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Dosaggio degli ormoni nel plasma

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Cortisolo
Concentrazioni elevate, specie alla sera, orientano per una sindrome di Cushing. Nella sindrome di Cushing il cortisolo di base è aumentato ed il ritmo circadiano è scomparso.
I valori normali alle ore 8 sono compresi fra 0,14 – 0,63 micromoli/L (160 – 690 nanomoli/L), alle ore 16 fra 0,083 – 0,42 micromoli/L (50 -250 nanomoli/L), alle ore 20 sono inferiori al 50% del valore delle ore 8.
Valori di cortisolo bassi o normali associati a concentrazioni aumentate di deidroepiandrosterone (DHEA) e di 17 OH progesterone (17 OH P) sono patognomonici di deficit enzimatico surrenalico (21 o 11 idrossilasi) con sindrome di virilizzazione.

Deidroepiandrosterone (DHEA)
Il deidroepiandrosterone è un debole androgeno secreto quasi esclusivamente dal surrene (95%) sia in forma libera (DHEA) che come solfato (DHEAS) nella quantità di 7 mg/die e 10 – 20 mg/die rispettivamente. Circola nel sangue soprattutto come DHEAS legato alla albumina.
Nella donna i valori plasmatici normali di DHEAS sono compresi fra 2,1 – 8,8 micromoli/L e diminuiscono dopo la menopausa scendendo nettamente sotto 0,3 -1,6 micromoli/L.
Tassi plasmatici compresi fra 15 – 30 micromoli/L orientano verso una diagnosi di iperandrogenismo normosurrenalico, se associati ad ipercortisolemia orientano verso una sindrome di Cushing, se superiori a 50 – 100 micromoli/L verso una patologia tumorale, se associati infine ad aumento dei tassi di 17 OH progesterone ed ipocortisolemia verso una carenza enzimatica congenita.

Delta 4 androstenedione (D4 A)
Questo ormone è il più importante androgeno nella donna ed è in gran parte il responsabile nel sesso femminile del defluvio androgenetico e dell’acne.
Deriva per il 50% dalla secrezione ovarica, per il 30% dalla secrezione surrenalica e per la quota restante dalla trasformazione periferica di precursori. L’ovaio secerne androstenedione particolarmente nel periodo intermedio e luteinico del ciclo, ciò spiega i periodici peggioramenti dell’acne femminile in fase ovulatoria e premestruale. La produzione di androstenedione può aumentare in premenopausa con conseguente lieve virilizzazione.
Dall’androstenedione ad opera dell’enzima 17 beta idrossisteroido-ossido-reduttasi si forma testosterone. Androstenedione e testosterone rappresentano tappe intermedie bella biosintesi degli estrogeni.
I valori normali di androstenedione nella donna sono normalmente compresi fra 1,33 e 5,27 nanomoli/L e sono più bassi nell’uomo.
Valori compresi tra 10 e 20 nanomoli/L, associati a gonadotropina luteinizzante (LH) elevata, orientano verso una possibile diagnosi di ovaio policistico. Valori al di sopra di 30 nanomoli/L sono orientativi invece per un tumore surrenalico o ovarico ormonosecernente.

17 OH progesterone (17 OH P)
L’aumento plasmatico di questo ormone al di sopra di 15 nanomoli/L nella donna in fase follicolare, specie se questi tassi elevati si accompagnano a valori alti di DHEAS e valori bassi o normali di cortisolo, orienta verso la diagnosi di deficit enzimatico surrenalico di 21 o 11 idrossilasi.

Testosterone (T)
Valgono per i dosaggi plasmatici le stesse considerazioni che abbiamo fatto per i dosaggi urinari.
Valori normali 5 – 10 ng/ml (10,4 – 34,6 nanomoli/L) nell’uomo e 0,02 – 0,8 ng /ml (0,3 – 3 nanomoli/L) nella donna.
Il testosterone si trova nel plasma legato per il 99% , circa, ad una betaglobulina specifica: Sex Hormone Binding Globulin (SHBG). Solo la quota libera è metabolicamente attiva.
Vale di nuovo la pena di ricordare che la capacità di legame della SHBG per il testosterone è superiore alla testosteronemia (intorno a 14 ng/ml) pertanto il dosaggio dell’ormone libero è un esame praticamente inutile e, in soggetti normoproteici, sarà sempre frazione costante dell’ormone totale.

Diidrotestosterone (DHT)
I Valori normali plasmatici sono nell’uomo 1,03 – 2,92 nanomoli/L e nella donna 0,14 – 0,76 nanomoli/L. Per il 25% l’ormone circolante è prodotto come tale dai testicoli e per il restante 75% deriva dalla trasformazione del testosterone ad opera della 5 alfa reduttasi. Studi metabolici condotti mediante infusione di steroidi radioattivi hanno dimostrato che tale metabolizzazione avviene solo in piccola parte dal metabolismo tissutale dell’ormone, mentre la maggior parte proviene da conversione in circolo (Serio M.), probabilmente nel fegato.
Il suo dosaggio non può quindi (come talvolta si è voluto fare) essere preso a parametro della attività periferica della 5 alfa reduttasi follicolare, inoltre questo dosaggio è possibile solo in pochi laboratori e pertanto non può essere rutinario.

