Pillola contraccettiva:
l’assunzione della pillola determina:
a) riduzione della produzione ovarica di estrogeni e androgeni,
b) incremento della produzione epatica della SHBG e quindi riduzione della quota libera del testosterone,
c) modesta riduzione della secrezione surrenalica degli androgeni.
Le pazienti che beneficiano maggiormente di tale terapia sono quelle con cicli anovulatori ed elevati valori di testosterone.
Analoghi del GnRH:
determinano l’inibizione delle gonadotropine e quindi della produzione androgenica ovarica, con riduzione del testosterone e dell’androstanediolo. L’associazione con estrogeni migliora ulteriormente i risultati della terapia grazie all’incremento della SHBG ed inoltre previene l’osteoporosi.
Poiché non esercita alcuna azione sulla secrezione surrenalica, l’indicazione elettiva è l’iperandrogenismo di origine ovarica.
L’efficacia clinica è estremamente variabile fra le pazienti e può essere predetta in base alla riduzione dei livelli del Testosterone dopo 4 settimane di terapia. L’inconveniente maggiore di tale trattamento è il costo molto elevato (18).
Metformina:
Nelle forme associate ad elevati valori di insulinemia con resistenza, la somministrazione di 1,5 g/die di metformina provoca una riduzione dei livelli di testosterone, DHEAS e LH, con miglioramento del quadro clinico (19-20).