Un anno chiave per la ricerca sulla calvizie
Il 2025 è stato un anno particolarmente intenso per la ricerca sulla perdita dei capelli. Senza annunci sensazionalistici o “cure miracolose”, il settore ha però registrato progressi concreti, soprattutto sul fronte dei nuovi meccanismi d’azione, delle terapie biologiche e degli approcci combinati.
Una recente review pubblicata su Annals of Dermatology ha fatto il punto sui principali sviluppi dell’anno, offrendo una panoramica aggiornata su ciò che oggi è in fase di studio, ciò che è già disponibile e ciò che potrebbe arrivare nei prossimi anni. Un quadro utile per orientarsi in un panorama sempre più complesso.
I trattamenti tradizionali restano il punto di partenza
Nonostante le novità, minoxidil e finasteride continuano a rappresentare la base del trattamento dell’alopecia androgenetica. Nel 2025 non sono emersi cambiamenti radicali nel loro utilizzo, ma si è consolidata la tendenza a:
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formulazioni topiche alternative
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dosaggi personalizzati
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combinazioni con altri trattamenti per migliorarne l’efficacia e la tollerabilità
La ricerca conferma che questi farmaci restano efficaci nel rallentare la progressione della calvizie, ma non risolvono tutti i limiti legati a risposta variabile, effetti collaterali e necessità di uso continuativo.
Nuovi farmaci topici e sistemici in fase avanzata
Uno dei temi centrali del 2025 è stato lo sviluppo di nuovi farmaci mirati, pensati per agire direttamente sui recettori coinvolti nella miniaturizzazione follicolare. In particolare, sono proseguiti studi su:
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antiandrogeni topici di nuova generazione
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molecole progettate per ridurre l’azione del DHT localmente
Questi approcci puntano a superare uno dei principali problemi delle terapie orali: l’impatto sistemico sugli ormoni.
Biotecnologie e anticorpi: un cambio di paradigma
Il 2025 ha visto crescere l’interesse per le terapie biologiche, come anticorpi monoclonali e molecole progettate con l’intelligenza artificiale. L’obiettivo non è più solo stimolare la crescita del capello, ma intervenire sulla biologia del follicolo pilifero, in particolare sulle cellule staminali follicolari.
Questi trattamenti, ancora sperimentali, cercano di:
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preservare la funzione del follicolo nel tempo
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contrastare la miniaturizzazione alla radice
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favorire la rigenerazione del ciclo pilifero
È un cambio di prospettiva che potrebbe avere implicazioni importanti nel lungo periodo.
Esosomi e terapie rigenerative: grande interesse, dati ancora limitati
Un altro filone molto discusso nel 2025 è quello degli esosomi e delle terapie rigenerative. Studi preliminari suggeriscono che queste vescicole extracellulari possano modulare l’infiammazione e stimolare segnali di crescita nel follicolo pilifero.
Tuttavia, la review sottolinea come:
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manchino protocolli standardizzati
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i dati clinici siano ancora eterogenei
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siano necessari studi controllati più ampi
Gli esosomi rappresentano una frontiera promettente, ma non ancora una soluzione consolidata.
Microneedling e terapie fisiche: un supporto sempre più diffuso
Nel corso dell’anno si è rafforzato il ruolo del microneedling come terapia di supporto. Utilizzato da solo o in combinazione con trattamenti topici, può:
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migliorare la penetrazione dei farmaci
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stimolare il rilascio di fattori di crescita
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favorire un ambiente follicolare più attivo
Anche la fotobiomodulazione a bassa intensità (luce rossa) continua a essere studiata come opzione non invasiva per il mantenimento dei capelli.
Terapie combinate: il vero trend del 2025
Uno dei messaggi più chiari emersi dalla letteratura del 2025 è che la combinazione di più approcci sembra offrire i risultati più promettenti. Invece di affidarsi a una singola terapia, sempre più studi esplorano:
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trattamenti medici + dispositivi
Questo approccio personalizzato riflette una maggiore comprensione della complessità dell’alopecia androgenetica.
Conclusione: cosa ci insegna il 2025
Il 2025 non ha portato una cura definitiva contro la perdita dei capelli, ma ha segnato un’evoluzione importante nel modo di affrontarla. La ricerca si sta spostando verso terapie più mirate, biologiche e personalizzate, con l’obiettivo di agire sui meccanismi profondi della calvizie.
Per chi soffre di alopecia androgenetica, il messaggio è chiaro: le opzioni stanno aumentando, ma la scelta del trattamento deve restare guidata da evidenze scientifiche e dal confronto con specialisti.
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