Titolo:
I capelli miniaturizzati mantengono il contatto con il muscolo erettore del pelo nell’alopecia areata, ma non nell’ alopecia androgenetica: un modello per la miniaturizzazione reversibile e la potenziale ricrescita dei capelli.
Autori:
Anousha Yazdabadi1, D Whiting2, NW Rufaut1, R Sinclair1
1 Dipartimento di Dermatologia, Medicina, (SVHM), Università di Melbourne, St Vincent’s Hospital,, Fitzroy, VIC, Australia
2 La capelli e la pelle Centro di Ricerca e trattamento, Dallas, Texas, USA
Data di Pubblicazione Web 24-ago-2012
Sintesi:
Premesse
il follicolo dei capelli miniaturizzato è il segno distintivo della calvizie comune maschile (MPHL) e femminile (FPHL) e dell’alopecia areata (AA). Con l’AA c’è la possibilità di ricrescita dei capelli e della completa inversione della miniaturizzazione, mentre MPHL e FPHL sono o irreversibili o mostrano solo parziale ricrescita e un’inversione minima della miniaturizzazione.
Ipotesi
L’attacco del muscolo erettore del pelo (APM) al rigonfiamento (bulge) del follicolo pilifero, un deposito riconosciuto di cellule staminali, può essere necessario per l’inversione della miniaturizzazione del follicolo.
Materiali e metodi
Sezioni sequenziali istologiche da MPHL, FPHL, AA, e telogen effluvium sono state utilizzate per creare immagini tridimensionali per confrontare il rapporto tra l’APM e il rigonfiamento del follicolo.
a) la ricostruzione in 3D di un’unità follicolare con follicoli miniaturizzati da alopecia areata b) la ricostruzione in 3D di un’unità follicolare con follicoli miniaturizzati da calvizie comune (femminile) |
Risultati
In AA, è stato mantenuto il contatto tra l’APM e il rigonfiamento dei follicoli miniaturizzati, mentre in MPHL e FPHL il contatto è stato perso.
Discussione
Il contatto tra l’APM e il rigonfiamento del follicolo nell’AA può essere essenziale per l’inversione della miniaturizzazione del follicolo. Il mantenimento del contatto tra i follicoli miniaturizzati in AA potrebbe spiegare la ricrescita dei capelli, mentre la completa perdita di contatto tra l’APM e il rigonfiamento del follicolo nell’ MPHL e nell’ FPHL può spiegare perché la perdita dei capelli è in gran parte irreversibile. Questa perdita di contatto può riflettere dei cambiamenti nella biologia delle cellule staminali che sarebbero anche alla base della miniaturizzazione irreversibile.
Commento
Questo studio era stato annunciato dal prof. Rodney Sinclair nel corso del 6° congresso mondiale per la ricerca sui capelli tenutosi nel 2011 a Cairns in Australia ed è uscito poi nell’agosto 2012 non ricevendo forse la dovuta attenzione. A noi pare che invece possa confermare e approfondire l’annosa questione, qui illustrata di recente, relativa alla possibilità di recuperare con le cure al massimo due gradi di displasia in caso di alopecia androgenetica.
Le obiezioni che ha ricevuto questa ipotesi legata al distaccamento del muscolo erettore dalla zona del rigonfiamento dei follicoli (detta, in inglese, “bulge”), sono state principalmente di due tipi, una legata al fatto che questo muscolo viene distaccato quasi sempre nel trapianto di unità follicolari che poi risultano prosperare nelle zone in cui vengono trapiantati; la seconda è relativa al fatto che nel corso della vita umana molti follicoli miniaturizzati e peli vellus si trasformano in terminali e non avviene solo il contrario (si pensi ai peli della barba con l’adolescenza, o ai peli pubici e ascellari, sempre con lo sviluppo), pertanto dovrebbe essere sempre possibile trasformare dei peli miniaturizzati in terminali (ovviamente l’azione ormonale è in questo caso predominante).
Esistono però anche delle contro-obiezioni: per quanto riguarda le unità follicolari, anche da un recente studio), parrebbe che il muscolo staccato non dal punto di attacco alla guaina esterna del follicolo, ma nella sola parte superiore, si ricrei verso l’alto nella zona trapiantata. Invece per quanto riguarda le trasformazioni da vellus a terminali non è chiaro se queste avvengano davvero in assenza di questo mini-muscolo e quindi con lo sviluppo successivo dello stesso. Vi è comunque almeno uno studio in cui capelli miniaturizzati umani trapiantati su topi privi di sistema immunitario sono ricresciuti come capelli terminali.
A livello di rimedi, che è la cosa che probabilmente più interessa, questo “handicap” dell’alopecia androgenetica, se confermato, potrebbe spiegare il relativo successo di terapie come il PRP che con i fattori di crescita, in particolare con l’ PDGF (il fattore di crescita derivato dalle piastrine), potrebbe forse indurre a una crescita/allungamento del muscolo in questione per ricongiungersi con la zona del rigonfiamento del follicolo. Allo stesso modo altri fattori noti per agire sull’anabolismo muscolare potrebbero confermare la propria utilità, si pensi solo all‘IGF-1 (il fattore insulino-simile, ma anche la stessa insulina), anche se si deve tenere conto che il tessuto muscolare in questione è di tipo liscio (come quello di tutti i muscoli involontari, infatti si aziona con l’orripilazione, che è involontaria).
Lungi quindi dal rappresentare un motivo di perdita di speranza di poter intervenire per rendere reversibile l’alopecia androgenetica, queste nuove ipotesi possono meglio indirizzare la ricerca di nuove cure finalmente più efficaci di quelle esistenti.
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