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Calvizie e Covid-19: le osservazioni dei ricercatori

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Riepilogando

Nell’articolo della scorsa settimana avevamo ipotizzato un possibile collegamento tra calvizie androgenetica (la calvizie comune) e il Covid-19. Questo perché l’enzima TMPRSS2, che permette al virus di entrare nelle cellule umane tramite i recettori ACE-2, è regolato dagli androgeni.

Possibili cure

Su queste evidenze si erano già mossi diversi ricercatori provando farmaci già utilizzati per combattere il cancro alla prostata. Quest’ultimo è dipendente dagli androgeni e, in particolare, dal DHT (metabolita del testosterone), il quale è proprio l’ormone responsabile della calvizie comune nei soggetti geneticamente predisposti.

Sono sotto sperimentazione alcuni farmaci che inibiscono direttamente questo enzima, tra i quali la bromexina che in Italia è ampiamente disponibile come farmaco anti-tosse.

Le osservazioni dei ricercatori

A queste ipotesi di un collegamento tra calvizie e incidenza del Covid-19, viene in supporto una lettera di studiosi di varie parti del mondo. In particolare, questi scienziati hanno effettuato delle osservazioni sui pazienti spagnoli ospedalizzati e lo stato della loro calvizie androgenetica.

Come spiega la S.I.Tri., la Scala di Hamilton è un parametro impiegato per classificare la maggior parte delle calvizie negli uomini.

I dati

Sono stati osservati 41 soggetti maschi europei con età media di 58 anni (dai 23 ai 79 anni), tutti ricoverati con polmonite bilaterale da Covid-19. 29 di questi pazienti, ossia il 71%, avevano calvizie superiore al grado 2 della scala Hamilton. I restanti 12 pazienti (29%) avevano al massimo un grado 2 di calvizie, ossia praticamente assente o lieve. Dei 29 con calvizie oltre il 2° grado Hamilton, ben 16 (39%) mostravano calvizie severa, ossia, dal 4° al 7° grado. Pertanto, 13 pazienti, ossia il 31%, avevano grado 3, forse il più comune (almeno in chi si cura).

Calvizie e Covid-19: la comparazione

Secondo i ricercatori, l’incidenza della calvizie tra questi soggetti ospedalizzati per Covid-19 è superiore a quella attesa per queste classi di età che andrebbe dal 35 al 58%. Questo potrebbe essere un primo indizio per una correlazione tra calvizie e severità del contagio da coronavirus.

I limiti di queste osservazioni

Tuttavia, gli stessi autori di questa lettera scientifica avvertono di non aver verificato se i pazienti prendessero antiandrogeni o fossero affetti da cancro alla prostata o da ipertrofia prostatica benigna. Così, se i prossimi studi dovessero accertare che molti dei ricoverati si curano con dei modulatori degli androgeni, le conclusioni sarebbero differenti.

Idrossiclorochina come antiandrogeno

Gli autori della lettera fanno sapere che uno dei farmaci più utilizzati per far fronte all’emergenza sanitaria scatenata dal Covid-19, l’idrossiclorochina, ha mostrato di ridurre il testosterone in uno studio sui roditori ed è stato utilizzato sperimentalmente con l’itroconazolo contro il cancro alla prostata.

Ossido nitrico e AR

I ricercatori internazionali ricordano anche che, di recente, è stato autorizzato negli USA l’utilizzo di ossido nitrico contro il Covid-19. L’ossido nitrico (NO) ha dimostrato di inibire il recettore degli androgeni (AR) nel trattamento dei tumori alla prostata. Ai nostri lettori non sfuggirà che l’ossido nitrico è una sostanza utilizzata nella cura della calvizie ed è promossa proprio dal miNOxidil, che deve il suo nome anche a questo.

Antiandrogeni contro il Covid-19

La lettera si conclude dicendo che, se l’ipotesi degli autori è corretta, l’utilizzo degli antiandrogeni potrebbe essere efficace nel trattare l’infezione da coronavirus. Compare anche un breve elenco degli antiandrogeni da utilizzare e questi sono tutti conosciuti come attivi per la cura della calvizie: finasteride, dutasteride, spironolattone.

canapa

Cannabidiolo dalla canapa

A questi antiandrogeni, se ne aggiungono due meno conosciuti: l’enzalutamide, che è un farmaco non steroideo che agisce sul recettore degli androgeni; e il cannabidiolo, un principio naturale estratto dalla canapa comune che è conosciuto con la sigla CBD. Questa è la sostanza principale della cosiddetta “cannabis terapeutica“. Infatti, essa ha varie proprietà curative e non è psicoattiva come il THC della canapa indiana, ma solo rilassante e distensivo contro ansia e attacchi di panico.

 

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Redazione Calvizie.net
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