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Intervista al Dott. Andrea Marliani: L’uso del ciproterone in tricologia

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Dott. Marliani, ci parli del ciproterone acetato..
Sappiamo come un progestinico possa avere un effetto o androgeno o, viceversa, antiandrogeno.

Questo ha aperto il capitolo degli antiandrogeni ed ha decisamente allargato le possibilità terapeutiche dell’androgenismo cutaneo. Ricordiamo, a titolo storico, il 17 metil-nortestosterone, il 17 alfa-propiltestosterone ed il clormadione. Oggi l’antiandrogeno più usato, più maneggevole e più potente, è il ciproterone acetato, steroide derivato dal 17 idrossiprogesterone, dotato di marcata attività progestativa ed antigonadotropa da blocco ipofisario.
Come agisce esattamente il ciproterone sui follicoli piliferi?
Il meccanismo di azione del ciproterone acetato a livello periferico è legato alla competizione con il diidrotestosterone per lo stesso recettore citosolico intracitoplasmatico. Si parla pertanto di meccanismo antiandrogeno “recettoriale”.
Il ciproterone si lega con il recettore citosolico con più affinità del diidrotestosterone e ne impedisce, quindi, il trasporto nel nucleo cellulare. Inoltre il ciproterone possiede certamente una debole azione inibente sulla 5 alfa reduttasi (azione comunque discussa e meno spiccata di quella del progesterone naturale).

Il Dott. Andrea Marliani è docente presso la “Scuola Internazionale di medicina Estetica” di Roma dal 1993.
Coordinatore e Fondatore nel 1995 del “Gruppo di Studio della Fisiologia e della Patologia del Capello e del Pelo” nell’ambito della Scuola Internazionale di medicina Estetica dell’Istututo Fatebenefratelli, è anche Presidente Fondatore della Società Italiana di Tricologia (S.I.Tri.).Effettua visite a Firenze il lunedì, mercoledì e venerdì solo su appuntamento.
Telefono: 055-416016
E-mail: amarlia@tin.it
Sito internet: www.sitri.it

Quale è la “storia” dell’uso di ciproterone in tricologia?
E’ ormai storico il cosiddetto “trattamento sequenziale inverso”, di Hammerstein e Cupceancu (1969), che furono i primi a trattare per via generale le donne affette da acne, seborrea, irsutismo, con 100 mg di ciproterone acetato associati a 0,05 mg di etinilestradiolo per 10 giorni, seguiti da 11 giorni di solo estrogeno.

E oggi?
Oggi il dosaggio più usato è quello di 0,035 mg di etinilestradiolo e 2 mg di ciproterone acetato a cicli di 21 giorni, sotto forma di pillola antifecondativa, reperibile in commercio come specialità medicinale. Questi bassi dosaggi di ciproterone acetato, validi nella seborrea e nell’acne, si sono dimostrati però insufficienti, o comunque di scarsa efficacia, nell’irsutismo e nella alopecia androgenetica femminile ed è pertanto consigliabile associare, nei primi 10 giorni di terapia con la specialità commerciale, 50 o 100 mg di ciproterone acetato, facendo poi seguire 11 giorni con la sola specialità estroprogestinica.

Per quanto tempo deve essere protratto il trattamento?
E’ forse superfluo ribadire che tale terapia antiandrogena generale deve essere, per sperare di ottenere un risultato valido e stabile, protratta per anni, e che è strettamente riservata al sesso femminile.
Il ciproterone acetato sembra possedere anche i requisiti fondamentali per essere usato topicamente a concentrazioni di 0,5-1% in soluzione idroalcolica. Con l’uso topico, sempre peraltro sconfessato dalla casa produttrice del farmaco, ci si propone di poter ottenere nella cute una concentrazione di steroide superiore a quella ottenibile con la somministrazione per via orale evitando al contempo gli effetti sistemici che ne precludono l’utilizzo al maschio.

Quale è l’assorbimento sistemico del ciproterone’
L’assenza di alterazioni, durante la terapia topica, delle concentrazioni plasmatiche delle gonadotropine e del testosterone, depone per uno scarso (o assente) assorbimento o per una rapida inattivazione metabolica locale simile a quella del progesterone. I netti miglioramenti dei tricogrammi dei pazienti trattati depongono altresì per l’efficacia topica dell’ormone.

In definitiva, quali sono gli effetti dell’uso di ciproterone, in particolare sulla calvizie’
L’effetto peculiare del ciproterone, essenzialmente di blocco del recettore citosolico del diidrotestosterone, spiega anche gli insuccessi, riportati dalla letteratura, nella terapia topica dell’acne con questo antiandrogeno, poiché l’ormone stimolante la secrezione sebacea sembra essere l’androstandiolo (3 alfa Ald) e non il diidrotestosterone.
L’effetto terapeutico sul defluvio, sull’acne e sulla seborrea della associazione orale etinilestradiolo+ciproterone appare dovuto più all’effetto dell’estrogeno ed al blocco della steroidogenesi ovarica che all’azione antiandrogena del ciproterone; tant’è che da quando la dose di etinilestradiolo nella associazione etica è stata portata da 50 a 35 mcg la sua capacità terapeutica sull’acne e sulla seborrea appare assai compromessa (l’efficacia sul defluvio è peraltro sempre stata molto aleatoria).

In definitiva, quali consigli può fornirci per l’uso topico di ciproterone nella cura della calvizie’
Poiché l’azione antiandrogena prevalente del ciproterone è dovuta alla sua affinità col recettore citosolico del diidrotestosterone, una preparazione per uso topico di progesterone e ciproterone, insieme, dovrebbe poter realizzare una blocco sequenziale del metabolismo intrafollicolare del testosterone presumibilmente di buona efficacia terapeutica e, a mio parere, di buona maneggevolezza.

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Redazione Calvizie.net
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La redazione di Calvizie.net è formata da medici, specialisti e appassionati al tema della tricologia. Dal 1999, ci dedichiamo a diffondere informazioni sempre aggiornate sulla cultura della salute dei capelli.
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