La iquiriza si presta avariati tipi di impiegi, e riesce tra l’altro a creare nell’individuo che la consuma regolarmente una vera e propria dipendenza.
L’unico effetto collaterale, riscontrato fin’ora, era quello di provocare un leggero innalzamento della pressione sanguigna;è, infatti, sconsigliata per questo motivo nei casi di ipertensione.
Un gruppo di ricercatori italiani ha scoperto che la liquirizia favorirebbe anche una riduzione del testosterone.
La spiegazione scientifica è che il suo componente più attivo, l’acido glicirrizico, responsabile anche dell’aumento della pressione, interrompe la trasformazione di un precursore del testosterone nell’ormone maschile. Gli endocrinologi italiani hanno dimostrato che in sette uomini che avevano mangiato liquirizia per quattro giorni, il testosterone era diminuito del 35%.
Alcuni ricercatori americani, dopo aver ripetuto l’esperimento, sono arrivati alla conclusione che non è certo che la radice determini la diminuzione della libido maschile. Ma la notizia che mangiare liquirizia potrebbe inibire l’ormone del sesso non è assurda.
La scoperta ha suscitato un’ondata di interesse nei confronti del potere della liquirizia sugli ormoni maschili. L’autore del nuovo studio, Robert Josephs, pscicologo all’Università del Texas, afferma che l’effetto inibitore della liquirizia nera è un abbaglio. Josephs e i suoi colleghi del Texas e dell’Università del Michigan, hanno ripetuto il test italiano, facendo mangiare ogni giorno a 20 uomini 5,5 grammi di liquirizia, per quattro giorni. Poi hanno misurato il livello del testosterone nella saliva, ma hanno trovato una diminuzione di meno del 10%, dato insufficente a convalidare il test. I ricercatori italiani hanno misurato il tasso di testosterone nel sangue, ma gli americani affermano che la saliva è un indicatore ugualmente sensibile della presenza di ormoni.
Il gruppo di Joseph attribuisce le differenze dei risultati al fatto che gli italiani hanno incluso nel loro test individui con un tasso di testosterone anomalo, troppo alto. E questo ha condizionato la media del resto degli uomini. Il Prof. Mario Palermo, uno dei ricercatori italiani che hanno condotto il test sulla liquirizia, ha difeso i risultati della ricerca: “Non penso che ci sia nessun errore. I dati sono reali e abbiamo ripetuto il test almeno due volte, ottenendo sempre gli stessi risultati”. La pubblicazione Professional Candy Buyer ha riportato che, tra il 1995 e il 1998, le vendite annuali di liquirizia negli Stati Uniti sono aumentate da 153 a 175 milioni di dollari.
Nella liquirizia sono identificate quattro differenti categorie di composti: a) composti triterpenici e loro derivati (acido glicirizinico); b) flavonoidi; c) zuccheri; d) aromi volatili.la tradizione popolare annette alla radice di liquirizia diverse proprietà larmacologiche: attività digestiva, antinfiammatoria, antispastica, antiulcera, bechica, emolliente, leggermente lassativa, rinfrescante, espettorante, diuretica, corticostimolante ed antiflogistica.Costello e Lynn nel 1950 hanno isolato nella liquirizia un composto steroideo che armonizza la increzione ormonale, inibendo l’eccessiva produzione di estrogeni. o osseo dai danni delle radiazioni e delle sostanze chimiche tossiche, compresi i farmaci antitumorali. E’anche un antibatterico, antimicotico ed antivirale per cui è adatto anche per il trattamento delle malattie infettive. E’ importante non confondere questa droga naturale con l’Liquirizia descitta nella FU IX, che proviene dall’essudato della parte esterna delle foglie e che ha effetto lassativo.
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Più di recente, uno studio iraniano mette in allerta il mondo maschile con proclami ancor più allarmanti: un eccessivo consumo di liquirizia e dei suoi derivati potrebbe avere effetti negativi sulla vita sessuale dell’uomo e arriverebbe, a lungo andare, a causare impotenza.
E’ quanto espone Mahmoud Mosaddegh, coordinatore dello studio, alla British Pharmaceutical Conference, dopo aver riscontrato una riduzione dell’ormone maschile testosterone in soggetti che ne facevano largo uso.
Gli studiosi iraniani hanno somministrato quotidianamente a 20 uomini sani 1,3 grammi di estratto di radice di liquirizia per 10 giorni e, analizzando campioni del loro sangue, hanno rilevato una consistente diminuzione del livello di testosterone. “Da questi primi risultati emerge chiaramente l’effetto ormonale della liquirizia – ha spiegato Mahmoud Mosaddegh alla Bbc on line – Sarebbe quindi opportuno per gli uomini limitare il consumo di liquirizia e in particolare evitare i rimedi naturali contenenti estratti di questa pianta”.