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Alopecia Areata- Aggiornamenti dal First World Hair Research Congress

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J.C. Bystryn (New York) ha confermato il coinvolgimento del sistema immunitario umorale nell’alopecia areata; infatti anticorpi diretti contro antigeni del follicolo pilifero sono stati trovati solo nei pazienti affetti da questa patologia.
Uno dei bersagli specifici di questi autoanticorpi è la cheratina pilare.
Anche in una razza di topi che sviluppa una malattia simile a quella umana sono stati ritrovati gli stessi anticorpi e si è dimostrato che la loro comparsa nel sangue precede la manifestazione dell’alopecia. R.M.D. Hoffman (Marburg-Germania) si è invece interessato a un altro versante della risposta immunitaria, quello della produzione di citochine infiammatorie. Risulta fondamentale nell’alopecia areata animale la sovra-produzione o un difetto di eliminazione della Interleuchina 1.
Nell’uomo è stata confermata l’abbondante presenza di Interleuchina 1-beta nelle chiazze alopeciche. Ma anche il Tumor Necrosis Factor alfa è in grado di indurre le stesse modifiche nel follicolo pilifero che portano all’interruzione del normale ciclo di crescita.
Ciò si verifica attraverso l’induzione del fenomeno dell’apoptosi: le cellule si autodigeriscono e si frammentano ad opera dei propri sistemi enzimatici.

S. Aiba (Sendai-Giappone) ha dimostrato che i linfociti T presenti con una disposizione ?a sciame di api? intorno al follicolo pilifero, non svolgono un’attività citotossica diretta, ma, interagendo con altre cellule connettivali, produrrebbero interferon gamma, che, a sua volta, agirebbe sulle cellule della papilla del pelo, inibendone la produzione dei normali fattori di crescita.

A. Tosti (Bologna) ha presentato una significativa correlazione tra alopecia areata e presenza del germe Helicobacter Pilori nello stomaco dei pazienti (57% dei casi), rivalutando così la vecchia teoria dei focolai infiammatori come causa scatenante della malattia. K. Katsuota (Kitasato-Giappone) ha dimostrato che i pazienti che rispondono bene al trattamento con Acido Squarico (SADBE) o alla ciclosporina presentano, prima della ricrescita, una fase di apoptosi delle cellule follicolari più superficiali.
Questo fenomeno innescherebbe l’attivazione dei normali meccanismi di rimpiazzo del pelo, consentendo così la ricrescita.

T. Huang (DaLian-Cina) ha presentato i suoi interessanti risultati terapeutici nell’alopecia anche severa attraverso l’utilizzazione topica di un alcaloide vegetale ad azione antineoplastica: la Camptotecina.

J. Shapiro (Vancouver-Canada), riassumendo le varie terapie a disposizione per questa patologia, ha prospettato la futura utilizzazione di nuovi farmaci immunomodulanti, nuove forme di fototerapia e ha sottolineato che, data l’eterogeneità delle forme della malattia e la risposta soggettiva alle terapie, a volte è necessario ricorrere a combinazioni di vari trattamenti per ottenere risultati apprezzabili.

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Redazione Calvizie.net
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