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Il balsamo dopo-shampoo: l’utilità dei condizionanti

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Il balsamo dopo shampoo (hair conditioner o condizionante) è davvero utile?
Attualmente la pubblicità insiste nel reclamizzare i cosiddetti “shampoo-balsamo“, conosciuti anche come “2 in 1“.

Tuttavia, è doveroso riconoscere che il balsamo ha proprietà condizionanti e sostantivanti che sono impossibili da conseguire con il solo shampoo.

Del resto, le funzioni dei due prodotti sono agli antipodi: lo shampoo deve togliere, il balsamo ridare. Se lo shampoo è fatto per lavare i capelli, tale deve essere e restare la sua funzione, mentre quella del balsamo è di agire su capelli puliti svolgendo una insostituibile funzione restitutiva e normalizzante.

Balsamo dopo shampoo: perchè è utile?

Aiuta ad ammorbidire e a condizionare i capelli, rendendoli più facili da pettinare e gestire. Il balsamo dopo shampoo contribuisce inoltre a trattenere l’umidità nei capelli, evitando che diventino secchi e fragili. L’idratazione è essenziale per mantenere la salute dei capelli.

In alcuni casi aiuta a riparare i danni ai capelli, come la rottura delle punte o la perdita di proteine e offre una certa protezione contro i danni causati da strumenti termici come asciugacapelli, piastra per capelli o arricciacapelli.
Infine l’uso del balsamo può rendere più facile lo styling dei capelli, consentendo loro di restare nella posizione desiderata.

Dal punto di vista cosmetologico, uno shampoo è per lo più a base anionica (o al massimo anfotera), mentre un balsamo è viceversa schiettamente cationico.
Certo, in uno shampoo anionico possono essere introdotte dosi limitate di idrolizzati proteici (tal quali o quaternizzati) e dosi altrettanto limitate di sostanze policationiche, ma tutto ciò non basta per assommare in un detergente anche le reali funzioni del balsamo.

La storia del balsamo dopo shampoo

Fatta questa doverosa precisazione diamo ora uno sguardo alla storia del dopo-shampoo.
Le sue origini risalgono al tempo in cui i capelli erano lavati con il sapone. La presenza, nell’acqua di rete, di ioni calcio e magnesio determinava la formazione di saponi insolubili che si depositavano fra i capelli rendendoli opachi e mal pettinabili.
Si ricorreva allora al risciacquo con aceto o succo di limone: acido acetico e acido citrico sono in grado di sciogliere i saponi bivalenti e di ridare quindi lucentezza e pettinabilità ai capelli.

Balsamo dopo shampoo: come è fatto?

Con l’avvento dei tensioattivi non saponosi il problema del risciacquo acidulo ha finito di essere tale in quanto gli alchilsolfati di calcio e di magnesio sono solubili. Tuttavia, è rimasta l’usanza di tenere a pH acido (3-5) l’ambiente del balsamo dopo shampoo così come spesso si è mantenuto l’utilizzo di acido citrico.

Ma con i nuovi tensioattivi (specie con gli alchilsolfati) sono emerse nuove esigenze da cui è scaturita la attuale struttura dei balsami dopo-shampoo.
Innanzitutto, si è posto il problema della carica elettrica residua sui capelli (la cheratina ha già di per sè una carica elettrostatica eccedente, valore che viene incrementato dalla deposizione di ioni solfato sempre contenuti nei detergenti).

Nei balsami, oltre ai tensioattivi cationici sono presenti anche altre sostanze cation-attive (ma non tensioattive) cui è affidata la funzione di condizionare i capelli rendendoli morbidi e lucenti. Altre sostanze cationiche e policationiche intervengono come sostantivanti nel senso che si fissano sullo stelo pilifero dandogli corpo e volume.
I dizionari cosmetici riportano centinaia di sostanze aventi queste proprietà e la scelta per il formulatore è divenuta difficile.

Esempi di questi prodotti sono:

– gli idrolizzati proteici quaternizzati;
– i polisaccaridi (tipo gomma Guar o idrossietilcellulosa) quanternizzati;
– i vari “Quaternium” e “Poliquaternium” dalla struttura spesso molto complessa e che è arduo esemplificare;
– particolari tipi di derivati siliconici, dai dimeticonoli ai amodimeticoni;
– ognuno di questi prodotti si caratterizza per particolari prerogative; tutti comunque possiedono proprietà sostantive e condizionanti.

I cationici, tensiaottivi e non, vengono di solito veicolati in emulsioni, da fluide a cremose, basati su emulsionanti sia non ionici che cationici. Esempi sono l’alcool cetilico e l’alcool cetilico etossilato. La forma di emulsione O/A è la più abituale e pratica in quanto facilmente idrodisperdibile e sciacquabile, ma non mancano anche esempi di balsami dopo-shampoo in formato di gel.

La realizzazione di un balsamo dopo shampoo è semplice solo in apparenza ed è complicata soprattutto dalla particolare reologia di questi sistemi, per lo più di tipo pseudoplastico e tissotropico. Sul piano applicativo, il balsamo deve subito evidenziare il suo effetto condizionante evitando il temuto effetto di “appesantimento” eccessivo del capello.

 

APPROFONDIMENTI 

Quali shampoo usare: guida alla scelta

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Redazione Calvizie.net
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La redazione di Calvizie.net è formata da medici, specialisti e appassionati al tema della tricologia. Dal 1999, ci dedichiamo a diffondere informazioni sempre aggiornate sulla cultura della salute dei capelli.
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