La trasmissione genetica dell’alopecia androgenetica rimane in parte ancora non conosciuta.
Sappiamo che si tratta di una malattia poligenica e si suppone che i diversi geni regolino aspetti differenti dell’espressione fenotipica della malattia , quali l’età di insorgenza, la velocità di progressione ,il pattern clinico e la gravità .
Un gene che è indiscutibilmente importante è il gene per il recettore per gli androgeni ( gene AR).Questo gene è localizzato sul cromosoma X ed è quindi ereditato nel maschio da parte materna. L’associazione fra polimorfismo nel gene per il recettore degli androgeni e predisposizione all’alopecia androgenetica è dimostrata da numerosi studi condotti in Europa e negli Stati Uniti. In particolare è stata riscontrata una forte associazione fra alopecia androgenetica ad esordio precoce e polimorfismo rs6152 sul frammento di restrizione Stu1 dell’exone 1 del gene AR.
Proprio sulla ricerca di questo polimorfismo si basa il test genetico HairDx , che è stato recentemente introdotto in commercio anche in Italia. Il test infatti individua due varianti alleliche sul gene AR: la variante G , ad alto rischio e la variante A, a basso rischio. I soggetti portatori della variante G hanno un rischio di circa il 70% di sviluppare un’alopecia androgenetica grave prima dei 40 anni. La variante A invece ha un significato protettivo con circa il 70% di probabilità di non sviluppare la malattia. Nella donna il test ricerca invece il numero di ripetizioni CAG sull’exone 1 del gene AR.
Le ripetizioni della sequenza nucleotidica CAG ( citosina, adenosina ,guanina) varia fra i diversi individui. Numerosi studi hanno dimostrato che il numero di ripetizioni CAG nel gene AR è inversamente correlato alla sensibilità agli androgeni. Un numero di ripetizioni basse quindi aumenta la sensibilità agli androgeni e predispone a patologie quali l’alopecia androgenetica, l’acne e l’irsutismo. Il risultato del test nella donna è un valore numerico: un valore inferiore a 19 equivale ad un test positivo, superiore a 19 ad un test negativo.Il test HairDx è quindi un test che valuta il rischio e non un test diagnostico.
La prof. Antonella Tosti.
Un gene che è indiscutibilmente importante è il gene per il recettore per gli androgeni ( gene AR). |
Quando è utile’
L’indicazione più importante a mio parere è rappresentata dal telogen effluvium acuto o cronico. L’alopecia androgenetica spesso diviene evidente dopo un episodio di telogen effluvium che precipita la miniaturizzazione follicolare che caratterizza la malattia. Ne sono un esempio l’alopecia androgenetica che compare dopo diete dimagranti, malattie tiroidee, postpartum o in seguito ad interventi chirurgici o terapie farmacologiche.
Perchè il diradamento diventi visibile è necessario che circa il 50% dei capelli si siano assottigliati e quindi la diagnosi clinica della malattia, soprattutto nel sesso femminile, avviene spesso in ritardo. Il test permette in questi casi di individuare I soggetti a rischio che necessitano di una terapia medica prima che il quadro clinico sia ormai conclamato.
Alcuni studi clinici attualmente in corso negli Stati Uniti indicano che nel sesso femminile il test può essere anche utile per selezionare I soggetti che risponderanno al trattamento con finasteride. Vi sarebbe infatti una relazione fra ripetizione corta della sequenza nucleotidica CAG e probabilità di risposta al trattamento con farmaci inibitori della 5 alfa reduttasi (si veda sotto negli approfondimenti).
Il test genetico può infine essere utile per ‘tranquillizzare’ I giovani che spesso ci consultano solo per il timore di perdere I capelli .
Il materiale genetico viene estratto dale cellule della mucosa orale : si tratta quindi di un test non invasivo ,che permette di inquadrare meglio la situazione clinica di ogni singolo paziente e quindi di adattare l’entità e la durata dell’intervento terapeutico al rischio genetico individuale.