domenica, Novembre 17, 2024
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La calvizie comune maschile: perché è androgenetica?

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Per calvizie comune maschile tra le varie denominazioni prevale da alcuni anni a livello specialistico quella di “alopecia androgenetica“. Spesso abbreviato nell’acronimo inglese “AGA”, questo termine sottolinea in sintesi le principali acquisizioni scientifiche relative alle accuse di questa condizione, ossia la dipendenza dagli androgeni e la predisposizione genetica che è ereditaria.

Perché alopecia androgenetica per calvizie comune maschile?

La prima causa insita in questa denominazione alternativa a calvizie comune maschile, ossia la dipendenza dagli androgeni, è stata constatata in varie epoche storiche con l’osservazione che gli eunuchi non diventano calvi (come riportato da Aristotele, nel IV xec. a.C.) ed è stata scientificamente accertata con i fondamentali studi di Hamilton negli anni ’40 e ’50 del secolo scorso.

Fig. 1: L’elenco delle possibili cause che possono provocare la perdita di capelli. 

Invece, la seconda causa, ossia la predisposizione genetica, è un’acquisizione più recente che è stata accertata con rigore scientifico alcuni anni fa da Nyholt e altri (2003) e da Rexbye e altri (2005) con due studi indipendenti su un numero statisticamente significativo e piuttosto rilevante di gemelli monozigoti e dizigoti, studi svoltisi rispettivamente in Australia e Danimarca.

Calvizie comune maschile: alopecia androgenetica ovvero ereditaria

Entrambi questi studi hanno mostrato un’elevata ereditarietà della calvizie comune valutata intorno all’80%. Mentre, la restante variazione può essere attribuita a cause non genetiche e non condivise tra i gemelli. Queste potrebbero riguardare sia gli aspetti ormonali con variazioni individuali acquisite (in altre parole, la parte “androgenica” della calvizie androgenetica) sia le interazioni epigenetiche.

gemelli monozigoti con calvizie differenteFig. 2: Due gemelli omozigoti che non condividono la stessa ereditarietà della calvizie comune. 

In questo caso di gemelli identici (omozigoti), quello a destra ha sviluppato ipogonadismo, un disturbo che porta ad una ridotta secrezione di androgeni. Da qui, il diverso aspetto a partire dalla capigliatura che presenta un grado di calvizie minore rispetto al gemello con androgeni nella norma. Si tratta, quindi, di variazione non genetica e non condivisa che rientra nelle divergenze tra fenotipi non ascrivibili ai geni, ma ad altri fattori. Tra questi rientrerebbero anche le eventuali cure contro la calvizie a cui si dovesse sottoporre un solo gemello.

Ancora più consistente è risultato nello studio australiano il fattore ereditario relativo alle due principali zone in cui si manifesta la comune calvizie: quella della sommità del capo (vertex) e quella frontale che presentano una corrispondenza tra gemelli omozigoti rispettivamente dell’89% e dell’95% e che dalle stesse analisi risultano essere la manifestazione dello stesso fenomeno.

Peraltro, da queste analisi si evidenziano degli effetti genetici additivi che indicano il contributo alla calvizie comune di vari alleli localizzati su diversi cromosomi e viene pertanto delineato un fenomeno multifattoriale, come è poi emerso nelle ricerche degli anni successivi che hanno portato, a oggi, all’individuazione di una dozzina di loci genici collegati alla calvizie androgenetica.

Il recettore degli androgeni

Nello stesso studio condotto da Nyholt e altri nel 2003 si fa anche cenno al ruolo fondamentale che nella calvizie comune riveste il recettore degli androgeni (AR) il cui gene è posizionato sul cromosoma sessuale X (di derivazione materna). Tuttavia, nello stesso studio si rileva come il polimorfismo di questo solo gene, anche se fondamentale e necessario, possa non essere di per sé sufficiente per sviluppare calvizie e possano invece essere necessari altri fattori i cui effetti risultano appunto addizionali.

Il punto sull’alopecia androgenetica

Proseguendo nella considerazione dei fattori ereditari rispetto alla calvizie comune maschile o alopecia androgenetica la corrispondenza del grado di calvizie tra gemelli dizigoti e, quindi, tra normali fratelli (anche se nati contemporaneamente) risulta inferiore della metà (è intorno al 39%) rispetto a quella tra gemelli omozigoti (che sono in pratica la stessa persona a livello genetico). Questo spiega in gran parte le differenze che si riscontrano in fatto di capigliatura all’interno dei nuclei familiari e tra parenti. Tuttavia, alcuni studi precedenti hanno messo in luce l’elevata (ma non completa) corrispondenza tra i gradi di calvizie di padri e figli. Questo dà una diversa espressione di tale tratto sulla prole maschile, il quale, non potendo essere attribuito al cromosoma X di derivazione materna, risulta necessariamente collegato ai geni presenti sugli autosomi, ossia sui cromosomi non sessuali (le 22 coppie diverse da X e Y che appunto determinano il sesso).

Attualmente, oltre ai loci genici individuati sul cromosoma X e correlati al recettore degli androgeni AR, sono stati individuati analoghi siti a rischio per la calvizie comune sui cromosomi 1, 2, 7, 17, 18 e 20.

 

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Redazione Calvizie.net
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