3 alfa-diolo glicuronide (3 al-diol-g)
Un discorso metabolico simile a quello del DHT si verifica per il 5 alfa-androstan-3 alfa-17 beta-diolo (3 alfa-diolo), metabolita del DHT, che oltretutto si trova in circolo in posizione di equilibrio instabile con il DHT. Da queste osservazioni risulta che DHT e 3 alfa-diolo (3 al-diol) circolanti non possono essere spia umorale della attività metabolica degli androgeni a livello dei tessuti bersaglio (ne’ tantomeneno del follicolo pilifero). Al contrario è stato dimostrato (Serio M.) mediante infusione di T e DHT marcati che il 3 alfa-diolo glicuronide circolante proviene in larga misura dalla conversione del DHT e può essere considerato un marker più preciso dell’attività androgenica a livello dei tessuti bersaglio. Purtroppo attualmente il dosaggio del 3 al-diol-g non può essere fatto in modo routinario ma solo come sofisticata indagine di ricerca e nessun laboratorio è in grado di dosarlo correntemente, pertanto non siamo neppure in grado di fornirne i valori normali ne’ tantomeno quelli patologici (ovviamente, non esistendo un metodo di dosaggio stantardizzato, questi variano da laboratorio a laboratorio).
Possiamo tuttavia dire che, dalle ricerche sperimentali effettuate, il 3 al-diol-g risulta costantemente aumentato in corso di irsutismo (e quindi probabilmente in corso di calvizie, specie se femminile) e pertanto il suo dosaggio avrebbe lo stesso valore pratico di un esame obiettivo.

Gonadotropine (FSH – LH)
I valori normali plasmatici di FSH nell’uomo sono da 1,5 a 12 U/L; nella donna in fase follicolare da 5 a 20 U/L, al picco ovarico da 15 a 30 U/L, in fase luteinica da 5 a 15 U/L.
I valori normali plasmatici di LH nell’uomo sono compresi fra 4 e 20 U/L; nella donna in fase follicolare da 5 a 25 U/L, al picco ovulatorio da 30 a 60 U/L, in fase luteinica da 5 a 15 U/L.
L’aumento della concentrazione plasmatica di entrambe le gonadotropine orienta verso una sindrome climaterica o comunque verso un ipogonadismo primitivo. Elevati tassi plasmatici di gonadotropina luteinizzante (LH) con follicolostimolante (FSH) normale o diminuita, congiuntamente ad elevata concentrazione di androstenedione, orienta verso la sindrome dell’ovaio policistico ed impone la richiesta di una ecografia pelvica.

Prolattina (PRL)
I valori normali nella donna sono intorno a 9-20 ng/ml o 75 – 504 mU/L e salgono nel corso della gravidanza a 150 – 200 ng/ml o 3000-4000 mU/L. Nell’uomo i valori normali sono intorno a 6-7 ng/ml o 75 -288 mU/L.
In corso di iperprolattinemia, qualunque ne sia l’origine, è frequente un defluvio in telogen, forse per attivazione da parte della prolattina della 5 alfa reduttasi. L’iperprolattinemia può essere iatrogena (da estrogeni, da psicolettici etc), funzionale (da stress, da allattamento etc), da adenoma ipofisario. La probabilità di un adenoma ipofisario è direttamente correlata con i valori della iperprolattinemia. Valori di prolattina > 200 ng/ml o 5.000 mU/L, al di fuori della gravidanza e dell’allattamento, sono quasi invariabilmente associati alla presenza di un adenoma ipofisario e valori fra 100 e 200 ng/ml o 2.000 – 5.000 mU/L sono da ritenere assai sospetti. Una iperprolattinemia anamnesticamente non chiara richiede sempre ulteriori accertamenti diagnostici.

Ormoni tiroidei
Nell’ipotiroidismo la cute è pallida e secca; le unghie sono fragili e sottili; i capelli, anch’essi fragili, secchi e sottili, si diradano cadendo in telogen (defluvio in telogen ipotiroideo), senza determinare però una vera calvizie. Caratteristica è la perdita dei peli delle sopracciglia (limitata alla metà temporale) e la rarefazione dei peli ascellari e pubici. Si può porre diagnosi di ipotiroidismo dosando l’ormone stimolante la tiroide (TSH) e gli ormoni tiroidei, in particolare la tiroxina (T4). Un ipotiroidismo primitivo è caratterizzato da alti valori plasmatici di TSH e bassi o normali di T4.
I valori plasmatici normali di T4 sono compresi fra 5 e 12 mg/dl o 65 -155 nanomoli/L; i valori normali di T3 sono compresi fra 115 e 190 ng/dl o 3,54 – 10,16 picomoli/L; i valori normali dell’indice di tiroxina libera (FTI) oscillano fra 3 e 9; i valori normali di TSH sono compresi fra 0,5 e 4 mU/L. Come un ipotiroidismo si ripercuota sull’apparato pilifero non è chiaro, sappiamo comunque che gli ormoni tiroidei modulano la concentrazione plasmatica della proteina vettrice del testosterone e degli estrogeni (SHBG) e che questa diminuisce in caso di ipotiroidismo anche latente (alti valori di TSH e valori bassi o normali di T4) potendo provocare un androgenismo cutaneo per aumento plasmatico del testosterone libero. Inoltre la tiroxina è uno dei principali stimoli alla produzione di fattore di crescita epidermico (EGF) che certamente in alcuni animali, e forse anche nell’uomo, modula la crescita dei peli.

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Redazione Calvizie.net
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