L’accaduto
Pisa, 2008. Un uomo di 54 anni decide di sottoporsi ad un intervento di autotrapianto di capelli per porre fine al problema della calvizie. Grazie a quest’operazione chirurgica, il paziente sperava di risolvere un disturbo che causava non poche ripercussioni sulla propria vita lavorativa e coniugale.
Per questo, si è rivolto ad una clinica fuori provincia, ma il risultato non è stato affatto quello desiderato. Dopo nove mesi, si è precipitato nuovamente nello studio dello stesso medico nel vano tentativo di rimediare al primo insuccesso. Dato il fallimento di entrambi i trapianti di capelli, l’uomo ha denunciato il medico chiedendo un risarcimento pari a 37mila euro per danni patrimoniali e biologici. Infatti, il trapianto di capelli finito male non solo non ha migliorato l’aspetto estetico, ma ha contribuito anche alla fine del proprio matrimonio.
La decisione del giudice
L’intera vicenda è stata ricostruita da Il Tirreno. La causa legale, che ebbe inizio nel 2013, ha visto il medico condannato per i propri errori. Tuttavia, il giudice Eleonora Polidori ha stabilito che il malessere psicologico e il conseguente divorzio non fossero un’aggravante del caso e, per questo, non degna di risarcimento. Infatti, nonostante il giudice abbia riconosciuto la colpevolezza del medico, ha dichiarato che «secondo l’id quod plerumque accidit un evento del genere, per quanto fastidioso, non è di per sé idoneo a compromettere un’unione coniugale salda».
Tutto sommato, il lieto fine
Al di là del risarcimento economico ottenuto, alla fine pare che il paziente abbia avuto il finale tanto agognato. Da quanto riportato da Il Tirreno, nel 2010 l’uomo affetto da alopecia androgenetica si è sottoposto ad un ulteriore trapianto di capelli a Istanbul ponendo fine al proprio disturbo.
Trapianto di capelli sbagliato: si poteva evitare?
Alla luce dei fatti, non ci è dato sapere le dinamiche dettagliate dell’intervento chirurgico. Tuttavia, ciò che sappiamo con assoluta certezza è che un trapianto di capelli è un’operazione chirurgica che richiede meticolosità e progettazione.
Come ha dichiarato il Dott. Tesauro, specialista in chirurgia plastica e uno dei più importanti esperti di autotrapianti di capelli, è essenziale che ogni trapianto sia studiato e discusso con il paziente nei minimi dettagli. Ciascun intervento è suddiviso in fasi che vanno dalla progettazione all’anestesia, dal prelievo degli innesti al trapianto di capelli effettivo, fino ad arrivare alla medicazione e al post-operatorio. E, la buona riuscita di un autotrapianto di capelli risiede proprio nel curare nel dettaglio ogni singola fase.
Evitiamo il trapianto di capelli low cost
Troppo spesso, casistiche come quella sopra riportata sono collegate a trapianti di capelli low cost. Il costo ridotto dell’intervento è il motivo per cui molti pazienti affetti da alopecia androgenetica decidono di rivolgersi al mercato nero dei trapianti di capelli piuttosto che a uno specialista.
Ma, perché costano di meno? In genere, il prezzo alquanto ridotto è sinonimo di altrettanta qualità ridotta. Il trapianto di capelli non è progettato su misura del paziente, ma tutti vengono curati nello stesso modo. Venendo meno la fase di analisi e studio dettagliato della casistica, si risparmia sulle prestazioni aggiuntive andando a incidere sulla qualità in sé del trapianto di capelli.
Al di là del caso di Pisa, scegliere professionisti del settore è il primo step per evitare di incorrere in spiacevoli risultati post-operatori.
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