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XII Congresso AIDA: cose è emerso?

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In occasione del 12° Congresso AIDA (Associazione Italiana Dermatologi Ambulatoriali), che si è svolto in Sardegna dal 20 al 24 Maggio 2003, si è parlato di problematiche tricologiche nel Simposio “Ultime novità sull’ Alopecia ed importanza del rapporto dermatologo-paziente”.

Va notato anzitutto il fatto -ad avvalorare l’interesse medico per la tricologia- che dal Ministero della Salute sono stati attribuiti crediti ECM (Educazione Medica Continua). Sono stati infatti affrontati dai Relatori diversi aspetti del rapporto dermatologo-paziente con Alopecia Androgenetica. Il primo dei Relatori, il dott. M. Pazzaglia ( Bologna), ha discusso del disagio psicologico del Calvo.

Chi sono i pazienti con alopecia che vanno dal Dermatologo? Dai risultati di diverse indagini condotte sulla popolazione maschile emerge che la caduta ed il diradamento dei capelli provocano ansia, depressione e diminuita sicurezza di sè, soprattutto in soggetti giovani e con scarsa autostima, fino a franchi fenomeni di dismorfofobia (quando un difetto anche minimo viene percepito come enorme ). Ne consegue che è estremamente importante che questi pazienti, facile preda di “ciarlatani”,  trovino un dermatologo competente.

Di competenza ne parla il dott R d’Ovidio (Bari), coordinatore del gruppo di tricologia dell’AIDA; egli, mostrando un’ampia casistica personale, sottolinea come dietro la più semplice delle diagnosi, come quella di alopecia androgenetica ( AGA), possano confondersi altre patologie ( telogen effluvium, alopecia cicatriziale centrifuga, alcune forme di tricotillomania).
Anche alcune particolari varietà cliniche di Alopecia areata ( la incognita, la Sisaipho, la AGA-like) possono essere erroneamente diagnosticate come AGA. Il dermatologo che gestisce pazienti con problematiche tricologiche deve quindi essere in grado di formulare una corretta diagnosi per prescrivere una terapia appropriata e di valutare, con l’ausilio di metodiche standardizzate ( fotografia, tricogramma, pull test, wash test), l’andamento clinico e la risposta alla terapia.

Nulla di nuovo sul versante farmaci. Il dott A Rossi (Roma), nella sua relazione dal titolo: Ultimi dati sulle terapie dell’alopecia androgenetica,  ha ribadito su quali pazienti e con quali percentuali di efficacia vanno impiegate le uniche due molecole il cui uso per l’AGA è legalmente approvato: minoxidil e finasteride. Ha evidenziato inoltre che in un recente lavoro dell’ americana Price l’efficacia del Minoxidil sembra ridursi considerevolmente verso il quarto anno di terapia continua.
La terapia medica si propone inoltre nei pazienti che vogliano successivamente sottoporsi al trapianto anche per migliorare l’attecchimento degli innesti oltre che per ritardarne il bisogno di un’altra sessione.
Dal momento che la tricologia è una disciplina in rapida evoluzione ed il dermatologo è l’unico specialista a cui compete tale disciplina, è indispensabile che egli sia in grado, non solo di diagnosticare e curare le patologie dei capelli, ma anche di “Risolvere i dubbi dei pazienti”. Tema svolto dal gruppo di Bologna, che di fatto ha fugato ogni remora sulla sicurezza dell’impiego della finasteride.

Chiude il Simposio il Prof. E. Panconesi (Firenze) esprimendo le sue valutazioni sulla “Ottimizzazione del rapporto con il paziente affetto da alopecia androgenetica”. Rapporto non facile, sottolinea il Relatore, quando ci si trova a gestire quella che Egli definisce “spettrale calvizie precoce” ! Rapporto che continua ad essere complesso nonostante l’arrivo di terapie efficenti in quello che poteva essere considerato un deserto terapeutico. I
n ultima analisi è emerso dal Simposio un messaggio positivo per i pazienti ed un invito a noi medici dermatologi di coniugare professionalità, competenza ed empatia.

Nell’ ambito di un’altra sessione del Congresso la dott.ssa Tiziana Di Prima ha ripresentato in sintesi la proposta,elaborata insieme al dr R.D’Ovidio, di un nuovo approccio terapeutico per l’Alopecia Areata, basato non soltanto sull’estensione delle chiazze alopeciche, ma anche sulla fase di attività della malattia.
L’utilizzazione dei vari principi terapeutici viene proposta in base alla loro capacità di contrastare i fattori iniziali della malattia oppure di intervenire nelle fasi di stabilità,stimolando la ricrescita.È stato sottolineato come alcune terapie utili in una fase stazionaria possano addirittura essere in grado di aggravare il quadro clinico nei momenti di riacutizzazione dell’ Alopecia. Si cercherà su queste basi di organizzare a breve una Consensus Conference tra gli specialisti del settore per poter dare risposte più univoche ai bisogni dei pazienti.

Tiziana Di Prima, Dermatologo, Catania ( mitichezia@libero.it )

 

 

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Redazione Calvizie.net
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