Nel decennio scorso non c’era cura promettente per la calvizie che non avesse come data di uscita sul mercato il 2105. Adesso che il 2015 è finito possiamo dire che non c’è stata traccia di quelle cure e di quelle promesse e speranze di risolvere definitivamente il problema calvizie. In compenso per le cure attualmente più promettenti si parla di 2020 o 2025 (è un po’ il destino degli anni divisibili per cinque, quello di diventare la scadenza dei processi lunghi come di solito sono quelli della ricerca scientifica).
Tuttavia, a nostro parere questo anno non è andato perduto nella lotta alla calvizie e, come tutti gli anni, ci sono state novità che sono da considerarsi positive o, perlomeno, lasciano la speranza che si rivelino tali nei prossimi anni. A consuntivo dell’anno in corso ci piace quindi  ricordare quelli che secondo noi sono i  fatti salienti dell’anno in campo tricologico. Ci limiteremo ad elencarne tre, lasciando a chi ci segue di aggiungerne altri che noi non ricordiamo o trascuriamo.
1) E’ stato l’anno della finasteride topica. Non che prima non ci fosse, ma solo con quest’anno si sono affermate alcune formulazioni che sembrano efficaci sia nell’azione che nell’evitare i possibili effetti collaterali di finasteride presa oralmente.
2) E’ stato l’anno in cui si è intravista la possibilità (in seguito a un altro studio dell’equipe della dr.ssa Christiano) che gli inibitori della JAK (Janus chianasi) già approvati per la cura di artrite reumatoide, psoriasi e altre malattie, oltre a poter curare l’alopecia areata, possono forse essere usati anche per curare la classica calvizie comune. Quando lo sapremo con maggior certezza ? Forse già il prossimo anno. Quando li potremo usare ? Se tutto va bene ovviamente nel 2020, altrimenti nel 2025…
1)Â Finasteride topica – Â 2)Â Studio sugli inibitori JAK – 3) Foto sotto: tre mesi di trattamento con DGLA, Equol e Carnitina. |
3) E’ stato l’anno in cui abbiamo saputo della cura con DGLA e Equol (e Carnitina) messa a punto da un’equipe medica di ricercatori dell’Università di Cagliari capeggiata dal chirurgo vascolare Giovanni Brotzu.
Le prime sperimentazioni di questa cura, nata inizialmente per risolvere i problemi circolatori dei diabetici gravi, risalgono al 2011, ma solo quest’anno si è saputo pubblicamente che può funzionare sull’alopecia areata e anche sulla calvizie comune (uno studio clinico sulla calvizie androgenetica di donne in menopausa è stato pubblicato a Marzo). Per la prima metà del 2016, ossia tra pochi mesi, è attesa l’uscita di un preparato farmaceutico sul quale sono riposte molte aspettative da tutta la community anticalvizie.
Ci sono quindi, come sempre, motivi per sperare di poter migliorare ancora le cure per il mantenimento e la rinascita di una bella capigliatura in tempi che non siano troppo lontani e prima che sia troppo tardi per chi legge (e  anche per chi scrive).
Noi dello staff di Calvizie.net e di Ieson.com ce lo auguriamo vivamente e auguriamo a tutti
Buone Feste e un Memorabile 2016