Un nuovo farmaco contro la calvizie?
Come accade tutti gli anni (ma anche per diverse volte all’anno), di recente è stata annunciata dai media la scoperta di un nuovo farmaco contro la calvizie. Leggendo le notizie, diffusesi in poche ore in tutto il mondo, il nuovo e promettente farmaco anti-calvizie in questione è WAY-316606.
Emulare la Ciclosporina A
Lo studio evidenzia come una molecola sintetica avrebbe emulato e migliorato l’azione della Ciclosporina A, il più noto farmaco antirigetto. La molecola analizzata esiste già da diversi anni, ma ancora non è stato testato e approvato nessun prodotto farmaceutico (anche se si pensa possa essere valido per l’osteoporosi). La Ciclosporina A, invece, è particolarmente nota per i suoi effetti collaterali: porta alla ricrescita dei capelli, azzerando però il sistema immunitario.
Ciclosporina a cosa serve?
Il titolo dello studio è “Identificazione di nuove strategie per il trattamento dei disturbi della perdita dei capelli umani: la Ciclosporina A sopprime l’inibitore del Wnt, SFRP1, nel papilla dermica dei follicoli piliferi del cuoio capelluto umano“.
Mentre, per quanto riguarda gli autori, spicca Ralf Paus, ricercatore dell’Università di Manchester noto in campo tricologico per aver condotto altre importanti ricerche. A questo studio hanno poi collaborato altri specialisti di università e centri di ricerca localizzata a Singapore, in Israele e negli USA, oltre che in Gran Bretagna.
Ciclosporina A nei trapianti di organi
Lo studio è partito dall’azione della Ciclosporina A (CsA), una sostanza di origine naturale (derivata dai funghi) che viene usata come medicinale per inibire il sistema immunitario ed evitare il rigetto nei trapianti di organi (non di capelli).
Fig. 1: La ciclosporina è un naturale attivo immunosoppressivo impiegato per modulare la risposta immunitaria dell’organismo.
La sostanza è stata adottata a questo scopo a partire dal 1978 ed è risultata subito fondamentale per la sopravvivenza della persone trapiantate (che prima morivano poco dopo l’intervento).
Ciclosporina effetti collaterali
Tra gli effetti collaterali della Ciclosporina A, vi è l’ipertricosi e, in diversi casi, la ricrescita dei capelli anche affetti da calvizie. Per questo, negli scorsi decenni, è stata testata come topico anti-calvizie senza però esisti eclatanti. Si è, infatti, ipotizzato che a causa delle grandi dimensioni della molecola sia poco adatta alla penetrazione cutanea.
La scoperta
Il grande merito di questo studio potrebbe stare nell’individuazione del vero meccanismo che porta alla ricrescita dei capelli con l’uso sistemico di CsA. Essendo questo medicinale un inibitore della calcineurina, si era pensato che la ricrescita dei capelli fosse dovuta a questa azione e, in particolare, alla sua azione su un fattore nucleare chiamato NFATc1.
Quiescenza e cellule staminali
Infatti, uno studio del 2007 della nota ricercatrice Elaine Fuchs mostrava che NFATc1 regola la quiescenza e la proliferazione delle cellule staminali della cute. Proprio la quiescenza e la mancata proliferazione di queste cellule sono state individuate come la causa finale della calvizie comune, pertanto tutto quadrava.
Fig.2: Le cellule staminali sono indispensabili per ricostruire il capello ogni volta che cade.
Tuttavia, lo studio della Fuchs era stato condotto su animali di laboratorio, mentre un altro studio del 2015, a cui ha partecipato Paus, ha mostrato che non vi è traccia di NFATc1 (e 2) attivo nei follicoli del capelli umani.
Ciclosporina A e capelli
Pertanto, con lo studio attuale è stato individuato un meccanismo diverso che spiegherebbe l’effetto sui capelli della CsA e che consisterebbe nell’inibizione di SFRP1 (secreted frizzled related protein 1), una proteina che a sua volta è un inibitore del percorso WNT/ ß-catenina (fondamentale per la rigenerazione e la crescita dei capelli).
Way-316606
Per dimostrare questa scoperta, i ricercatori hanno pensato di provare Way-316606: una molecola di sintesi che inibisce specificamente SFRP1 e che finora è stata ritenuta utile contro l’osteoporosi (dato che il percorso WNT fa proliferare gli osteoblasti). La prova su follicoli “avanzati” di trapianti di capelli umani ha funzionato meglio che quella analoga condotta con CsA perché dopo soli due giorni si sono avuti gli stessi effetti che CsA produce in sei.
Questo nuovo medicinale, essendo molto specifico come inibitore del SFRP1, non dà i problemi della ciclosporina. Inoltre, potrebbe più facilmente essere applicato come topico perché è una molecola grande poco più di un terzo rispetto a CsA (485 Da contro più 1200 Da).
Tra ma e se
Da qui, la notizia “esplosiva” che ha fatto il giro del mondo. Tuttavia, ci sono molti “ma”. Il primo è legato al mancato test su capelli miniaturizzati dalla calvizie comune. Il secondo dal fatto che questa molecola dovrebbe passare tutte le fasi richieste per l’approvazione di nuovi farmaci che durano anni se non decenni. Il terzo, evidenziato dallo stesso studio, è che questo non è l’unico fattore che ostacola il percorso WNT/ß-catenina, essendoci nella calvizie anche altri fattori tra cui il DKK-1 (Dickkopf-related protein 1), il quale sarebbe promosso dagli androgeni e, in particolare, dal DHT.
Pertanto, questo medicinale, se tutto va bene, potrebbe risultare alla fine una possibile alternativa al minoxidil più che all’utilizzo di sostanze anti-DHT come finasteride o gli estratti di Serenoa Repens.
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