Astaxantina
L’astaxantina è un carotenoide che non si converte in vitamina A ed è uno dei più potenti antiossidanti, 10 volte più potente degli altri carotenoidi.
In natura si trova in vari organismi sia vegetali che animali come in alcune microalghe, in pesci come le trote e i salmoni così come nei crostacei e nel piumaggio di alcuni uccelli (come i fennicotteri rosa).
La struttura chimica della astazantina |
Alcuni recenti studi hanno segnalato un’importante attività di inibizione dell’enzima 5 alfa reduttasi da parte dell’astaxantina cosa che si è rivelata utile per diminuire i sintomi dell’ iperplasia prostatica e per contrastare il cancro alla prostata. Lo stesso composto, secondo questi studi, pare aumentare l’efficacia dell’estratto di saw palmetto nella sua attività anti-dht ed è quindi porobabilmente utile anche per l’utilizzo in
campo tricologico contro l’alopecia androgentica.
L’astaxantina pura può essere ottenuta anche sinteticamente, ma una fonte naturale molto utilizzata è l’estratto secco dell’alga Haematoccocus Pluvialis, che è abitualmente titolato al 5% in astaxantina percentuale che con dosi di poche decine di milligrammi di estratto riesce a garantire le quantità più efficaci di questo potente antiossidante, che sono nell’ordine di pochi milligrammi al giorno.
Lignani (semi di lino)
Da tempo si parla dell’utilità dei semi di lino per i problemi di capelli, più di recente sono invece usciti studi che hanno individuato nei lignani in
essi contenuti i principi attivi efficaci nel contrastare le patologie della prostata più comuni.
In particolare i semi di lino sono ricchi di secoisolariciresinolo diglucoside (SDG) e secoisolariciresinolo (in forma di aglicone), ma contengono anche matairesinolo e pinresinolo.
I semi di lino sono ricchissimi in lignani |
La loro efficacia è data dalla trasformazione a livello intestinale grazie alla flora batterica dei mammiferi, in enterodiolo ed enterolattone, due isoflavoni a debole attività estrogenica che agiscono di fatto come SERM (selective estrogen receptor modulator), ossia modulatori selettivi del recettore degli estrogeni, quindi come regolatori del livello degli estrogeni endogeni (che, come noto, aumentano quando si utilizzano sostanze anti-dht).
Le stesse sostanze si sono poi rivelate degli ottimi antiossidanti, quasi 5 volte più potenti della vit.E, e queste attività possono spiegare perché risultati positivi all’utilizzo dei lignani si sono avuti con diverse patologie quali il cancro al seno, quello alla prostata, ma anche nel prevenire le malattie cardiovascolari e nella prevenzione sia del diabete di tipo I che II, secondo studi che mostrano come queste patologia siano contrastate dalla riduzione dello stress ossidativi, azione che appunto viene attribuita all’SDG dei semi di lino.
L’integrazione di lignani può essere fatta assumendo diversi grammi di semi di lino o analoghi, tuttavia esistono oggi dei preparati che contengono il 20% di lignani di semi di lino e che sono stati usati nei più recenti studi per provare l’efficacia di questi composti nelle diverse patologie (nonché sull’alopecia androgenetica). Questi estratti risultano pratici perché permettono di assumere il quantitativo certo di lignani giornaliero utile alle cure ed evitano l’ingestione diretta di semi di lino che non hanno un sapore gradito ai più , senza contare che a causa del loro guscio molto lucido e scivoloso rischiano di non essere adeguatamente assorbiti nei processi digestivi.