Uno studio appena pubblicato dimostra che la simvastatina, un farmaco utilizzato per ridurre il colesterolo, porta le staminali situate nel rigonfiamento (bulge) del follicollo pilifero a differenziarsi in cheratinociti, le cellule di cheratina che formano lo stelo di peli e capelli.
Il “bulge“
Alcuni anni fa ci fu la famosa scoperta che individuò nel “bulge“, un rigonfiamento che si trova nella parte più alta del follicolo pilifero, il serbatoio delle cellule staminali che portano alla continua rigenerazione dei capelli con il loro ciclo di vita.
Qualche anno dopo si è compreso che nei capelli miniaturizzati dalla calvizie comune queste cellule esistono ancora, ma sono bloccate le cellule cosiddette progenitrici dei cheratinociti che portano appunto alla produzione della cheratina che costituisce lo stelo del capello.
Si è provato a riattivare queste cellule in diversi modi con varie sostanze e tecniche, per esempio con microlesioni e abrasioni che negli esperimenti di laboratorio sui topi hanno portato alla ricrescita di un folto pelo, ma analoghe procedure hanno dato esiti meno brillanti sull’uomo.
Con altre ricerche specifiche si è infatti scoperto che questa riserva di staminali del follicolo pilifero viene utilizzata nell’uomo per rigenerare sopratutto la cute lesionata e quindi solo alcune di queste cellule danno origine a cheratinociti e alla rigenerazione di nuovi capelli.
Il “bulge” del follicolo pilifero è considerato una preziosa riserva di staminali per rigenerare diversi tessuti (nervosi, muscolari e cutanei), ma le aspettative di chi sperava di rigenerare quantità di capelli per far sparire i diradamenti della calvizie sono rimaste sin qui disattese, benché ci siano alcune società biotecnologiche che stanno proseguendo su questa strada.
Il primo indizio
Il primo indizio che ci potesse essere qualche nesso tra la cura dell’ipercolesterolemia (colesterolo troppo elevato) e della calvizie si è avuto con uno studio abbastanza recente che mostrava come il famoso riso rosso fermentato dal fungo monascus purpureus che ha come principale principio attivo la monacolina K una statina naturale, abbia un effetto preventivo contro le malattie dipendenti dagli androgeni tra le quali si annovera anche la calvizie comune (alopecia androgenetica).
Più di recente è salito alla ribalta l’estratto di Melannurca che, sperimentato dall’Università di Napoli Federico II su un campione numeroso di pazienti con colesterolo alto, ha mostrato la sua efficacia anche sui capelli, tanto da portare ad altri appositi test e da questi alla produzione di integratori, schiume e lozioni per combattere la calvizie.
Ora arriva, buon ultimo, questo studio sulla simvastatina
Una statina che utilizzata in vitro sulle cellule staminali del follicolo pilifero le porta a differenziarsi in cheratinociti. E’ possibile che le azioni di questi composti che regolano il colesterolo siano simili, almeno per il caso delle due statine, quella di sintesi e quella naturale prodotta dal monascus, che sono appunto inibitrici dell’enzima HMG-CoA reduttasi, ma che potrebbero agire anche nella riduzione del DHT , ossia sull’enzima 5 alfa reduttasi, come suggerirebbe lo studio sul monascus in cui si è appunto riscontrata una diminuzione del solo DHT.
Meccanismo di azione delle procianidine della Melannurca
Diverso invece il meccanismo di azione delle procianidine della Melannurca che pure danno risultati di crescita dei capelli, ma che agiscono su un altro enzima (lo squalene monossigenasi) e portano alla produzione di più HDL, il cosiddetto colesterolo “buono” che smaltisce il colesterolo depositato sulle pareti dei vasi sanguigni.
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