Forse questa impressione era data più che altro dalla “triade” di premier e due vicepremier, Conte, Di Maio e Salvini appunto, che non presentano segni di calvizie comune e nemmeno di incanutimento avanzato, anche se il premier, Giuseppe Conte, pare si tinga i folti capelli neri (si pensa siano tutti suoi naturali, ma vai a saperlo con le tecniche chirurgiche e protesiche che ci sono oggi…)
A capo degli altri ministeri, a parte le donne (tutte messe bene a capelli in entrambi i governi), si trovava un mix di sofferenti di calvizie e capelluti senza problemi, mix in realtà non molto dissimile da quello di tanti altri governi precedenti. Tra questi spiccavano per chioma fluente il ministro dei trasporti Toninelli e quello alle politiche agricole Centinaio. Più anziani e già con i capelli bianchi, se la cavavano ancora il ministro degli Esteri Moavero Milanesi e quello dell’Ambiente il generale Costa, riconfermato allo stesso ruolo anche nel Conte bis.
Il resto dei ministri
Il resto dei ministri del governo Conte 1 soffriva in forma più o meno pronunciata di calvizie, con il ministro della famiglia Fontana, completamente calvo, e i due noti economisti Tria e Savona con stempiature e diradamenti ampi e diffusi.
Il governo Conte bis
Col governo Conte bis sul fronte appunto dell’economia e del omonimo ministero, cambia ben poco, anzi forse si peggiora , col piddino Gualtieri, mentre il grillino D’Incà (rapporti col Parlamento) pareggia i conti con Fontana, il calvo completo del Conte I.
Fioramonti (Istruzione) e Patuanelli (Sviluppo) entrambi grillini e Boccia (Affari Regionali) del PD, pareggiano invece un po’ il conto coi diradati del Conte 1 , visto che un altro diradato come il ministro della Giustizia Bonafede del M5S è rimasto immobile al suo posto in entrambi i governi.
I rinforzi
Ma poi arrivano i rinforzi dei capelluti che rendono il governo del bis-Conte più capelluto del precedente esecutivo. A parte il leader M5S Di Maio che semplicemente da vicepremier si sposta agli Esteri, vediamo Guerini alla Difesa con capelli candidi, ma folti, un Enzo Amendola (Affari europei) che non pare messo male, un Provenzano (Mezzogiorno) più che decente, tutti del PD, partito che lancia poi la bordata decisiva con Franceschini di nuovo ai Beni Culturali.
Come se non bastasse, la sinistra più a sinistra (LEU) cala l’asso di Roberto Speranza alla Salute, mentre Spadafora (Sport) del M5S presenta un frontale alto, ma del tutto fisiologico e compatto.
Il nuovo governo
Col nuovo governo pare anche abbastanza ridotto il problema capelli bianchi, sempre che molti ministri non facciano come il premier Giuseppe Conte che, come ha fatto notare un cronista politico, il giorno della fiducia al governo gialloverde presentava una colorazione dei capelli più scura mentre ora ne ha una che dà leggermente sul rosso, forse per adeguarsi agli analoghi cambiamenti di colore politico.
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