita della libido, se non in terapie topiche, utilizzando estrogeni deboli ed in concentrazioni limitate. Per le donne è un altro discorso, esse possono assumere con più tranquillità specialità ormonali estrogeniche senza significativi effetti collaterali, e quindi se ne possono avvantaggiare nelle terapie tricologiche sia per via topica che per via generale e soprattutto utilizzarle come terapia sostitutiva in menopausa o come contraccettivi orali se in età fertile.

Come agiscono esattamente gli estrogeni sul follicolo pilifero?
L’azione degli estrogeni a livello dei follicoli dei capelli è oggetto di studio perché molto promettente, e le ultime segnalazioni sono sull’impiego di 17alfa estradiolo, un isomero ormonalmente inattivo del 17 beta che, in quanto tale, può essere prescritto anche all’uomo. La storia tricologica di questa sostanza inizia nel 1980 con due ricercatori tedeschi, Orfanos e Vogels, i quali con uno studio controllato hanno dimostrato che una lozione contenente 17 alfa estradiolo ha un effetto terapeutico riducendo l’alopecia androgenetica se applicata topicamente per lungo tempo. La scuola tedesca in campo endocrinologico è sempre stata all’avanguardia ma questa segnalazione dei due ricercatori è stata, purtroppo, per molti anni trascurata. In Germania già da un po’ tempo sono in commercio due specialità farmaceutiche, il Crinohermal® e l’Alpicort®, che contengono estradiolo ma sotto forma di isomero beta e pertanto prescrivibile solo per il sesso femminile. In Italia, attualmente, è disponibile solo il Crinohermal® presso le farmacia del Vaticano e quelle dello stato di S. Marino.

Ci dica qualcosa di più sugli studi a proposito del 17 alfa estradiolo
Nel 2001 altri due ricercatori di un istituto universitario tedesco Happle e Hoffmann, hanno pubblicato un lavoro per definire l’azione del 17 alfa estradiolo come agente terapeutico nell’alopecia androgenetica. Le conclusioni sono state le seguenti: il 17 alfa estradiolo è, in vitro, in grado di ridurre la formazione di DHT a partire da testosterone incubato in presenza di cellule follicolari prelevate da pazienti colpiti da alopecia androgenetica; ma l’attività del 17 alfa estradiolo è, comunque, inferiore a quella dell’isomero beta e molto inferiore rispetto a quella della finasteride. Gli autori però concludevano la propria relazione asserendo che probabilmente il ruolo del 17 alfa estradiolo non fosse meramente quello di inibire la 5 alfa reduttasi ma che si potevano ipotizzare altri modelli sperimentali come quello di una conversione del testosterone verso un altro ormone androgeno meno potente o magari verso la conversione in un estrogeno oppure provocando la diminuzione di testosterone disponibile alla conversione in DHT.

Si tratta comunque di prospettive terapeutiche interessanti
Sì; un anno dopo, lo stesso gruppo di ricerca dell’Istituto di Dermatologia dell’Università di Marburgo, ci propone un ulteriore lavoro, proprio per rispondere ai quesiti rimasti insoluti precedentemente. Da questo emerge che, tra le diverse ipotesi, quella corretta è proprio quella più utile terapeuticamente, ovvero che il 17 alfa estradiolo non solo diminuisce la formazione di DHT ma che attivando l’enzima aromatasi trasforma una parte di testosterone in estradiolo ovvero in un ormone utile nel reprimere i geni della calvizie e nel favorire direttamente la ricrescita.

In conclusione, quali possono essere le prospettive terapeutiche contro la calvizie comune’
Queste acquisizioni sperimentali hanno aperto nuove prospettive sulla applicazione degli estrogeni per via topica e cominciano solo adesso ad considerate e valutate con la giusta attenzione. In Germania è già entrata in vendita, in forma di lozione, la prima specialità farmaceutica a base di 17 alfa estradiolo. E’ commercializzata dalla Merz con il nome di Pantostin®, in Italia viene prescritta da alcuni medici come preparato galenico in concentrazioni che vanno dallo 0.015% allo 0.1%.

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Redazione Calvizie.net
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