Le permanenti hanno lo scopo di trasformare un capello liscio in un capello ondulato.
La riuscita di questi metodi è la prova certamente dell’arte del parrucchiere ma anche dell’elasticità delle fibre pilari, in quanto il principio consiste in una modificazione chimica della cheratina.
La permanente può essere divisa in tre fasi:
-> In un primo tempo, i ponti disolfurici della cheratina vengono ridotti in funzioni tioliche, da prodotti organici a base di acido tio-o derivati (acido tioglicolico, acido tiolattico) in presenza di un agente umettante;
-> una volta ridotta, la cheratina è plastica, in grado di essere deformata, per esempio mediante avvolgimento su di un bigodino per 10 – 45 minuti. E’ la messa in forma che consente lo scorrimento delle catene;
-> in un terzo momento, dopo un risciacquo, la cheratina viene fissata nella forma voluta mediante agenti ossidanti più spesso acqua ossigenata, talvolta bromati) che ristabiliscono i ponti disolfurici.
La riuscita della permanente (buona tenuta per 2-4 mesi) deriva dalla padronanza di questa tecnica chimica che degrada potenzialmente la struttura del capello.
Sul piano della tollerabilità, i liquidi per le permanenti non sono di norma allergizzanti, sono però talvolta irritanti e richiedono pertanto la protezione delle mani del parrucchiere.