A me non fa altro che piacere il confronto con una persona che ha attinto una formazione affine e per questo ti chiedo di parlare pacificamente, senza toni denigratori. Allora, tu mi parli di insufficienza di prove, bene. Io ti sto dicendo che per sollecitare l'indagine all'autorità in parola, non occorre l'allegazione della prova e neppure il diritto, ma basta dedurre in atti il mero fatto, ciò proprio per chiedere all'autorità di acclararlo. Se questa ritiene opportuno procedere, avvia le indagini per acquisire eventuali prove, e non è assolutamente detto che ne trovino! Quello che voglio farti capire è che un esposto non deve essere suffragato da prove, anzi è diretto proprio a farle acquisire dall'autorità. I procedimenti aperti dall'agcm si possono facilmente chiudere per molti motivi (difetto di prove; ravvedimento dell'impresa, ecc.) senza neppure concludersi con l'adozione di misure sanzionatorie.
Mi dici, che ho menzionato norme non pertinenti. Scusami ma non credo che tu possa sapere meglio di me cosa è pertinente o no se parliamo di diritto della concorrenza e di proprietà intellettuale. Gli artt. 101 e ss. del TFUE fissano le principali fattispecie su cui si basano i provvedimenti della Commissione UE e delle autorità nazionali. Subito dopo ci sono i regolamenti di esclusione per categorie di accordi (verticali ed orizzontali), e qui siamo veramente nel tecnico quindi lasciamo stare. La normativa antitrust nazionale e sovranazionale è vastissima quindi non stiamo a parlare di questo, però se per te io sono uno scemo che dice cose a vanvera non me la prendo.
Un'intesa potrebbe tranquillamente esserci con società che ha brevetti più avanzati di quelli di fidia in settori merceologici differenti, ma non sto assolutamente dicendo che sia così, sebbene si vedano anche cose del genere. O ancora potrebbe esserci con società che vogliono rientrare dei costi di ricerca per prodotti appena immessi sul mercato, ecc. Ti garantisco, che il diritto antitrust presenta casistiche sterminate, e per questo è estremamente affascinante.
Io mi rendo conto che i non addetti ai lavori possano cadere dalle nuvole dinanzi a qualche mio messaggio, ma dietro c'è un mondo e se qualcuno ha difficoltà a credere a quello che asserisco, non posso farci nulla. Non è che poi sia l'unica persona al mondo a lavorare in questo ramo del diritto, basta informarsi (bene e sul serio). Anche mio padre che è un medico, resta mezzo attonito quando gli parlo di alcune pratiche che trattiamo, eppure non mi denigra se gli dico che la casa farmaceutica che conosce e di cui ha prescritto dei farmaci si sta difendendo in un procedimento che la vede imputata per concorrenza sleale o altro. Sa che è il mio lavoro. Invece qui, vengo attaccato e schernito dall'utenza con commenti di bassissimo livello. E visto che non sono gradito, prometto che non interverrò più. Tanto delle mie boiate nessuno sa cosa farne.
Infine, ti dico, che non voglio fingere problemi, anzi, io mi auspico che l'azienda lavori al meglio per offrire un valido prodotto. E so che presto o tardi lo vedremo sugli scaffali, anche se in passato ho lasciato commenti volutamente esagerati e pretenziosi che andavano nel verso opposto, come quando ho parlato del <<duemilamai>>. Però stai certo che se devono sistemare prima qualche affare nell'ambito dei rapporti extrasocietari lo faranno.
Detto ciò, se anche per piacere, vuoi approfondire l'argomento, ti consiglio un bellissimo manuale: diritto della concorrenza dell'Unione Europea di Mario Libertini. Era il mio professore. Fabio, credimi è bellissimo e peraltro non credere che siano cose così lontane dal tuo tipo di studi, anzi... Spesso si ricorre all'impiego di strumenti econometrici prima di passare all'applicazione delle norme. Proprio se parliamo di diritto antitrust c'è la massima sinergia tra economisti e giuristi.
Stavolta levo davvero il disturbo, in bocca al lupo ragazzi.