Da sempre c’è dibattito sui forum specializzati sui capelli come Ieson sul significato di stempiatura fisiologica e ci si chiede spesso sino a che punto una stempiatura possa definirsi fisiologica e quando questa finisca invece per diventare patologica.
Questione certamente di estetica e anche di gusti, ma che si può tradurre in misurazione di centimetri , se non di millimetri, rispettivamente di cute glabra della fronte e di capelli più o meno folti, divisi dalle differenti linee e curvature dell’attaccatura frontale nelle capigliature di entrambi i sessi.
A questo proposito può essere interessante approfondire su quella caratteristica che viene chiamata “picco della vedova” ossia quella punta avanzata della capigliatura che caratterizza alcune attaccature sia maschili che femminili e la cui definizione farebbe riferimento agli antichi copricapo che presentavano una punta che sporgeva a centro fronte, utilizzati spesso dalle donne rimaste vedove. Questa caratteristica del frontale della capigliatura pare essere una caratteristica ereditaria di tipo dominante, comunque non molto diffusa (almeno negli USA dove sono state fatte statistiche in proposito).
Tuttavia una recente ricerca spagnola svoltasi a Siviglia ha riscontrato questo tratto in più del 94% delle donne del campione osservato, segno che all’interno di quella particolare popolazione questo tratto dominante si è ampiamente diffuso, pur non essendo in media molto pronunciato trattandosi di un “triangolo” alto 1 cm e largo 2 cm circa.
A sinistra: ragazza con marcato “picco della vedova.”
A destra: il politico americano Paul Ryan e la sua caratteristica attaccatura dei capelli.
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Tale caratteristica ha comunque delle manifestazioni patologiche in alcune gravi anomalie o sindromi, come l’ipertelorismo oculare (ossia l’eccessiva distanza tra gli occhi) e appunto la sindrome di Donnai-Barrow (dovuta alla mutazione del gene LRP2) di cui è un preciso sintomo (mentre può comparire anche nella sindrome Waanderburg e in quella Aarskog).
In pratica il “picco della vedova” dipenderebbe da un punto di intersezione inferiore a quello abituale dei campi periorbitali bilaterali di soppressione della crescita dei capelli sulla fronte. Questo mostrerebbe come a livello genetico ed evolutivo vi sia una stretta connessione tra le orbite oculari, la fronte e l’attaccatura dei capelli (probabilmente strutturata dai geni morfogenetici, o geni “architetto”). Non per nulla l’accentuazione di questa caratteristica viene accentuata nel cinema di solito per dare un volto ai “cattivi” delle varie storie o comunque a personaggi dai tratti mostruosi o animaleschi.
A livello estetico resta quindi la questione se le stempiature “fisiologiche” siano da considerarsi come un fenomeno analogo a questo tratto che, in un certo qual modo, verrebbe riprodotto non più con l’avanzamento di un punto del frontale, bensì con l’arretramento delle parti laterali, ma anche considerando questa ipotesi le dispute su quale sia la “giusta frontiera” tra fronte glabra e capigliatura non cesseranno facilmente, trattandosi perlopiù di opinioni e di gusti legati a valutazioni estetiche personali, anche se queste possono derivare da antichissime dinamiche legate all’evoluzione della nostra specie e dal suo procedere da un aspetto animalesco e selvatico e a uno più moderno e propriamente umano.