Il cortisone e i suoi derivati, somministrati per bocca, sono i farmaci di scelta per sopprimere l’increzione di ACTH (ormone adrenocorticotropo), nelle forme di iperandrogenismo causato da difetti enzimatici delle ghiandole surrenali.
Per quanto riguarda la terapia locale questa sostanza viene in genere sconsigliata dalla maggior parte degli Autori.
Riteniamo tuttavia che gli effetti collaterali riscontrati (atrofia cutanea, acne steroidea, effetti sistemici…) siano da riportare al prolungato abuso di lozioni nelle quali il cortisone è alogenato (generalmente fluorurato); l’alogeno ne potenzia l’azione anche di decine di volte allungandone l’emivita.
Riservando quindi l’utilizzo di queste preparazioni a brevi periodi (1 – 3 settimane) per ottenere i risultati già descritti nella terapia della forfora e della dermatite seborroica (riduzione dell’eritema, del prurito, delle squame…) riteniamo utile riconsiderare l’impiego di quelle preparazioni che non contengono alogeni (es. idrocortisone 1%, idrocortisone butirrato 0,1% etc…) dato che, oltre ad una quasi assoluta sicurezza d’impiego, possono esplicare i seguenti effetti:
– attivazione della neoglicogènesi (cioè della produzione di glicogeno utizzando il glucosio del sangue) con incremento delle riserve energetiche del capello;
– azione permissiva dell’attività degli ormoni in grado di attivare l’adenilciclasi (tiroxina, fattori di crescita, effetto beta dell’adrenalina etc..)
– debole azione di blocco sull’enzima 5 alfa reduttasi.
– probabile attivazione diretta dell’enzima adenilciclasi;
– probabile blocco dell’enzima fosfodiesterasi (vedi xantine);