Acidi grassi e capelli: come questi principi attivi possono aiutare la cura dei capelli e del nostro benessere?
Acidi grassi insaturi
In questi ultimi anni, gli acidi grassi sono considerati come i più importanti principi attivi naturali utilizzabili per l’inibizione delle due forme isoenzimatiche (tipo I e II) della 5-alfa reduttasi che trasformano il testosterone (T) in diidrotestosterone (DHT).
In particolare, a proposito degli acidi grassi insaturi, è stata evidenziata l’attività inibitrice dell’acido alfa-linolenico (ALA), un acido grasso insaturo (ossia con doppi legami) della serie omega-3 (18:3).
Inoltre, sono state rilevate anche l’attività dell’acido gamma-linolenico (GLA), un acido grasso insaturo della serie omega-6 (18:3), l’azione dell’acido linoleico, altro acido grasso insaturo omega-6 (18:2), e dell’acido oleico, un acido grasso monoinsaturo classificato come omega-9 (18:1). A tal proposito, è stato fatto uno studio completo sul ruolo anti-DHT delle sostanze naturali.
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Acidi grassi saturi
Oltre a questi grassi insaturi, la ricerca ha posto l’attenzione sui costituenti della Serenoa repens (saw palmetto), in particolare sugli acidi grassi miristico (12:0) e laurico (14:0). A differenza di quelli sopra citati, essi sono acidi grassi saturi (ossia senza doppi legami). Questi acidi grassi sono, peraltro, i costituenti principali dell’olio di cocco, il quale è stato studiato anche come cura contro l’ipertrofia prostatica benigna (BPH).
Gli omega 3
Altri acidi grassi che riscuotono un ampio consenso per le cure riguardanti il miglioramento di cute, capelli e unghie (e non solo) sono i grassi omega 3 come l’EPA (4,8,12,15,18-eicosapentaenoico; 20:5) e il DHA (4,7,10,13,16,19-docosaesaenoico; 22:6), che costituiscono i principali componenti dell’olio di pesce.
In particolare, il DHA è l’acido grasso più abbondante nel cervello in cui ricopre un ruolo fondamentale nelle sinapsi così come nelle membrane fotorecettoriali della retina, in cui è presente intorno al 60%. Anche per questi motivi è utilizzato sia per incentivare la lucidità e l’attività mentale sia per combattere le degenerazioni della funzione visiva.
Invece, l’EPA ha delle proprietà di inibizione abbastanza pronunciate della 5 alfa reduttasi, o meglio un suo metabolita, come si evince da uno studio in cui sono stati paragonati gli effetti anti-DHT di GLA e EPA.
Questi acidi polinsaturi dell’olio di pesce sono utilizzati soprattutto per combattere vari tipi di infiammazione. La loro azione sembra essere simile a quella dei cortisonici, dei quali emulano l’azione antinfiammatoria senza particolari effetti collaterali.
Si tratta di acidi grassi della serie omega 3 come l’acido alfa-linolenico (ALA), il quale può portare alla produzione di cosiddetti eicosanoidi antinfiammatori. In particolare, la carenza di 6-delta desaturasi risulta abbastanza comune e tende ad aumentare con l’età . Proprio per questo motivo, l’integrazione con EPA e DHA è ritenuta migliore di quella con altri omega3, in quanto questi acidi sono i precursori diretti delle prostaglandine antinfiammatorie.
L’importanza degli omega 6
Spesso però viene sottovalutata l’importanza degli omega 6 in questo processo, in particolare del GLA. Infatti, gli omega-6 porterebbero attraverso analoghe trasformazioni enzimatiche alla produzione di acido arachidonico, che è il precursore di prostaglandine infiammatorie come le PGE2.
Tuttavia, il GLA si trasforma facilmente in DGLA, ossia in acido dihomo-gammalinolenico (tramite l’enzima elongasi), il precursore delle prostaglandine PGE1 (antinfiammatorie). Questo acido grasso compete con EPA per l’enzima 5 delta-desaturasi, che lo trasforma appunto in acido arachidonico. Proprio questa competizione tra EPA e DGLA per la 5 delta-destiurasi fa sì che con l’assunzione di EPA aumenti il DGLA e quindi le PGE1 senza che avvenga il passaggio ad acido arachidonico e quindi a PGE2 (prostaglandine infiammatorie).
Quindi, l’assunzione combinata di EPA e GLA, oltre ad avere proprietà anti-DHT, massimizzerebbe la produzione endogena di prostaglandine antinfiammatorie. Questo, a sua volta, comporta dei benefici nelle seguenti patologie: l’artrite, l’asma, le cardiopatie, gli eczemi, le infiammazioni intestinali, la psoriasi e anche le alopecie di varia natura.
Acidi grassi e vitamine
L’assunzione di acidi grassi polinsaturi come EPA e DHA dell’olio di pesce presenta come unico inconveniente la possibile perossidazione lipidica cui sono facilmente soggetti questo tipo di acidi grassi.
Questo tipo di ossidazione è efficacemente contrastato dalla vitamina E (alfa tocoferolo): essa è inserita in piccole dosi nelle perle di olio di pesce; mentre a dosi maggiori serve per far fronte all’ossidazione nei processi dinamici e metabolici. Questi processi avvengono di continuo nel nostro organismo, dove questi acidi stanno in equilibrio con i più stabili e solidi acidi grassi saturi che sono al contrario poco soggetti all’ossidazione.
Per questo, è consigliabile integrare l’assunzione di acidi insaturi con vitamina E in dosi adeguate alla quantità di acidi grassi insaturi assunti, potenziandone preferibilmente l’azione con vitamina C (acido ascorbico), che notoriamente agisce in sinergia con la vitamina E rigenerandola.
Quindi, oltre a olio di pesce ricco di EPA e DHA, una buona integrazione di acidi grassi per i capelli dovrebbe prevedere l’aggiunta di GLA (che si trova in buone dosi negli oli di ribes nero, borragine, enotera, canapa). L’assunzione di acidi saturi come il laurico e il miristico, che abbondano nella serenoa repens e nell’olio di cocco, risulta altrettanto utile.
Infine, alle vitamine antiossidanti come la vitamina E e la vitamina C si possono accostare le vitamine del gruppo B. Quest’ultime agiscono sul trofismo dei tessuti e con i minerali (magnesio, ferro, zinco, rame, potassio, selenio, iodio). Essi sono importanti perché rientrano nei processi biochimici e metabolici, essendo componenti fondamentali di enzimi e di alcuni ormoni (tirodei).