Qui di seguito riportiamo le regole basilari per la scelta di un impianto Protesico di Qualità:
1 – La naturalezza di un impianto protesico
E’ data dalla qualità dei materiali utilizzati, quindi se si vuole un risultato di alta qualità mai andare a risparmiare sulla qualità dei materiali.
2 – La base dell’impianto
Dev?essere invisibile sempre e comunque, senza che la persona che indossa l’impianto debba preoccuparsi o essere ossessionata dal fatto che questa possa essere visibile.
La traspirazione della base dev?essere del 100%.
Questo può essere assicurato solo dall’utilizzo di retine ultrasottili che permangono invisibili anche quando non hanno i capelli impiantati sopra o non aderiscono alla cute ( è molto importante che queste ultime non modifichino il colore della cute di colore più scuro o giallognolo), pena vivere con l’ossessione di dover controllare continuamente che i bordi della base possano essere visibili.
Ovviamente le retine essendo cosi sottili sono anche impalpabili.
Esistono anche basi ( ibase, polyskin ecc.) che assicurano l’invisibilità ma non la traspirabilità ( qualche buchino sulla base non significa traspirabilità), sconsiglio questo tipo di basi, che possono essere ammesse solo per alcune zone, come il perimetro della protesi per facilitare maggiormente l’applicazione ed adesione della stessa alla cute.
3 – La qualità dei capelli
E’ indispensabile per assicurare naturalezza con qualunque densità di capelli ed evitare di avere problemi di colore e riflessi rossi o ossidazione gia dopo pochi mesi dall’acquisto dell’impianto.
Meglio pagare di più un capello europeo non trattato chimicamente che utilizzare capelli indiani o cinesi trattati che oltre ad un aspetto innaturale danno subito problemi di ossidazione (riflessi rossi).
Quello che tradisce un parrucchino con capelli asiatici è sempre il riflesso rossiccio sotto la luce diretta, e la diversa consistenza del capello: provate a dare uno sguardo ad alcuni presentatori tv.
Un metodo molto usato per nascondere tutti questi problemi è riempire i capelli di gel.
Ricordate che il capello occidentale è sottile e mobile; se guardate con attenzione scivolano l’uno sull’altro.
il capello indiano o cinese, anche se diventa sottile dopo i trattamenti chimici, rimane sempre più fermo e rigido del capello europeo.
Nei casi in cui si utilizzano capelli asiatici con alte densità si ottiene un effetto parrucca molto innaturale.
Fate attenzione anche ai casi in cui il capello europeo naturale viene pagato poco (sono poche le fabbriche che possono gestire questo tipo di lavorazione ovviamente più costosa).
la lavorazione di questo capello richiede che il capello venga raccolto con la radice per poterne verificare la direzione quando lo si innesta nella base della protesi.se questo venisse innestato a caso si otterrebbe un inutile groviglio di capelli.
4 – La tecnica di lavorazione della protesi
I capelli devono essere innestati nella protesi uno ad uno a mano a forma di ellisse partendo dal vertice.
Nel vertice deve essere riprodotta la classica rosetta, cioè i capelli devono svilupparsi a forma di ellisse a partire dal vertice.
Se questa condizione non fosse soddisfatta avremo un prodotto fatto a macchina, con capelli annodati doppi e tripli, nodi visibili e palpabili (passando il dito si sentono i nodi come si avessero delle pustoline su tutta la cute), e capello scadentissimo, trattato chimicamente all’estremo per non annodarsi.
Infatti a distanza di neanche un mese si hanno gia problemi di colore e secchezza dei capelli.